In ricordo di Troisi

Massimo Troisi, regista e attore indimenticabile. Proprio in questi giorni “Ricomincio da Tre”, uno dei film di Troisi, è usato come slogan per la vittoria del terzo scudetto del Napoli.

Non è l’unica volta, per la vittoria del 1990, viene usato “Scusate per il ritardo” per ironizzare sugli anni passati dalla vittoria del primo scudetto.

In quella occasione vi fu una divertentissima intervista di Gianni Minà a Massimo in cui a Troisi viene comunicata la vittoria dello scudetto, di cui ancora non era al corrente della vittoria.

Durante questa intervista che dice: “spero che potremo usare striscioni con scritto ricomincio da tre”. Una casualità che quest’anno la vittoria calcistica sia stata festeggiata proprio il 4 giungo, giorno in cui, nel 1994, Troisi perse la vita.

Doveva sottoporsi a un trapianto al cuore, ma in quel periodo stava girando quello che sarà sfortunatamente il suo ultimo film: il postino. Voleva Massimo girare questo film con il suo cuore. Durante le riprese per non sottoporsi a uno stress fisico troppo forte molte scene furono girate dalla sua contro figura Gerardo Ferrara con cui istaurò un bellissimo rapporto.

La moglie di Gerardo in quegli anni stava aspettando un bambino, e quando nacque – dopo la scomparsa di Troisi – lo chiamarono Massimo. Gerardo Ferrara è in oltre il protagonista del docufilm Il mio amico Massimo uscito nelle sale lo scorso dicembre, regia di Alessandro Bencivenga.

Non l’unico prodotto in memoria di Massimo uscito quest’anno, anche il regista Mario Martone ha prodotto un bellissimo documentario, Laggiù qualcuno mi ama, riprodotto nelle sale a febbraio.

Il postino, l’ultimo capolavoro

“La poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve” dice Mario a Pablo Neruda ne Il postino. Il film nasce da un adattamento del romanzo di Antonio Skarmeta: Ardiente Paciencia tradotto in italiano con il titolo Il postino di Neruda. Il film ha portato però grandi cambiamenti, specie sul finale, nel romanzo infatti, a dover morire non è il Postino ma il poeta. Mentre nel film è il postino a cui capiterà la sventura.

Un film che ha commosso il pubblico italiano, non solo per la grandezza del contenuto, ma perché la scomparsa di Massimo che ha segnato un grande vuoto nel cinema.

Diretto da Micheal Radford per volontà di Troisi. La poesia e l’amore, l’amore per la cultura, l’amore per una donna, l’amore per un amico i temi presenti nel film. Mario Ruppolo (Massimo Troisi) un postino affascinato dalla poesia e si serve di essa per conquistare la sua Beatrice, interpretata da Maria Grazia Cucinotta.

 

Troisi regista

Ricomincio da tre, è il film con cui Troisi debutta come regista nel 1981, come negli altri successivi prodotti Massimo non è solo regista ma anche protagonista.

Qui interpreta Gaetano un giovane ragazzo che va via da Napoli per trovare lavoro a Firenze dove si innamorerà della giovane Marta (Fiorenza Marchegiani), con cui intraprenderà una relazione dove verranno rotti tutti gli schemi tradizionali a cui lui era abituato.

A Firenze verrà raggiunto dal suo amico di infanzia Raffaele (Lello Arena).

Una delle questioni trattate nel film è quella della “migrazione”: ogni volta che Gaetano dice di essere venuto a Firenze per viaggiare viene definito migrante.

Nell’ultima scena del film, dopo l’ennesima persona che lo definisce migrante Gaetano risponde esasperato: “non emigrante, eh! No, no, pecché ccà pare ca ‘o napulitano nun po’ viaggia’, po’ sulamente emigra’, perciò uno esce, nun po’ ffa’ ‘nu viaggio, ‘o napulitano invece viaggia.”

Scusate il ritardo esce nel 1893, ed il secondo film in cui Troisi è regista e protagonista. Nel cast vi è Lello Arena – sempre al fianco di Massimo – Giuliana De Sio, e Franco Campora. Vincenzo (Massimo Troisi) è innamorato ma allo stesso tempo sembra non fare caso alle esigenze della sua fidanzata Anna (Giuliana de Sio).

Anche le emozioni del suo amico Tonino (Lello Arena) vengono sottovalutate, credendo le sue reazioni esagerate.

Il film terminerà con un finale aperto, Vincenzo vuole tornare con Anna, ma lei gli comunica che vuole tornare a Perugia.

Lo spettatore non sa quale decisione prenderà Anna, perché il film termina con un fermo immagine dopo che Vincenzo le chiede di restare.

Altri lavori

Tra gli altri capolavori di Troisi come regista si possono annoverare: Non ci resta che piangere, scritto, diretto e interpretato con l’amico Benigni, uscito nel 1984; Le vie del signore sono finite del 1987, e Pensavo fosse amore…invece era un calesse, del 1991.

In quest’ultimo film Massimo fu in stretto contatto con Pino Daniele, che scrisse la colonna sonora del film, ovvero la famosissima Quando.

Massimo attore

Nel 1987, nel film Hotel Colonial di Cinzia TH Torrini, Troisi veste i panni di un Marinaio Napoletano, che il si è perso in Sudamerica, il cui compito è traghettare dei turisti, nella speranza un giorno di poter tornare nella sua città di origine.

Durante la sua carriera da attore la collaborazione forse più importante per la vita di Massimo è quella con Ettore Scolta.

Per Scola ha girato Splendor e Che ora è. In quest’ultimo, tratta di un complicato rapporto tra padre e figlio, nel ruolo di padre vi sarà Mastroianni e Troisi nei panni del figlio.

Marcello Mastroianni e Massimo Troisi in Che ora è

Ultima collaborazione con Ettore Scola è nel film Il viaggio di Capitan Fracassa uscito nel 1990.

Le origini di Troisi però affondano nel teatro, e nei suoi sketch comici con La Smorfia, trio composto insieme a Lello Arena ed Enzo de Caro, passando dal recitare in teatri al recitare in televisione in trasmissioni come No Stop e La Sberla.

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