La mia amica Alessia si laurea in Gestione del Processo Edilizio, così ho voluto scrivere un reportage su un evento così importante per la vita di ogni studente universitario, la laurea. Quest’anno è stata vissuta diversamente dagli altri anni un po’ in tutto il mondo, data la diffusione del Covid-19 sono stati in pochi ad avere la fortuna di laurearsi in facoltà e lei è una di questi. La laurea al tempo del Covid-19. Direttore responsabile: Claudio Palazzi

Ci siamo chiamate su Skype, la prima notizia che mi ha dato è che il suo relatore purtroppo ha contratto il Covid. Lo ha saputo la mattina stessa e per lei è stato uno shock, il suo prof è risultato positivo al test sierologico ed è in attesa di conferma di quello molecolare. Intanto Alessia mi ha detto che lo sostituirà il correlatore, il che è una buona notizia perché principalmente è stata seguita da lui ed un’altra assistente nella redazione della tesi.

L’oggetto della tesi è “La sicurezza in cantiere al tempo del Covid”, mi ha raccontato un po’ perché ha scelto questo argomento, la sua tesi è un ibrido tra una curricolare e una sperimentale dato che durante il suo tirocinio ha avuto modo di vedere con i suoi occhi come si sono adeguati i cantieri alle norme di sicurezza sul Covid-19. La sua prima idea era quella di spiegare nel dettaglio il protocollo del dpcm del 17 maggio 2020, secondo lei le imprese non si attenevano al contenuto del protocollo, che risultava abbastanza ambiguo. Presentando questo argomento al suo professore, quest’ultimo le ha consigliato di prendere spunto dal protocollo per poi redigerne uno lei personalmente sotto forma di tesi.

Il tirocinio nei cantieri

Continuando nella nostra conversazione mi ha parlato del suo tirocinio, le è servito molto per il suo progetto redazionale. É iniziato i primi di luglio 2020, come da protocollo, sia gli architetti, che i tecnici e i dipendenti delle imprese hanno eseguito un tampone prima di ricominciare a lavorare in sicurezza dopo mesi di riposo forzato. Questo l’ha fatta sentire molto tranquilla fin quando uno degli impiegati dello studio, presso cui svolgeva il tirocinio, ha avuto la febbre. Immaginate il pensiero che è venuto a tutti, colleghi e non che temevano fosse il primo caso di Covid, fortunatamente non lo era.

Superato lo spavento, mi ha detto che nell’ufficio le era concesso di non indossare la mascherina perché secondo gli organizzatori le distanze tra le scrivanie erano tali da permetterlo. La stanza era la sede dell’organismo paritetico, un gruppo di professionisti provenienti da diversi ambiti scientifici che hanno il compito di gestire le necessità delle imprese in tema di sicurezza, non era molto grande per questo motivo Alessia avrebbe preferito indossare la mascherina anche se il rispetto della distanza di almeno un metro e il gel disinfettante in diversi punti dell’edificio garantivano già una certa sicurezza. La distanza però a volte non veniva rispettata dagli operai nei cantieri sebbene l’organismo paritetico li avesse formati al riguardo, ed è proprio questo che ha notato Alessia e che l’ha spinta a scrivere la sua tesi, a tre mesi di distanza dall’inizio dei lavori al tempo del Covid-19 nei cantieri ancora c’è difficoltà a rispettare le norme anticovid.

Ha svolto il tirocinio presso quattro cantieri in zone diverse della Capitale: due palazzi di cui uno all’Eur e uno in zona Trastevere, presso la stazione dei fori imperiali della metro C (tuttora in costruzione) e ancora, la costruzione dei marciapiedi su una tratta della tangenziale. Partendo dal palazzo dell’Eur Alessia mi ha spiegato in breve le norme di sicurezza per il contenimento della diffusione del Covid-19 nei cantieri, come tirocinante esterna doveva compilare un modulo e le veniva misurata la temperatura nell’ufficio del cantiere, dopodiché poteva iniziare la sua visita. Al piano terra, gli appartamenti erano quasi terminati e i pochi operai rimasti indossavano tutti la mascherina, un obbligo che salendo i piani del palazzo, dove proseguivano i lavori di tinteggiatura e posa in opera degli impianti, veniva sempre meno. Le imprese edilizie forniscono direttamente gli operai con delle mascherine FFP2 perché più protettive, sono un dispositivo che normalmente dovrebbe proteggere dalle polveri ma in questo caso anche dal Covid, ciò nonostante gli operai indossavano le proprie mascherine chirurgiche portate da casa, ritenendo le FFP2 troppo scomode dice Alessia.

