IL CIELO D’IRLANDA

Da Dublino fino al Connemara, come canta la Mannoia, per conoscere il cielo d’Irlanda: una donna che cambia spesso umore. Un verde sconfinato si sussegue a mandrie di bovini al pascolo e l’aria che si respira è quella folkloristica tipica delle antiche leggende celtiche. E così la landa nasconde furtivamente i suoi ruderi, bagliori di un passato fervente di magia. Castelli incontaminati, tombe da non dissacrare, restii all’erosione del tempo. Il Connemara, le Cliff of Moher e il Burren sono solo alcune delle bellezze paesaggistiche che questo cielo ci offre. Ma appena togli il giubbotto l’acqua cade giù. E’ un cielo di cui si assapora la tranquillità ma si offende se non ne rispetti la simmetria. E’ un cielo variopinto il cui Sole torna a splendere in breve tempo. E se per volere del fato il tuo compagno di viaggio non trova la patente ci pensano gli irlandesi a consolarti. Con il loro grandissimo senso dell’umorismo. Il Connemara è un parco naturale pieno di insidiose verità e giunge in una bellissima residenza regale. Era dei signori dell’epoca. Il Burren invece è lago roccioso, letteralmente.Un lago fatto di rocce bianche e grigiastre, graffiate perché soggette all’erosione. Per quanto riguarda le Cliff of Moher…che dire? Scogliere maestose , un tappetto di verde in altura, il cui mare capriccioso e azzurro si abbatte senza infrangere ciò che si vede in lontananza:i fiordi.Per non parlare del Ring of Kerry o della valle dei due laghi… “Il cielo d’Irlanda ha i tuoi occhi se guardi lassù, ti annega di verde e ti copre di blu, si spulcia i capelli alla luna.”
E ora guardiamo il volto notturno di questa terra meravigliosa: Galway, ove i rintocchi dell’orologio immergono le creature della notte negli Irish pub e nelle stradine acciottolate del centro. E nel folklore, nella magia della lana pura, in grado di scaldarti dal freddo che si fa sentire, ci dirigiamo al quartiere latino, che profetizza la sorte di inusuali personaggi, ombre solitarie che però non sono la nota stonata di questa sinfonia. Una zingara che chiede l’elemosina, un’artista di strada vestito di tutto punto, impeccabile nel suo smoking, uno strano personaggio che vaga alla ricerca di un amore perduto e si muove con passo felino. I personaggi di questo teatro delle marionette fanno parte di un’orchestra e ognuno esegue una melodia che si armonizza con le altre.

Direttore responsabile: Claudio Palazzi

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