I virologi, gli infettivologi e gli epidemiologi sono figure che abbiamo conosciuto maggiormente in questo periodo a causa dello scoppio dell’epidemia da Covid-19. Sono consultati ogni giorno non solo dalle autorità istituzionali per decidere le misure da adottare a livello territoriale, ma anche dai giornali, telegiornali e talk show grazie ai quali hanno assunto una forte immagine mediatica. Direttore responsabile: Claudio Palazzi I virologi nella scienza, nei media e nella politica
Gli scienziati più noti nei media
Tra gli scienziati che hanno acquisito più visibilità nei diversi media incontriamo: il direttore del reparto Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano Massimo Galli, il virologo accademico Roberto Burioni uno dei primi ha conquistarsi la scena televisiva, il team di virologi dell’Ospedale Spallanzani di Roma tra cui spicca il direttore Giuseppe Ippolito, l’epidemiologo pugliese Pier Luigi Lopalco e tutti coloro che fanno parte del Comitato Tecnico Scientifico affianco del Governo. I virologi nella scienza, nei media e nella politica
I pareri provenienti da questi esperti sono stati spesso dissonanti. I media hanno approfittato molto della loro diversità d’opinione per aprire intensi dibattiti sulle linee guida decise dal Governo ma anche per rispondere ai dubbi dei propri lettori e telespettatori.
In ordine, il direttore Massimo Galli è stato principalmente intervistato da giornali quali Corriere della Sera e Repubblica, talk show di centro-sinistra come Carta Bianca e Otto e Mezzo in onda in prima serata su Rai 3 e La7 ma non solo. Il direttore che ha vissuto direttamente l’ondata epidemica in una delle regioni più colpite, la Lombardia, è a favore di misure più rigorose per fermare la diffusione del virus. Si è mostrato contrario infatti alla riduzione della quarantena da 14 a 10 giorni, vedendo gli effetti che si sono avuti in Francia, dove la situazione è alquanto allarmante. Spinge per che si facciano più tamponi e ripete spesso che quest’estate c’è stato un “liberi tutti” per cui adesso subiamo le conseguenze di questo laissez-faire. É stato accusato di fare politica da liberoquotidiano.it e ha voluto espressamente rivendicare la sua estraneità da essa.
Roberto Burioni è stato frequentemente ospite di Fabio Fazio nel suo programma “Che tempo che fa” e come già detto ha rilasciato interviste ai principali telegiornali quando l’epidemia si era appena diffusa in Cina. Il Codacons ha voluto addirittura inviare una diffida al presentatore Fazio per lo spazio esclusivo lasciato all’accademico. Il professore promuove come Galli più tamponi e ricorda sempre le principali regole da seguire per evitare il contagio, ultimamente si è detto fiducioso per il rilascio di un vaccino da una nota casa farmaceutica, la Pfizer, entro la terza settimana di Novembre.
Il team di virologi dello Spallanzani è stato conosciuto dai telespettatori quando sono stati scoperti i primi due casi dei coniugi cinesi in visita a Roma. Ha avuto il merito di guarire la coppia e di isolare il virus grazie alle proprie ricercatrici, le prime in Italia. L’equipe medico dell’ospedale è intervistato nei reparti e durante lo svolgimento di alcune attività, ad esempio all’aeroporto di Fiumicino o ad eventi pubblici.
Luigi Lopalco al contrario di Galli, vista l’ondata non epidemica ma mediatica, è sceso in politica. Si è candidato in Puglia in una lista civica del rieletto governatore Emiliano e il numero di preferenze ottenute gli ha permesso di essere nominato assessore alla sanità pubblica.
Infine, il Comitato Tecnico Scientifico che lavora con il Governo, alle prese con le misure pubbliche da adottare, ha rilasciato interviste per lo più durante i mesi di lockdown. Allora era necessario rassicurare le persone su quanto stava accadendo negli ospedali, sempre per fare un esempio il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, si è prodigato a lungo nelle conferenze stampa con il capo della protezione civile Borrelli per rispondere alle domande dei giornalisti.
In un modo o nell’altro, gli scienziati hanno conquistato la scena pubblica.
Il rapporto tra scienziati, Regioni e Stato
Il nostro Sistema Sanitario Nazionale suddivide le competenze in materia di sanità pubblica tra due livelli: lo Stato e le Regioni. Lo Stato determina gli obiettivi della programmazione sanitaria nazionale dal punto di vista economico e assicura che tutte le prestazioni mediche siano garantite a livello nazionale. Dalla riforma 502/1992 sono state ampliate le competenze delle Regioni, hanno una propria funzione legislativa e la possibilità di gestire il finanziamento per la sanità a livello territoriale secondo il principio di sussidiarietà. I virologi nella scienza, nei media e nella politica
Gli esperti in medicina occupano ruoli diversi a seconda che siano stati scelti dallo Stato o dalle Regioni. I membri del Consiglio Superiore di Sanità come Franco Locatelli, l’attuale presidente, sono nominati dal Ministero della Salute. Il CSS a sua volta sceglie i membri dell’Istituto Superiore di Sanità, che svolgono attività di ricerca.
