La cittadinanza è sempre stata importante, se c’è lo Stato c’è la cittadinanza. Essa viene osservata come un dispositivo che comprende tre componenti: l’appartenenza come status e come identità, i diritti e i doveri e la partecipazione. Quella più importante è l’appartenenza, in quanto una persona si sente parte di una comunità e ne riconosce i valori, le consuetudini e il sistema istituzionale.

In Italia si diventa cittadini in base a due principi: lo ius sanguinis e lo ius soli. Esiste anche una terza modalità, la naturalizzazione, i criteri principali per l’acquisizione sono: la residenza per un periodo di tempo nella nazione, l’assenza di procedimenti penali, la conoscenza della lingua, della storia e degli elementi identitari del Paese, il matrimonio con un cittadino, meriti particolari e il servizio militare.

Ma negli ultimi anni qualcosa è cambiata. Si sta vivendo una sorta di secessione della cittadinanza comune. Nel Mondo e soprattutto all’interno dell’Unione Europea si è diffusa la pratica della “cittadinanza in vendita”, cioè la possibilità di acquistare la cittadinanza di un paese tramite pagamento.

I passaporti d’oro

Di solito, chi risiede in un Paese e non ha la cittadinanza deve attendere molti anni per ottenerla, mentre i ricchi, in determinati Stati, possono direttamente acquistarla.

Da qualche decennio a questa parte è nata questa nuova tecnica chiamata “Citizenship by investment”.

I cosiddetti “passaporti d’oro”, danno la possibilità di acquistare la cittadinanza dello Stato presso cui si fa richiesta.  In Europa sono tre gli Stati che hanno adottato questo metodo: Malta, Cipro e Bulgaria.

I dati del report del 2018 della “Global Witness e Transparency” hanno contato almeno 6.000 nuovi cittadini e 100.000 nuovi residenti in Europa tramite questo sistema. Malta e Cipro sono i principali Stati di acquisto, e i maggiori investitori provengono da Turchia, Russia, Arabia Saudita, Cina e Brasile.

È un vantaggio per chi l’acquista

Chi compra la cittadinanza e diventa cittadino di uno di questi Stati, diventa automaticamente cittadino europeo. Questa pratica sta portando gravi squilibri a livello economico. Infatti, uno studio del Parlamento europeo dell’ottobre del 2018 denuncia gli effetti negativi. L’evasione fiscale, il riciclaggio e la corruzione è aumentata nei Paesi europei.

Chi compra la cittadinanza sono uomini d’affari ricchi che hanno la necessità di girare per l’Europa senza visto e senza troppi controlli.

La principale venditrice di cittadinanze in vendita: Malta

Malta è sempre stata al centro di “scandali”, ma dal 2013, quando alle elezioni politiche ha prevalso il partito laburista le cose sono peggiorate.

Nella primavera del 2016 a Panama nello studio legale di Mossack Fonseca, furono trovati dei documenti che portarono alla luce una rete segreta di società offshore, create per l’evasione fiscale, frode, riciclaggio di denaro sporco e per la vendita dei passaporti. Questa inchiesta prese il nome di “Panama Papers”. Questi documenti erano collegati a figure di spicco del governo di Joseph Muscat.

Le grandi aziende mondiali hanno sede in Paesi dove la pressione fiscale è bassissima, si scoprì, infatti, che Malta era diventata un paradiso fiscale. Quindi per gli imprenditori era importante possedere la cittadinanza, questo diventò sempre più facile grazie all’acquisto.

La Henley & Partners era una società immobiliare che rilasciava passaporti come bonus, per ogni immobile affittato o venduto. Il Governo di Muscat modificò il suo programma elettorale per firmare un accordo di compravendita di passaporti con il proprietario dell’azienda, Christian Kalin.

Dal 2014 al 2018, sono state vendute circa mille cittadinanze. Il contratto tra il governo maltese e l’azienda “Henley & Partners” prevedeva la possibilità di vendere fino a 1.800 cittadinanze, se si superavano il tasso saliva dal 4 al 5%.

