La protesta in Cile

Un altro 11 settembre fa parte della storia politica mondiale: 1973, colpo di stato in Cile da parte del generale Pinochet. Cosa è accaduto in quest’ultimo mezzo secolo per arrivare alle gigantesche proteste di massa che fanno parte della cronaca attuale?

Storia

Il Cile, colonia spagnola fin dal sedicesimo secolo, conquista l’indipendenza nel 1818. Come per la quasi totalità delle colonie diventate politicamente autonome, il percorso governativo verso una forma di democrazia è costellato da alti e bassi, da errori e ingenuità.

Una pietra miliare del governo cileno sul fronte della democrazia è l’elezione alla presidenza del paese, nel 1970, del medico socialista (e fondatore del partito omonimo) Salvator Allende, che avvia un programma di riforme economiche e sociali basato sulla nazionalizzazione delle principali industrie, tra cui le miniere di rame, importante risorsa del paese.

Ma il colpo di stato nel 1973 pose fine alla democrazia e instaurò la feroce dittatura del generale Augusto Pinochet. Migliaia di oppositori torturati e uccisi, si parlò all’epoca degli aerei militari della morte, che scaricavano i corpi in mare.

Ci fu una canzone evocativa, scritta nel 1970 dal compositore cileno Sergio Ortega e successivamente cantata e suonata in modo magistrale dagli Inti-Illimani. Rimase nelle classifiche di musica leggera in Italia per mesi e divenne una forma di comunicazione e presa di coscienza, soprattutto tra i giovani, della situazione che si era creata in Cile.

La dittatura finì nel 1990 e oggi il presidente cileno è Sebastián Piñera, eletto nell’ambito della coalizione del centro-destra.

Isabelle Allende, la figlia del presidente Salvator Allende, scrittrice di successo, nel suo celebre libro La casa degli spiriti , pubblicato nel 1982, ha raccontato molto della storia del suo paese, intrecciando la saga di una famiglia cilena, a partire dagli anni ’20 del Novecento fino al colpo di stato del 1973, con le turbolente vicissitudini politiche e sociali. Dal romanzo è stato tratto, nel 1993, un film drammatico con la regia di Bille August e con protagonisti Meryl Streep e Jeremy Irons .

L’origine della protesta

Le manifestazioni antigovernative cui hanno partecipato migliaia di persone sono state scatenate dalla decisione del governo di aumentare il costo del biglietto della metropolitana di Santiago, capitale del paese, nell’ora di punta. La prima protesta è avvenuta il 18 ottobre scorso a Santiago, cui è seguita un’altra imponente manifestazione il 25 ottobre con la partecipazione, secondo i dati forniti dalla polizia cilena, di oltre un milione di persone. Altre proteste sono state fatte in questi giorni in diversi luoghi.

La reazione del governo è stata quella di reprimere le manifestazioni con l’intervento militare. Una commissione ONU ha certificato dati allarmanti, dal 18 ottobre 20 morti, 1.600 feriti oltre a notizie di maltrattamenti, percosse e torture.

Il sistema economico

Per inquadrare correttamente la protesta bisogna tener conto dell’attuale situazione economica cilena. Il modello liberista cileno ha realizzato negli ultimi trent’anni la privatizzazione di qualsiasi servizio, inclusi quelli primari, fondamentali, che uno stato democratico dovrebbe garantire alla popolazione, come la sanità e il sistema educativo. Ciò ha creato delle condizioni di vita esasperanti e durissime per la maggior parte della popolazione che non riesce ad accedere a questi servizi se non a costo di grandi sacrifici economici (nel caso migliore). Il divario di reddito della popolazione è molto grande, una minoranza è ricchissima e la restante parte molto povera .

Isabelle Allende, che oltre ad essere scrittrice è anche esponente politico del partito socialista cileno, parla di agenda sociale da pianificare al fine di uscire dall’emergenza attuale, conseguenza del modello economico neoliberista:

Il modello è sbagliato va rimessa al centro l’agenda sociale per rendere più giusta la vita dei cileni” […] “Le priorità devono essere nelle medicine per gli anziani, per la scuola e l’educazione pubblica, per i trasporti

La protesta dunque, scatenata da un episodio puntuale, è verosimilmente il culmine dell’esasperazione della maggior parte della popolazione dovuta al sistema economico e sociale attuale che poco si concilia con una reale democrazia.

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