A controllare il rispetto del protocollo emesso con il dpcm del 17 maggio, c’erano due figure: i coordinatori della sicurezza e il tecnico del sopralluogo. Ogni cantiere ha i suoi coordinatori, uno si occupa della fase di progettazione dell’opera tenendo conto dei rischi per la sicurezza, l’altro valuta il progetto e ne gestisce l’implementazione. Infine il tecnico del sopralluogo è un esterno che occasionalmente visita i cantieri e redige un report sul rispetto delle norme sulla sicurezza. Tra i quattro cantieri che ha visitato, Alessia ha notato che solo nel palazzo in costruzione in zona Trastevere il tecnico controllava il rispetto dell’allegato n.13 del protocollo, nel resto dei cantieri i tecnici vigilavano sulle norme di sicurezza contro i rischi di infortunio sul luogo di lavoro del d.lgs 81/2008 ma sorvolavano su quelle per il contenimento del contagio.

Al di là del materiale raccolto per la sua tesi, per lei l’esperienza più bella del tirocinio è stata visitare il cantiere della metro C dei Fori Imperiali, dove ha visto il montaggio delle armature e la costruzione dei muri con le casseformi. Era la prima volta che scendeva a 32 metri di profondità dal suolo, la curiosità di vedere un cantiere così importante per il passaggio della metro che si sviluppa sotto i resti dei Fori Imperiali, le ha fatto superare la stizza della buia discesa sotterranea. Gli operai lavoravano molto vicini quindi era necessario tenere le mascherine di protezione e in questo caso l’obbligo veniva rispettato. É stata un’esperienza unica e vorrebbe che rimanesse come tale, aggiunge ironicamente.

Prima di salutarci le chiedo come si sente a pochi giorni dalla laurea e mi dice che è felice di tenere la sua discussione in presenza nonostante le restrizioni dovute al Covid, per ora la vedo visibilmente tranquilla vedremo se sarà altrettanto serena il giorno della discussione.

Il giorno della laurea

L’appuntamento tra me, altre mie amiche del liceo e Alessia presso la Facoltà di Architettura della Sapienza di Via Flaminia era fissato per le 10 quando era prevista la proclamazione, lei è stata la prima a discutere la tesi, purtroppo le norme della facoltà in tema di contenimento del contagio prescrivono che ciascun laureando può fare assistere solamente due ospiti e per questa occasione ha voluto che ci fossero i suoi nonni. Il suo pensiero è andato a loro perché non hanno mai partecipato alla seduta di laurea dei propri nipoti dunque ha reso loro questo omaggio, mi dirà poi.

Arrivate davanti la facoltà io e le mie amiche la vediamo uscire un po’ delusa perché c’è stato un ritardo sia sulla discussione della tesi che sulla proclamazione dei laureati. Lei rientra in facoltà e noi attendiamo con ansia la sua uscita ormai da laureata. Passata circa un’ora sotto un sole caldo nonostante fossimo alla fine di ottobre, noi e gli altri parenti ed amici dei laureandi vediamo finalmente uscire le ragazze e i ragazzi con la corona d’alloro. Mantenere le distanze diventava sempre più difficile perché le persone si avvicinavano verso la porta d’ingresso della facoltà per vedere chi stesse arrivando.

Alessia è stata una tra le ultime ad uscire, felice di aver superato questo traguardo, le facciamo le congratulazioni e un applauso prima di un brindisi. Non era molto sorpresa del voto, se l’aspettava e ci ha detto che la sua discussione è durata circa 15 minuti, oltre i tempi previsti. Purtroppo non abbiamo foto di quel momento comunque sia lei ci ha descritto nel dettaglio com’è andata: più o meno tutti i prof le hanno fatto delle domande e il suo correlatore cercava di tamponare se vedeva che aveva difficoltà a rispondere ad alcune di esse. In particolare, un prof le ha chiesto se avesse ragionato sul fatto che le mascherine influenzano la qualità dell’operato dei lavoratori perché a suo parere rallenterebbero la produzione, Alessia gli ha risposto che ci aveva pensato ma la sua tesi non verteva sulla qualità della produzione ma sulla valutazione dei rischi per la sicurezza dei lavoratori, al prof gli è bastato sapere che ne fosse cosciente.

Non possiamo festeggiare date le restrizioni introdotte contro il Covid, quindi dopo le foto e un brindisi improvvisato davanti la facoltà, assieme ad Alessia ci dirigiamo in gruppo verso Via del Corso perché mi dice che vorrebbe andare a fare una visita a sorpresa al negozio di ottica dove lavorava prima che il suo contratto scadesse durante i mesi di lockdown. Dopo la laurea io ed Alessia ci siamo risentite su un gruppo Whatsapp che condividiamo con le amiche del liceo, ci ha ringraziato per il braccialetto che le abbiamo regalato con su incisa una frase di Goethe che recita: “Qualunque cosa tu possa fare o sognare di fare, incominciala! L’audacia ha in sé genio, potere e magia.” Adesso ha iniziato la magistrale in Ingegneria edile della Facoltà di Architettura e continua a perseguire il suo sogno di diventare un ingegnere edile.

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