Si parla spesso di diritti umani, ma cosa si intende davvero per questo concetto? Ecco 10 punti chiave che aiutano a comprenderne meglio il significato.
1. Cosa sono i diritti umani?
Si tratta di diritti inalienabili e universali dell’uomo.
L’aggettivo inalienabili indica che questi diritti nascono con l’individuo, pertanto sono propri della sua stessa natura e non possono essere né tolti né ceduti.
In aggiunta a ciò, l’aggettivo universali sottolinea che tali diritti appartengono a tutto il genere umano, senza alcuna distinzione di razza, sesso, lingua, religione o orientamento politico.
2. Categorie di diritti umani
Il giurista ceco Karel Vasak nel 1979 propose la suddivisione dei diritti umani in tre categorie, o meglio generazioni: diritti umani di prima generazione, diritti umani di seconda generazione e diritti umani di terza generazione.
I diritti umani di prima generazione sono principalmente diritti politici e civili, che riguardano sia la personalità dell’individuo, come la libertà di pensiero o la libertà di religione; sia la formazione di uno stato democratico attraverso la partecipazione attiva dei cittadini, come la libertà di associazioni in partiti.
I diritti umani di seconda generazione sono diritti di natura economica, sociale e culturale, che sono legati allo sviluppo della società, garantito e tutelato da uno Stato attivo, come il diritto al lavoro, il diritto all’assistenza sociale e il diritto allo studio.
I diritti umani di terza generazione riguardano la collettività e la solidarietà nazionale, come il diritto alla pace, il diritto all’assistenza umanitaria, il diritto alla protezione dell’ambiente e tutti quei diritti che proteggono donne, minori, rifugiati e migranti.
3. Normative di riferimento dei diritti umani
Il riconoscimento formale e legislativo dei diritti di prima generazione risale sino ai tempi della Rivoluzione francese, nello specifico alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789, che sanciva i diritti inalienabili dell’individuo, dando origine alle normative successive dei diritti umani.
A primeggiare tra esse, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948 (data che non a caso commemora la Giornata Mondiale dei Diritti Umani). Tale dichiarazione fu emanata in seguito agli orrori della Seconda Guerra mondiale, che resero evidente agli Stati quanto fosse necessaria la creazione di una normativa che garantisse e proteggesse i diritti umani a livello internazionale.
Altra normativa che riguarda i diritti di prima generazione é la Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici del 1966.
Per quanto riguarda le normative attinenti ai diritti di seconda generazione, oltre alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, é di fondamentale importanza anche la Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali del 1976.
Infine, numerose sono le normative dei diritti umani di terza generazione, tra le quali la Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale del 1965, la Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’ambiente umano, conosciuta come la Dichiarazione di Stoccolma del 1972, la Convenzione delle Nazioni Unite sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne del 1979, la Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti del 1984, la Dichiarazione di Rio sull’ambiente e lo sviluppo del 1992.
4. Tutela dei diritti umani
Le Nazioni Unite hanno creato diversi organismi internazionali con il fine di controllare e tutelare i diritti umani.
Tra i più importanti, il Consiglio dei Diritti Umani e l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, che fa capo al resto degli organismi internazionali.
Numerose sono anche le legislazioni a livello regionale che si occupano della tutela dei diritti umani.
La più antica è la Convenzione europea dei diritti dell’uomo del 1950. Seguono poi altre legislazioni, tra cui la Convenzione americana dei diritti dell’uomo del 1969, la Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli in vigore dal 1986, la Carta araba dei diritti dell’uomo del 1994.
Giudicare le violazioni dei diritti umani a livello internazionale spetta alla Corte Penale Internazionale.
Tuttavia, esistono anche corti nazionali che perseguono i reati commessi nel proprio territorio, rispettando sempre gli standard internazionali.
5. Il ruolo delle Organizzazioni non governative (ONG)
Si tratta di enti indipendenti dai governi e senza scopi di lucro, che svolgono un ruolo cruciale nella protezione e promozione dei diritti umani a livello internazionale e nazionale.
Inoltre, si occupano anche di monitorare la situazione dei diritti umani e nel caso di violazioni, denunciano e forniscono assistenza e supporto alle vittime.
