UNA TESTIMONIANZA SUGLI EFFETTI DEL COVID

Negli ultimi giorni, il numero dei casi di Covid è aumentato sensibilmente in molti Paesi europei e in molti parlano già di una seconda ondata di contagi. In Spagna, il numero di contagi giornalieri ha superato quota 10.000, così come in Francia. Nel Regno Unito si è tornati sopra i 5.000. L’aumento dei contagi sta portando i governi locali a introdurre nuove restrizioni. Nel Regno Unito, ad esempio, Boris Johnson ha annunciato l’obbligatorietà dell’utilizzo della mascherina per chiunque lavori a contatto con il pubblico e la chiusura di pub, bar e ristoranti entro le 22. In Italia, al momento, la situazione sembra ancora essere sotto controllo, ma le prossime settimane saranno decisive. La riapertura delle scuole e il ritorno negli uffici, infatti, potrebbero portare ad un nuovo innalzamento della curva dei casi.

I numeri sono un aspetto molto importante della pandemia, ma non sono in grado di descrivere gli effetti del Covid sulla psiche e sulla realtà quotidiana degli infetti. Questi aspetti, invece, possono essere raccontati da chi li ha vissuti in prima persona, come D.B. che ci ha gentilmente concesso di essere intervistata.

1) Come pensa di aver contratto il Covid? Nel luogo del possibile contagio venivano seguite le indicazioni sanitarie di prevenzione?
Sono rientrata da una vacanza in Sardegna e a distanza di 20 giorni da quando ho scoperto di essere positiva, non ho ancora capito come sia potuto accadere. Penso di aver rispettato tutti i protocolli di sicurezza e nel gruppo di persone con cui sono partita, sono l’unica ad esser risultata positiva. Siccome tutti quanti abbiamo fatto le stesse cose, sono rimasta meravigliata. Probabilmente qualche distrazione potrà esserci stata, ma da quel che ricordo io ho sempre usato la mascherina (sia chirurgica che FFP2) e tenuto a portata di mano il gel igienizzante ovunque andassi: al mare, al ristorante, eccetera. Nonostante stessi in vacanza in Sardegna, non ho fatto grandi cose, anche perché molti locali erano chiusi. Ci siamo limitati a stare tanto al mare e andare a cena fuori qualche volta, però sempre in posti all’aperto, arieggiati, mai in posti chiusi. Probabilmente sono stata sfortunata. Potrei aver toccato una superficie infetta e poi ho messo la mano sul viso senza mascherina. Oppure magari in un ristorante ho preso un bicchiere sporco. Me lo sono chiesto tante volte. Ho pensato anche al traghetto, nonostante avessi preso una cabina proprio per evitare di stare in spazi comuni.

2) Quali sono i sintomi che ha avuto?
Tutto è iniziato qualche giorno dopo che sono rientrata dalle vacanze con un leggero mal di testa, che ho sottovalutato perché mi capita spesso. La cosa strana è che mi sentivo molto stanca, facevo fatica a camminare e mi facevano male le gambe. Dopo un po’ ho iniziato ad avere un po’di febbre, cosa strana perché non mi viene mai. Ho iniziato a prendere degli antidolorifici, ma non facevano effetto. Ho iniziato a prendere la tachipirina e vedevo che la febbre non scendeva. Dopo tre giorni di malessere, la terza notte mi sono svegliata con un mal di testa atroce. Ho capito che mi stava venendo qualcosa, ma pensavo potesse essere meningite. Non avrei mai pensato al Covid. Ero un po’ titubante, ma quando mi sono resa conto che non riuscivo neanche a camminare con gli occhi aperti per il dolore, ho deciso di andare al pronto soccorso. È stato un bene perché una volta arrivata ho riferito i sintomi, ho fatto le analisi, mi hanno fatto rimanere lì per la notte e poi ho scoperto di essere positiva. Ero un po’ incredula perché quando sono uscita dalla nave al rientro, io e i miei amici abbiamo fatto un tampone rapido ed era negativo, quindi quando sono andata al pronto soccorso tutto avevo pensato tranne al Covid. I sintomi sono rimasti fino a tre giorni fa, quindi più di 15 giorni con un po’ di alterazione (che non ho mai) e mal di testa. È durato talmente tanto che ho iniziato a pensare di avere qualcos’altro. La dottoressa che mi ha in cura, però, mi ha rassicurata dicendomi che tutti i pazienti che ha in cura hanno gli stessi sintomi. Dal pronto soccorso sono tornata con un taxi sanitario, perché chiaramente non potevo tornare con i mezzi. Tornata a casa, mi sono resa conto di aver perso olfatto e gusto. Me ne sono accorta perché usando la candeggina non ho sentito l’odore. Sul momento in realtà non ci avevo fatto caso, ma ho realizzato ripensandoci dopo. Ho provato a sentire l’odore dello spirito, del profumo, del deodorante, della cipolla, ma niente. Adesso l’olfatto mi è in parte tornato, ma non al 100%. Ieri ho fatto il quarto tampone, ma è risultato ancora positivo, quindi dovrò ancora aspettare.

