Entro il 2050 la popolazione mondiale ammonterà a nove miliardi di individui. Tale crescita porterà un’inevitabile aumento della domanda alimentare. Seguire un’alimentazione sostenibile è quindi uno dei passi fondamentali per garantire al Pianeta e agli umani il benessere che meritano. Come dire, il futuro è in ciò che mangiamo. Scelte alimentari e di produzione sostenibile consentono un minor consumo di suolo, acqua ed energia. Limitano l’uso dei pesticidi, della deforestazione e degli allevamenti intensivi con conseguente diminuzione delle emissioni nocive. Ma che cos’è esattamente l’alimentazione sostenibile? Il futuro è in ciò che mangiamo Direttore responsabile: Claudio Palazzi
Secondo la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, l’alimentazione sostenibile è quella che ha un ridotto impatto ambientale. Soddisfa le linee guida nutrizionali ed è economicamente accessibile e culturalmente accettabile. Ci pone di fronte tre sfide: consumare meno cibo, ridurre lo spreco alimentare e favorire un’alimentazione vegetale. Tre pratiche semplici ma di grande rilevanza a cui ognuno di noi può contribuire. Il raggiungimento di un sistema di produzione alimentare sostenibile è infatti una sfida globale, importante per garantire cibo a sufficienza alle generazioni future e minimizzare l’impatto ambientale dell’industria alimentare. Come si stanno rapportando a ciò i grandi Paesi industrializzati?

Cina: una nuova speranza

Nel 2016 la Chinese Nutrition Society (CNS) assoldò diverse celebrità del calibro di Arnold Schwarzenegger per una campagna di livello nazionale contro l’eccessivo consumo di carne. L’obiettivo era spingere i cinesi a consumare non più di 75 grammi di carne al giorno contro i 170 abituali. Se la campagna pubblicitaria avesse avuto successo, convincendo un miliardo e trecentomila persone, le emissioni sarebbero scese del 12%. Questo avrebbe ridotto le emissioni globali dell’ 1,5% , pari a quelle di Francia e Belgio considerati insieme. La campagna tuttavia non andò a buon fine. Ad oggi, una speranza potrebbe provenire dalla “carne” vegetale. Xiaomi, sulla scia della più nota Beyond Meat, ha proposto al suo pubblico della finta carne ottenuta lavorando proteine vegetali. La finta carne di Xiaomi verrebbee prodotta da soia, piselli e grano non OGM e offrirebbe un apporto nutritivo di 11.7 grammi di proteine su 100 grammi di prodotto. Si tratterebbe oltretutto di un alimento privo di colesterolo. Una piccola speranza pronta a germogliare, che va coltivata il più possibile.

USA: un modello in (lenta) trasformazione

Quali sono le performance degli USA in termini di sostenibilità? Il Food Sustainability Index analizza annualmente l’alimentazione nel mondo ed esprime la performance dei Paesi in relazione alle buone pratiche per l’agricoltura sostenibile. Nel 2017 gli USA si classificarono 21esimi su 34. Il livello di emissioni di gas serra dal settore agricolo era infatti elevatissimo per via della grande richiesta di mangimi. Circa 4 bambini su 10 erano affetti da obesità e il 40% del cibo prodotto veniva destinato alle discariche. Un quadro preoccupante, che sembra stia migliorando. Sotto la pressione dei consumatori, i giganti dell’industria agricola hanno deciso di supportare e incentivare il ricorso a tecniche di coltura sostenibili. Ne è un esempio la multinazionale Anheuser-Busch InBev. Attiva nella produzione di bevande alcoliche e analcoliche, ha acquistato 2,6 milioni di staie di riso assicurandosi che il prodotto fosse stato irrigato con meno acqua e fertilizzante del normale. Si pensa inoltre di utilizzare una copertura di segale o erba per ripristinare i nutrienti del terreno precedentemente usato. In questo modo si eviterebbe di ricorrere a fertilizzanti che potrebbero danneggiare le risorse idriche locali. Al netto di questo, gli investimenti nel settore rimangono ancora una piccola parte della spesa totale statunitense. I segnali tuttavia ci sono e sono positivi. Si vedrà se l’elezione del democratico Joe Biden a presidente degli Stati Uniti contribuirà a migliorare ulteriormente la situazione.

Europa: una prospettiva decennale

 Il 20 Maggio 2020 la Commissione Europea ha pubblicato “Farm to Fork“, l’ambiziosa strategia studiata per trasformare il sistema alimentare europeo. Si tratta di un piano decennale le cui misure coinvolgono tutta la filiera alimentare, dalla produzione al consumo. Ogni stato membro dell’Unione dovrà seguirla, adottando norme a livello nazionale che consentano di raggiungere  gli obiettivi stabiliti dalla Commissione. Non delle strategie politiche settoriali quindi, quanto un vero e proprio sforzo comunitario per trasformare il sistema alimentare sotto il segno della sostenibilità. Il futuro è in ciò che mangiamo e l’Europa sembra averlo capito. Dal punto di vista della produzione si punta a ridurre l’uso di pesticidi e fertilizzanti del 50% entro il 2030. L’intera filiera alimentare dovrà inoltre essere più trasparente e fornire al consumatore più informazioni sugli aspetti nutrizionali e sull’origine degli alimenti. Per ogni obiettivo, la Commissione auspica di trovare un corrispettivo nei piani strategici nazionali che sono attualmente in fase di sviluppo in ogni Paese. In tal modo, si renderanno più simili tra loro le singole politiche nazionali, garantendo coesione al livello dell’Unione. E proprio dalle modifiche a tali politiche  dipenderanno i risultati della “Farm to Fork“.
Il sistema agroalimentare attuale rappresenta una minaccia per il globo. Sempre più Paesi sembra stiano iniziando ad accorgersene e ad intervenire con politiche nazionali volte a  tutelare tanto l’ambiente quanto la salute delle persone. La transizione non sarà facile né priva di contraddizioni; potrebbe realizzarsi solo parzialmente o, nella peggiore delle ipotesi, fallire. Ciò che è importante è non smettere mai di supportarla. In questo, le cittadinanze hanno un ruolo fondamentale in quanto base del consenso e della legittimità di ogni governo. Siamo in un momento delicato. Mancano solo 10 anni alla resa dei conti, al raggiungimento di quel 2030 in cui si tireranno le somme di quanto fatto e si capirà se il Pianeta sopravvivrà o meno. Bisogna guardare con fiduciosa speranza ai piccoli passi dei grandi Paesi e allo stesso tempo continuare a chiedere di più. Dalla Terra al piatto: il futuro è in ciò che mangiamo.

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