Tra le più conosciute ONG a livello internazionale ci sono: Amnesty International, Human Rights Watch, International Federation for Human Rights, Human Rights First, Save the children.
Invece, a livello nazionale, nello specifico quello italiano, spiccano Emergency e Medici senza frontiere Italia.
6. Casi di violazioni dei diritti umani
Tra i numerosi casi di violazioni di diritti umani, rientrano:
– l’attuale conflitto Israele-Hamas che causa occupazioni militari guerreggiate, attacchi indiscriminati, uso di civili come ostaggi e migliaia di morti nei bombardamenti, comprese le anime innocenti dei bambini.
– La riconquista del potere dei Talebani in Afghanistan nel 2021 ha causato la violazione dei diritti delle donne all’istruzione, al lavoro e alla libertà di movimento senza accompagnatore maschile, nonché arresti, torture e sparizioni forzate di donne.
– La soppressione del dissenso e della libertà di stampa in Russia che ha condotto a reprimere le proteste contro la guerra in Ucraina, arrestando o perseguitando manifestanti, giornalisti e oppositori politici.
– Trattamenti disumani dei migranti in Italia nel 2023, nello specifico a Lampedusa, dove si è registrata una condizione di disagio e sovraffollamento della struttura dei cittadini stranieri, oltre che pessime condizioni igienico-sanitarie.
7. Le risposte internazionali e nazionali alle violazioni dei diritti umani
Gli organismi internazionali e nazionali rispondono alla denuncia di violazioni dei diritti umani con misure che variano in base alla natura e all’ambito della violazione.
Una delle risposte consiste nelle sanzioni, ossia misure restrittive rivolte a individui, entità o governi ritenuti responsabili delle violazioni.
Esistono vari tipi di sanzioni, come il divieto di viaggio, che vieta ai soggetti sanzionati di transitare in specifici territori; oppure il congelamento dei beni che blocca l’accesso ai beni economici del soggetto sanzionato.
Le altre tipologie di risposte alle violazioni dei diritti umani comprendono azioni legali come i ricorsi, che consistono nel presentare ad un’autorità una richiesta di revisione, annullamento o modifica dello specifico provvedimento per cui si è stati accusati di violazione.
Tra le altre possibili risposte alle violazioni di diritti umani sono comprese, nei casi estremi, le missioni armate ONU che hanno lo scopo di proteggere i civili; e poi interventi umanitari nei luoghi in cui si verifica la violazione.
8. Perché non sempre si interviene?
Nella maggior parte dei casi non si interviene contro le violazioni dei diritti umani perché c’é in gioco una complessa interazione di fattori economici e interessi geopolitici tra gli Stati che spesso porta a chiudere un occhio proprio per non perdere alleanze strategiche.
Tuttavia, i motivi del mancato intervento possono essere anche altri: difficoltà di accertamento delle responsabilità in caso di conflitti, mancanza di risorse per preparare l’intervento, difficoltà di gestire gli interventi a livello logistico.
9. Tra progressi e sfide future
La situazione generale in merito ai diritti umani è molto complessa.
Da una parte, nonostantele continue violazioni dei diritti umani, si registrano dei progressi, come
A diffusione dell’abolizione della pena di morte in molti paesi, il riconoscimento diffuso del diritto ad un ambiente più sano, il rafforzamento dei tribunali internazionali nella tutela dei diritti umani, la codificazione di nuovi diritti legati al mondo della privacy e della tecnologia, in quanto considerati un’evoluzione dei diritti umani.
Tuttavia, dall’altra parte sono ancora numerose le sfide da affrontare: combattere povertà estrema e guerra in tanti territori, garantire l’efficacia della tutela dei diritti umani e ridurre al minimo la loro violazione.
10. Come può contribuire al progresso il singolo cittadino?
Grandi contributi possono essere da parte di ogni cittadino l’impegno civile, il rispetto dei diritti umani, la formazione e l’informazione continua, affinché si diventi cittadini sempre più consapevoli. Importanti contributi consistono anche nel sostenere campagne di sensibilizzazione e promuovere l’integrazione e il dialogo.
Solo con tali contributi, ogni cittadino può contribuire al progresso di un mondo giusto fondato sul riconoscimento e il rispetto dei diritti umani.