Solo i ricchi possono comprarla

La concessione della cittadinanza avviene mediante certificato di naturalizzazione alle persone straniere e ai loro familiari che contribuiscono allo sviluppo del Paese. Questo è possibile solo dopo un periodo di residenza di 36 mesi, ogni domanda è soggetta ai controlli della Community Malta Agency, che è l’agenzia governativa responsabile e da Henley & Partners.

I requisiti per l’acquisto della cittadinanza sono: essere maggiorenne, un contributo di almeno 600.000 euro per un soggiorno di 36 mesi, l’acquisto di una proprietà di almeno 700.000 euro per cinque anni, oppure l’affitto di un immobile con un valore di 16.000 euro annui ed una donazione di 10.000 euro ad una associazione non governativa.

Una volta validato tutto l’iter d’acquisto in modo positiva il nuovo cittadino dovrà prestare giuramento di fedeltà a Malta.

L’oscurità dei nuovi cittadini

I nuovi cittadini non hanno nessun legame con l’isola, le case sono sempre vuote, molti di loro non sono neanche stati mai fisicamente a Malta. Essenzialmente quello che importa a loro è avere la cittadinanza europea per fare i loro sporchi traffici. Importanti sono i nomi di Arkady Volozh, Boris Mints e Alexander Nesis, tre imprenditori russi che hanno in comune la cittadinanza maltese, un conto in banca miliardario e la stretta vicinanza con Vladimir Putin. Non soltanto loro, 700 sono i russi ad aver aderito al programma.  Ne fanno parte anche sceicchi sauditi ed arabi.

A Malta, la vendita della cittadinanza nel solo 2016 ha portato un guadagno di 163,5 milioni di euro. Non sono però mancate le critiche da parte della Commissione Europea. Questo ha avuto un forte impatto sull’acquisto, infatti, dal 2018 c’è stato un calo delle vendite.

L’Europa è preoccupata.

Il Parlamento Europeo è contrario a questa pratica. Già nel 2014 molti deputati erano preoccupati, soprattutto per quello che accadeva a Malta. L’invito fatto dal Parlamento e dalla Commissione era di valutare con precisione se si rispettavano le norme e i trattati europei. La cittadinanza europea non può essere utilizzata come un prodotto commerciale, essere cittadino europeo significa avere il diritto di circolazione, di voto e di eleggibilità alle elezioni europee e locali, il diritto di essere tutelato e di accedere al mercato interno. Non ci possiamo permettere che persone che non sono europee e che non lo si sentano ledano i nostri diritti.

Il passo indietro per la guerra

Per quanto questa pratica possa sembrarci paradossale, è comunque legale. L’Unione Europea non si è occupata molto di questa faccenda, forse proprio perché è più preoccupata della cittadinanza dei poveri, anziché i ricchi.

Il Parlamento europeo afferma che tra il 2011 e il 2019 sono state vendute almeno 130.000 cittadinanze. La Commissione europea nel 2020 ha aperto due procedure di inflazione contro Malta e Cipro per la vendita della cittadinanza. La Commissione europea lo scorso settembre, dopo l’incontro tra Ursula Von der Leyen e il Primo Ministro maltese Robert Abela, aveva invitato il Paese ad interrompere la vendita della cittadinanza. Invito rigettato.

Con l’inizio della guerra tra l’Ucraina e la Russia, l’Europa ha rinforzato la sua linea e dopo numerose pressioni, Malta ha annunciato di aver sospeso l’elaborazione delle domande che vengono presentate da russi e bielorussi.

Il fenomeno della cittadinanza in vendita ha portato ad una crisi della cittadinanza democratica e ad una crisi del dispositivo, in quanto si è cittadini perché legati a quel Paese.

Gli Stati che vendono la propria cittadinanza provocano in primis un danno a loro stessi, ma anche all’intera comunità europea.

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