GLI EFFETTI SOCIALI DEL COVID-19

È passato quasi un mese dalla chiusura delle scuole e delle università, il primo provvedimento che ha segnato l’inizio dell’isolamento. Giorno dopo giorno, decreto dopo decreto, il presidente del consiglio Giuseppe Conte è entrato nelle case di tutti gli italiani- attraverso dirette televisive, radio e Facebook- comunicando le regole e i consigli da seguire per limitare la diffusione del Covid-19.

Il virus è diventato mondiale: l’agente spietato, mutevole nelle sue manifestazioni, ha messo in ginocchio la popolazione e l’economia di tutto il globo. Il periodo storico è drammatico ma, al di là della tragedia, al di qua delle porte di casa, i giorni passano e l’uomo ha dato prova delle sue qualità di animale sociale, pur in isolamento.

Quarantena

I primi giorni della quarantena la vita sociale pareva essere invariata. Grazie allo schermo del pc e la connessione internet, oltre lo smart working, gli aperitivi e lo sport, di fatto, rimanevano le principali attività pomeridiane svolte in gruppo. L’Italia si dava appuntamento online per cantare sui balconi e ricordare quanto i piccoli gesti potessero unire e sollevare gli animi, anche quelli più scossi. Col passare del tempo, l’uomo ha dato prova dell’essenza mutevole e naturale predisposizione all’adattamento che lo caratterizza; il lento movimento lo ha portato verso l’accettazione della solitudine, e a trasformare quella che chiamava noia in tempo a disposizione: documentari sui babilonesi, I fratelli Karamazov, pane e crostate home made, insomma, ha creato una cunetta all’interno della voragine, in cui dà spazio alla cura di sé, spirituale e fisica.

L’altro lato della medaglia mostra chi, invece, una casa non ce l’ha, oppure, è più sicuro al di fuori delle mura domestiche. È difficile pensare una tragedia nella tragedia; l’ipotesi fa leva sulle stesse naturali inclinazioni umane – questa volta si tratta di paura ed egoismo – che stabiliscono una soglia del dolore e una conseguente soglia dell’attenzione severamente invalicabili.

Cosa succederà quando l’incubo finirà?

Gli effetti psicologici del virus e dell’isolamento sono imprevedibili: la conseguenza sociale più conforme alle direttive prese e all’attuale modus vivendi è la possibile futura paranoia per il contatto umano e la creazione di una realtà distopica in cui la vita si svolgerà online; oppure, in reazione ad una spinta repressiva, picnic collettivi verranno organizzati con puntuale ripetizione nei parchi di tutto il mondo. Vi è, inoltre, l’eventualità che questa esperienza traumatica venga dimenticata, o meglio, naturalmente etichettata come avvenimento oscuro, effettivamente vissuto, che fa parte di una logica incomprensibile e, inevitabilmente, da accettare.

Direttore responsabile: Claudio Palazzi

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