3) Come è stata assistita dalla struttura ospedaliera?
In ospedale mi hanno fatto le analisi del sangue, il tampone, l’elettrocardiogramma e una TAC ai polmoni per vedere se ci fosse un principio di polmonite. Funziona così: se c’è un principio di polmonite, il paziente viene ricoverato, altrimenti viene mandato a casa. I dottori avevano capito subito che i miei sintomi potevano essere dovuti al coronavirus, quindi dopo il tampone mi hanno messo subito in isolamento, in una sorta di bunker prefabbricato. Sono rimasta lì per la notte e poi sono tornata a casa.

4) Quali cure deve seguire?
Chiaramente, non esistono cure per il Covid al momento. La prima settimana mi hanno dato un antibiotico e il cortisone, ma è una cura preventiva per evitare un’infezione ai polmoni.

5) Ha cambiato atteggiamento nei confronti del Covid? Pensava fosse più difficile da prendere e comunque meno invasiva?
Ho un po’ le idee confuse sinceramente. Non pensavo che fosse così facile da prendere, però allo stesso tempo penso che solo io l’ho preso tra i miei amici, quindi forse non è neanche così facile. Probabilmente il virus colpisce chi ha delle difese immunitarie basse. Non voglio credere che soltanto io tra i miei amici, con cui ho passato tutta la vacanza, sono stata sfortunata. Evidentemente il virus mi ha preso in un momento di debolezza fisica e mentale. Parlando con altri medici, mi hanno detto anche loro che non è così semplice essere contagiati e che probabilmente ho toccato una superficie infetta toccata da poco da qualcuno positivo. Penso sia stato un insieme tra difese immunitarie basse e anche un po’ di sfortuna. La situazione sicuramente è pesante. Dovrò aspettare una settimana per fare il prossimo tampone e se sarà negativo, dopo 48 ore dovrò fare il secondo. Devono essere entrambi negativi per poter terminare la quarantena.

6) Ha usato l’app “Immuni”? 

No, non l’ho scaricata per una questione di pigrizia, non perché penso che l’applicazione sia inutile.

7) Le persone che ha frequentato sono in quarantena? Si è sentita come una sorta di “untrice”?
Tutti quelli che sono partiti con me sono rimasti a casa, hanno fatto tutti i controlli necessari e sono risultati negativi. Anche il mio fidanzato è dovuto andare a dormire altrove.
Per quanto riguarda la seconda domanda, non mi sento un’untrice. La fortuna è che ho incontrato poche persone una volta rientrata. Queste persone sono state avvisate grazie a me, perché ho una coscienza e gli voglio bene. Se avessi aspettato che l’ASL, non sarebbero mai venuti a saperlo. La ASL non mi ha mai contattato, non mi ha mai chiesto come stavo, non mi ha mai chiesto con chi sono stata in contatto e non ha mai mandato nessuno a casa per fare il tampone. Ho dovuto fare tutti io. La mia dottoressa mi ha autorizzata ad andare da sola al drive-in e farmi un tampone. Non lo trovo giusto né nei confronti degli altri cittadini perché sono uscita di casa né nei miei confronti. Capisco che le persone che lavorano alla ASL non sono abbastanza per andare a casa di tutte le persone che hanno il Covid, ma visto che siamo in uno stato di emergenza, pensavo che si potessero organizzare in qualche modo. Costringono le persone che sono malate ad uscire di casa e a fare un tratto di strada, seppur in macchina. Questo viaggio non va bene, ma ripeto, l’ho fatto perché sono stata autorizzata dalla dottoressa. Facendo un passo indietro, non mi sento in colpa per aver visto i miei amici, perché chi poteva saperlo. Ripeto, appena usciti dalla nave abbiamo fatto un test rapido e tutti dicono che sia attendibile all’80%. Siccome siamo ragazzi coscienziosi, abbiamo deciso comunque di fare un tampone al drive-in la settimana successiva, per essere certi del risultato. Quando sono andata stavo ancora bene, poi durante la notte mi sono sentita male e sono andata all’ospedale il giorno successivo. Quindi non mi sento un’untrice, penso di aver fatto tutto il possibile.

8) Cosa pensa dei negazionisti?
Non mi sento di giudicare. Di certo non possiamo negare tutti i morti che ci sono stati. Rispetto il loro pensiero, ma non lo condivido affatto. La pandemia c’è.

9) Ha provato a chiedere la possibilità di votare per il referendum?
Veramente, ho dato per scontato che le persone in quarantena non potessero votare. Se fossi stata in salute, sarei andata sicuramente, ma stando a casa non ho neanche pensato a questa possibilità.

Direttore responsabile: Claudio Palazzi

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