Buongiorno, essere umano, benvenuto sul Pianta Terra, prima d’iniziare questo meraviglioso viaggio che è la vita ci sono alcune cose che dovresti sapere. Sei figlio della Natura, è grazie a lei che avrai tutto ciò di cui hai bisogno per vivere, siete un’unica cosa, se lei starà bene, tu stesso starai bene. Ma dove stai per andare ci sono altri uomini che, prima di te, presi dalla smania dell’avere, hanno prosciugato le risorse della Madre Terra, e adesso cercano di riprodurla in grandi laboratori per poter sopravvivere, tu avrai il compito di salvarla e nell’artificio trovare sempre il tuo spazio verde. Non è tutto. La natura è stata manipolata, sentirai spesso di parlare di “per natura” o “contro natura”, funziona così nelle società moderne, hanno creato delle regole ad hoc, t’insegneranno che “questo non si fa” e che c’è differenza se sei maschio o femmina, che dovrai trovare un tuo posto nel mondo e che per farlo dovrai somigliare a tutti gli altri. Ti diranno come vestirti, chi amare, quali sono le parole che si possono dire come “famiglia” ma, attento, anche quelle più proibite come “ddlzan”. Tu ricorda sempre che la Natura non ti ha mai imposto chi amare, semmai ti guida a comprendere cos’è l’amore, non chi devi essere, ma chi sei davvero, e che la coerenza non è una massima, non devi essere coerente, puoi essere tutto. Ddl Zan e Perbenismo moderno. Direttore responsabile: Claudio Palazzi
Sembrerebbe esserci un protocollo non scritto, convenzionale, per cui se sei maschio da piccolo giocherai con le macchinette, se nasci femmina il tuo colore preferito sarà il rosa, se così non dovesse essere, l’unica soluzione sarà cercare di reprimere il tutto perché, vedi, non è convenzionale. Non lo sanno che il mondo è pieno di sfumature meravigliose, sono imbottigliati nelle loro regole, protocolli, divieti, stereotipi, che chissà poi da dove li hanno presi. Tu le regole limitale al vivere comune, per quello che sei e che vuoi essere non esistono regole, ma solo costruzioni umane che niente hanno a che vedere con la Natura. Solo ciò che tu senti dentro è naturale, seguire quel flusso ed esprimersi al massimo delle proprie potenzialità e creatività è l’unico modo per raggiungere la vera libertà. Dovrai lottare per affermarti per quello che sei, questa società non è ancora pronta ad aprire la propria mente a tutto ciò che sconfina dalle pagine di quel protocollo, ma c’è una generazione che come te è pronta a rivoluzionare i grandi pilastri del giusto e dello sbagliato.

C’è una generazione intera che sta vivendo un cambiamento epocale, pronta a rimescolare le carte del gioco, coraggiosa e forte. Sì, perché per mettere in discussione concetti medievali come quello di “uomo” e “donna” ci vuole coraggio, il cambiamento fa paura, non è per tutti, essere liberi fa paura. È semplice dirti che sei femmina e che di conseguenza dovrai necessariamente amare un uomo e il tuo unico fine sarà la procreazione, vecchia storia, come dirti che sei maschio allora amerai una donna e il tuo fine sarà la procreazione, che una famiglia è composta da uomo-donna-bambino. Gli schemi servono a semplificare la realtà ma la realtà non è semplificabile, è complessa, contraddittoria, multiforme, non definibile in categorie. Più cerchiamo di restringerla dentro regole, più lei si ribella. Allora lascia che sia, ribellati con lei e non limitarti mai a ciò che deve essere perché è così e basta.

Ecco allora che in un mondo dove l’omosessualità in tutte le sue forme viene discriminata e condannata, arriva una proposta di legge, che si chiama proprio Ddlzan, la quale fa appello sostanzialmente alla libertà dell’uomo di essere ciò che è senza per questo dover subite atti di violenza, bullismo e marginalizzazione. È sconfortante che per uscire dalle regole servano ulteriori regole, ma per modificare il sistema devi farne parte, e questo, perlomeno, potrebbe rappresentare un passo avanti importante. Ancora più sconfortante che esistano tutt’oggi forze pronte a contrastare l’innovazione e l’avanzamento dell’essere umano ad uno stato superiore di coscienza, libertà, e del “vivere bene gli uni con gli altri”, cercando di creare continui contrasti proprio lì dove l’unica cosa che si sta chiedendo è l’unione, e non di alcuni, ma di tutti, nel rispetto di ciascuno. La debolezza di quest’insieme di cose poi si manifesta nel momento in cui un’artista, influencer, per definizione con un’ampia dose di consenso, sale su un palco e dice ad un paese intero in diretta ciò a cui nessuno è abituato, la verità. Ed ecco che dentro e fuori le aule del Parlamento si scatena il panico, come se certe parole potessero togliere un velo d’ipocrisia e farti sentire completamente nudo difronte al mondo, con le tue verità e le tue menzogne. Sarebbe divertente sapere chi, di coloro ligi alle regole, sempre dritti sui propri schemi, quelli che percorrono la sola strada per eccellenza, se per un solo momento si potessero sentire liberi, troverebbe la forza di ammettere quei pensieri considerati perversi, fuori luogo, non convenzionali, e che pure fanno parte di tutti noi, indistintamente.

Pur di non far passare un testo di legge che possa garantire addirittura la libertà di «identità di genere» intesa come «l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso» si è creato una sorta di misinformazione da parte dei “contro” che hanno fornito informazioni devianti e divisive riguardo il testo. A tal proposito, la proposta di legge è suddivisa in 10 articoli consultabili qui in 12 pagine, accessibili a tutti proprio per permettere ad ognuno di farsi un’idea in base alla realtà dei fatti e non ad opinioni personali dell’una o l’altra parte.
S. Freud sul tema diceva che “l’impresa di trasformare un omosessuale pienamente sviluppato in un eterosessuale non offre prospettive di successo molto migliori dell’impresa opposta”. Forse ad oggi potremmo fare un ulteriore passo in avanti ed aprire la strada all’educazione nei confronti del «socialmente diverso» che viene considerato tale solo in base a nostre concezioni radicate ma che non hanno nessun contatto con la realtà effettiva.

Nella società in cui viviamo, da una parte essere diverso fa nascere un sentimento di vergogna, dall’altra parte chi si omologa avverte come “nemico”, come un “pericolo”, chi non lo fa, e l’effetto sarà una continua lotta tra forte/debole che crea solo ansia, paura, distruzione, odio; da qui il diritto a discriminare quella che è considerata una minoranza rispetto ad una maggioranza. Proviamo ad immaginare ora una società dove il diverso fa parte della nostra normalità, dove il concetto stesso di normalità viene ampliato, libero da preconcetti e illusorie convinzioni, dove all’integrazione si sostituisce l’inclusione, cosa accadrebbe?

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