Il prossimo 30 agosto gli elettori giapponesi si recheranno alle urne per scegliere la compagine politica a cui affidare la guida di un Paese scosso dalla crisi economica internazionale e impantanato da decenni in una spirale deflazionistica da cui fatica a uscire. Ma questa volta si presenta nel panorama politico nipponico una grande novità. Non solo il tradizionale scontro tra la coalizione di governo composta dal Liberal Democratic Party e New Komeito Party – da ben 54 anni al potere – e l’opposizione del Democratic Party of Japan (DJP), ma anche un terzo incomodo destinato a scuotere gli equilibri istituzionali del Paese, lo Happiness Realization Party (HRP). Un partito nuovo dai leader patinati che si presenta come braccio politico del movimento spirituale Happy Science, fondato nel 1986 da Ryoho Okawa sulla base di una sintesi tra buddismo, cristianesimo, liberismo e principi di marketing.

Laureato in Scienze delle finanze all’Università di Tokio, Okawa ha presto ricevuto l’alta chiamata di El Cantare, supremo dio, fonte della vita tutta di cui oggi lui stesso è incarnazione per la realizzazione, anche in politica, di precetti spirituali volti al raggiungimento della felicità individuale e collettiva. Un movimento la cui guida è condivisa, sin dagli albori, con la moglie Kyoko, assistente Amministratore delegato della Happy Science, ma anche incarnazione della dea greca Afrodite nel caso la sola carica istituzionale non bastasse.

Il logo dell'Happiness Realization Party. L’ala dorata rappresenta il coraggio e la speranza mentre la Terra splendente simboleggia la prosperità.
Il logo dell'Happiness Realization Party. L’ala dorata rappresenta il coraggio e la speranza mentre la Terra splendente simboleggia la prosperità.

Nel manifesto del partito, il leader e guru Okawa individua nel testo costituzionale giapponese il principale nemico e ostacolo al raggiungimento di una serena felicità per il popolo. La costituzione è un disastro redatto in maniera confusionale dalle potenze straniere, tuttavia il tempo ne ha fatto un documento intoccabile sia per l’apparato politico che si è susseguito al potere dal secondo dopoguerra ad oggi, sia per gli stessi cittadini. Un tabù da smontare con urgenza a cominciare dal controverso articolo 9 di rinuncia alla guerra come diritto sovrano del popolo giapponese. Una limitazione che, secondo l’HRP, consentirà ai nemici del popolo nipponico di distruggere lentamente e con semplicità il Paese.

Anche la politica estera viene pervasa dai nuovi principi della ricerca della felicità con il motto “Ridurre i nemici, aumentare gli amici”. Tra i punti critici, la minaccia cinese alla sicurezza delle rotte commerciali giapponesi e agli approvvigionamenti energetici dal medio oriente, la politica eccessivamente pro-Cina di Stati Uniti e Australia e la necessità di avvicinarsi maggiormente all’India per controbilanciare il crescente potere di Pechino. Okawa continua a rimarcare il carattere pacifico del Giappone ma punta il dito continuamente contro gli unici Paesi che, ad oggi, possono costituire una minaccia militare per il Paese, Nord Corea e Cina, invitando quest’ultima ad abbandonare definitivamente lo spirito di rivalsa e rancore per la passata occupazione che ancora oggi influenza le relazioni diplomatiche tra i due Paesi.

Ryoho Okawa. Leader del Partito per la Realizzazione della Felicità
Ryoho Okawa. Leader del Partito per la Realizzazione della Felicità

E per finire anche qualche consiglio di natura sociale. Come soluzione per combattere l’invecchiamento graduale della popolazione e le crescenti difficoltà del sistema pensionistico, l’HRP esorta le donne giapponesi ad avere non meno di tre figli mentre promette un allentamento della legislazione sull’immigrazione per favorire l’arrivo di quella forza lavoro straniera che accetterà un percorso di graduale giapponesizzazione.

Alessandro Gaston

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