La TAV: un’analisi su ripensamenti e motivazioni
Cosa ne sarà della TAV in seguito alla mozione di Francesco D’Uva e Riccardo Molinari, capigruppo del Movimento 5 Stelle e della Lega, approvata dalla Camera lo scorso 20 febbraio? I due partiti infatti hanno presentato una mozione congiunta che rinvia la realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione, di cui si dibatte ormai da 30 anni. La decisione ha scatenato diverse perplessità, infatti ci si chiede in che forma influirà sui 300 milioni di contributo europeo e sugli accordi con la Francia. Per comprendere meglio gli avvenimenti, procediamo con un breve excursus storico.
Cos’è la TAV?
La relazione del 2014 sulla politica europea sui trasporti prevede diversi interventi di modernizzazione delle reti europee. Infatti, le linee ferroviarie e ad alta velocità non sono distribuite equamente e questo incide negativamente sulla capacità di spostare merci e persone. Si è iniziato quindi a parlare di TEN-T: una rete interconnessa che colleghi le reti dei singoli stati, per una maggiore efficienza e velocità. La TAV (“Treno ad Alta Velocità”) rientra in questo progetto europeo: si tratta infatti della porzione di linea ferroviaria che collegherebbe l’asse Lione-Torino. Nel nostro Programma operativo nazionale sulle infrastrutture, l’obiettivo di favorire la creazione di uno spazio unico europeo dei trasporti figura al primo posto degli assi prioritari su cui agire.
Nonostante ciò, è dagli anni ’90 che si sottolinea l’urgenza di questo provvedimento, ma l’autorizzazione del Governo è incappata in numerose opposizioni, come il Movimento No-Tav. Il Movimento nasce tra gli abitanti della Val di Susa, interessata dall’attraversamento dalla Tav, prima che questa entri in un tunnel diretto in Francia. Oltre all’impatto ambientale dell’opera, i No-Tav obiettano l’effettiva utilità di una spesa così ingente e la debolezza economica della tratta. Il rischio è quello che, scavando nella roccia alpina, si trovino elementi pericolosi e difficili da smaltire, come uranio e amianto. Infatti la tratta si estenderebbe per l’88% in galleria, danneggiando relativamente poco i terreni fertili, quindi l’agricoltura.
La mozione: cosa prevede
La mozione è intervenuta proprio nel momento in cui sembrava avvicinarsi un’autorizzazione definitiva, dato il sostegno della Lega e le disposizioni dell’UE, che prevedono la pubblicazione dei bandi entro marzo. Infatti le mozioni respinte di Pd, Forza Italia e Fratelli d’Italia sollecitavano la pubblicazione dei bandi per la costruzione della linea.
La mozione approvata prevede che il Ministro delle Infrastrutture Toninelli e la ministra francese Burne si siano accordati con la Telt per posticipare i bandi di gara relativi al tunnel di base. Matteo Salvini rassicura chi già vede un congelamento del progetto, affermando che questo verrà rivisto per ottimizzare la spesa. La Lega infatti si era detta favorevole alla TAV e questi tentennamenti la sottopongono all’accusa di nascondersi dietro ad ulteriori impedimenti. La mozione propone nuovamente lo strumento dell’analisi costi-benefici per capire come impiegare al meglio le disponibilità dello Stato. Sembrerebbe quindi che questo rinvio risponda alle critiche No-Tav sull’eccessiva spesa dell’opera e auspichi un investimento più oculato.
Ricordiamo che l’ultima indagine costi-benefici, portata avanti da Marco Ponte e un team di esperti, è stata pubblicata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in data 12 febbraio. L’esito dello studio risultava negativo: i costi della spesa non sembrano bilanciati ai vantaggi a cui porterebbe l’effettivo utilizzo della linea.
Conseguenze nell’opinione pubblica
L’approvazione della Camera ha scatenato critiche da opposizione e gran parte del centro destra, che spera si tratti solo di un momento di riflessione prima di procedere ai lavori. Non nuove invece le accuse di indecisione che riguardano il M5S, da tempo diviso sulla questione. Il presidente della Regione Piemonte, Chiamparino, dichiara a La7 di essere contrario in quanto l’opera gioverebbe sia in termini di ricchezza che di posti lavorativi. Infatti, contrariamente alle argomentazioni No-Tav, è ampiamente sentito il rischio di rimanere esclusi da una tratta di tale portata economica.
L’incertezza che il nostro paese sta dimostrando agli occhi dell’Europa ci fa sicuramente riflettere. Si parla di strumentalizzazione politica in vista delle europee, ma, a parte queste polemiche non nuove, occorre concentrare la riflessione sull’origine dell’opposizione alla TAV. Questa ha interessato in primo luogo la popolazione stessa, al contrario degli 87 comuni francesi, dimostratisi arrendevoli. Appellandosi a ciò, la Lega parla di un’eventuale convocazione popolare in merito, in quanto i nostri politici si sono mostrati poco propensi a prendere un provvedimento definitivo.
Per ora non possiamo far altro che rimanere spettatori e vedere come evolveranno le vicende. Questa mozione porterà a un ripensamento o darà via libera ai lavori?