Direttore responsabile: Claudio Palazzi

Il decreto recante misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale è divenuto legge l’11 settembre 2020 con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Tra i punti salienti vi è il passaggio per numerosi servizi pubblici e privati all’identità forte digitale SPID o CIE e l’integrazione dell’AppIO per la pubblica amministrazione. Entro il 28 febbraio 2021 dovranno essere attivati i progetti di trasformazione digitale e dalla stessa data scatterà l’obbligo per tutta la PA di avvalersi della piattaforma PagoPa, sarà inoltre impossibile rilasciare altre credenziali o rinnovare quelle diverse da SPID o CIE per i servizi in forma digitale. L’identità si fa digitale con SPID, CIE e AppIO

SPID,CIE e AppIO

Le credenziali SPID sono rilasciate da nove gestori privati di identità digitale chiamati Identity Provider tra cui per farne un esempio Poste.it e Aruba. Spetta a questi il processo di raccolta dei dati (documento d’identità valido e tessera sanitaria) e la corretta identificazione degli utenti. Al contrario di quanto avviene per la CIE ossia la carta d’identità elettronica rilasciata dal Ministero dell’Interno per la quale la garanzia sulla correttezza dei dati è affidata agli uffici anagrafici comunali. L’identità si fa digitale con SPID, CIE e AppIO

Sia SPID che CIE possono essere utilizzate per usufruire dei servizi delle amministrazioni (a livello nazionale, territoriale, degli enti pubblici e agenzie) in rete senza la necessità di allegare i documenti d’identità nelle relative richieste. Quest’ultime potranno essere effettuate non solo tramite PC ma anche via smartphone con l’AppIO la quale offre un servizio personalizzato agli utenti, permettendo di attivare/disattivare i campi di utenza a propria scelta. In questo modo vengono selezionati i dati da fornire sul telefono e a quali amministrazioni, sono salvati criptati per garanzia del cittadino e sempre a sua portata di mano. L’applicazione consentirà di ricevere avvisi sulle scadenze degli atti quali il rinnovo della carta d’identità, per il permesso Ztl e l’iscrizione all’asilo dei bambini nonché di pagare servizi, tasse e multe tramite Pagopa presente sull’AppIO. Al momento non è stata ancora attivata la funzione che permette di ricevere gli atti e i certificati sullo smartphone ma lo sarà presto assieme ai documenti personali d’identità fisici in formato digitale.

Le conseguenze di questa transizione

L’obiettivo di questa riforma è permettere ai cittadini di accedere più facilmente ai servizi digitali con l’identità digitale forte unica, senza più avere diverse credenziali a seconda del servizio offerto dalla PA. L’identità si fa digitale con SPID, CIE e AppIO

Tramite l’AppIO che invia le comunicazioni direttamente all’interessato su misura dei servizi scelti si vuole avvicinare la cittadinanza alle istituzioni, rispondendo alle sue esigenze in maniera personalizzata. La troppa burocrazia che caratterizza il nostro Paese sta per essere ridotta a misura di smartphone, il dispositivo più amato dagli italiani. Ai tempi del Covid è sicuramente utile per evitare spostamenti, file agli sportelli e appuntamenti fissati a distanza di tempo dalla scadenza utile per i cittadini. L’utilizzo dell’identità SPID si è resa necessaria per usufruire dei Bonus del Governo quest’estate, i numeri degli utenti si è ampliato fino a circa 10mln di italiani.

Ogni cosa ha però i suoi pregi e i suoi difetti, questa transizione sarà sicuramente utile per chi ha dimestichezza con la tecnologia ma non per la popolazione più anziana. Non è neanche assicurato il funzionamento di questa modalità del tutto nuova, si pensi a quanto è successo per avere la CIG o i Bonus dall’Inps durante il lockdown, allora abbiamo assistito a un blocco informatico dovuto a un eccesso di domande presentate o forse come si è sostenuto a un attacco hacker. Tra l’altro anche per l’Inps dal 1 di ottobre 2020 si può accedere online solo tramite SPID e non sarà più rilasciato un PIN dall’ente.

Un altro punto non del tutto chiaro è quale identità forte digitale usare tra SPID e CIE a seconda del servizio. La CIE è a disposizione di chi una volta scaduta la carta d’identità cartacea l’ha rinnovata e sostituita a partire dal 2016 con quella elettronica. Essa è però uno strumento che contiene diversi dati personali del cittadino nel suo microchip. Per acquisti di minore rilevanza verso la PA o enti privati è preferibile utilizzare lo SPID poiché ha due livelli di sicurezza 1 e 2 che trasmettono le sole informazioni d’identità necessarie, evitando di rendere noti altri dati personali. La CIE è paragonabile a un livello 3 dello SPID, il massimo di sicurezza che è fornito dagli Identity Provider a pagamento. È auspicata una fusione tra i due documenti permettendo di usare per acquisti meno importanti SPID al livello 1 e 2 e la CIE senza alcun costo per il livello 3.

Conclusioni

L’identità digitale forte unica è un vantaggio in termini di tempo e di versatilità in quanto è possibile sfruttarla per numerosi servizi pubblici e privati. C’è da chiedersi se avere le stesse credenziali per più servizi o quasi tutti sia sicuro per i cittadini. Se il blocco del sito Inps durante il lockdown è stato dovuto veramente a un attacco hacker, chi può assicurare che non succeda nuovamente? Una volta carpiti i dati SPID o CIE da un sito o dall’AppIO si potrebbe accedere a tutte le informazioni delle persone: pagamenti, visite mediche, atti e via dicendo.

Dato che i servizi in forma digitale rimangono ancora una scelta e non un obbligo per i cittadini, è bene decidere con accortezza, come si può fare con l’AppIO, quali dati fornire a seconda del servizio. Infine ricordiamoci che la PA è fatta anche di persone che lavorano presso gli sportelli, per cui per ogni evenienza possiamo rivolgerci anche a loro.

Direttore responsabile: Claudio Palazzi

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