A livello regionale a partire dal 1992 le Asl sono amministrate dalle Regioni e non più dai comuni, dunque i dirigenti degli Ospedali, ad esempio il Dott. Massimo Galli, rispondono alle Regioni.
È interessante notare, in un momento come questo, se ci sia un legame tra le opinioni dei medici e le forze politiche che governano le Regioni.
La Lombardia attualmente governata dalla Lega con Attilio Fontana, è stata messa a dura prova. É una regione molto avanzata dal punto di vista sanitario, vanta numerose eccellenze. É stata la prima ad essere colpita dall’epidemia e l’impatto che ha avuto nella regione ha sicuramente spinto il governatore a seguire le linee guida dei dottori. In questo caso c’è una sintonia tra le opinioni dei medici e la regione. Con il rialzo dei casi, ha anticipato alcune misure governative come la chiusura anticipata dei locali.
Di fatto sono i medici che possono darci un’istantanea di quanto stia accadendo negli ospedali. Le Regioni hanno risposto in modo diverso, la Toscana ad esempio è una regione governata dal PD, una forza politica socialista-progressista, ha assicurato inizialmente insieme all’Emilia Romagna la distribuzione gratuita delle mascherine e l’esecuzione di test sierologici anch’essi per lo più gratuiti.
Nel Lazio la linea moderata del team di virologi dello Spallanzani rispecchia il pensiero del governatore della Regione, Nicola Zingaretti. Zingaretti, oltre ad essere governatore di una regione è il segretario del PD, l’attuale forza di Governo insieme al M5S. PD e M5S rivendicano da giorni la necessità dell’apertura delle scuole, incluso Zingaretti che si è mostrato contrario alla richiesta del Veneto e dell’Emilia Romagna di adottare la modalità a distanza per le superiori. D’altra parte gli stessi medici dell’Ospedale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani sostengono che la pressione sulle terapie intensive sia ancora bassa e assicurano la tenuta del sistema.
All’estremità del caso lombardo e di quello laziale ci sono il Veneto e la Puglia. In Veneto, il Dott. Crisanti, virologo, nei primi momenti dell’epidemia lodava la linea adottata dalla regione ed esortava le altre a prendere da esempio. Ha preso l’iniziativa di fare tamponi agli asintomatici di Vo’ Euganeo e ha ricoperto un ruolo nel Comitato scientifico della regione di Zaia da cui poi è stato dimesso. Ci sono stati dei dissidi con il governatore, nonostante l’impegno che ha dimostrato nelle fasi dell’emergenza. Rotto il rapporto con la politica può essere che sia diventato ormai indipendente. Adesso è stato al centro dei media per la proposta di un lockdown a Natale.
Infine, Lopalco eletto assessore per la sanità in Puglia è l’esempio più lampante della possibilità di uno stretto legame tra politica e scienza che si riassume nella carica da lui attualmente assunta.
Conclusioni
Il confronto tra la politica e la scienza è all’ordine del giorno, a livello nazionale e locale. Le forze politiche regionali sono quelle di maggioranza PD e M5S e opposizione Lega, FI e FDI. Attorno a questi due poli ci sono dei nuovi protagonisti, gli scienziati. Sono diversi gli interessi in campo: la salute pubblica, l’economia e la credibilità della politica. Se nella prima fase dell’emergenza era prevalsa la linea voluta dagli scienziati, il lockdown, per adottare le modalità organizzative negli ospedali contro un nemico sconosciuto alla politica, adesso è giunta la necessità di dimostrare da parte delle istituzioni la capacità di governare e di ricoprire il ruolo che gli spetta.
Alcune scelte adottate dal Governo e dalle Regioni sono motivate non solo dal bisogno di contenere la diffusione del virus ma anche per evitare un collasso del sistema economico. Il Presidente Conte ha assicurato che il lockdown è ormai solo l’extrema ratio e nell’ultima conferenza stampa, per l’emanazione del nuovo dpcm, ha chiarito che le regioni possono adottare misure più restrittive laddove sia necessario. Ad esempio, il governatore De Luca ha deciso in tal senso, visto l’incremento dei posti occupati nelle terapie intensive, anche se chiudendo le scuole ha sollevato molte polemiche, del Governo in primis. La Campania è infatti una regione che rischia un collasso del sistema non solo economico ma sanitario.
In sintesi, vedendo anche il ruolo mediatico e direttivo assunto dai virologi, epidemiologi e scienziati in generale se prima era solo l’economia ad occupare la sfera della politica, adesso quest’ultima deve fare i conti con un’altra scienza, la medicina. I virologi nella scienza, nei media e nella politica