Viaggiando in macchina verso sud lungo l’A3 Salerno – Reggio Calabria, ad un certo punto ci si imbatte nello svincolo di Sicignano degli Alburni. Da quel momento si imbocca la cosiddetta “Basentana”, il raccordo autostradale che segue il corso del fiume Basento.

Per chi non ci è mai stato prima, la sensazione è quella di aver imboccato un percorso verso un mondo incantato, un paesaggio verde fatto di montagne e boschi interrotto solo dall’invadenza delle pale eoliche.

Se non si fosse a bordo di un’autovettura percorrendo una strada asfaltata si potrebbe pensare di essere in viaggio verso la Contea degli Hobbit di tolkeninana memoria.

In questo scenario risulta impossibile non accorgersi di una città che si arrampica disordinata su se stessa, si è giunti a Potenza.

Potenza: la città verticale o città delle “cento scale”

Potenza: la città verticale detta anche città delle “cento scale” sorge nel cuore dell’Appennino meridionale, al centro del sud Italia. Vanta il primato come capoluogo di regione più alto d’Italia (819 metri sul livello del mare); tra quelli di provincia solo Enna la supera in altitudine.

Si tratta di un dettaglio tutt’altro che trascurabile dato che il clima atmosferico e le scelte architettoniche e urbanistiche sono fortemente influenzate da questa collocazione geografica.

Il centro storico si trova nel punto più alto mentre i quartieri ed i rioni di più recente costruzione sulle colline circostanti, separati gli uni dagli altri da lunghe salite e discese, altro tratto distintivo di Potenza.

Si narra addirittura che qualche viaggiatore non avvezzo a spostarsi a piedi in città di montagna, sopraffatto dalla stanchezza, sia arrivato ad affermare di aver già affrontato una volta la salita nella direzione opposta e che anche in quel caso la strada fosse in salita invece che in discesa (misteri montani!).

Per facilitare gli spostamenti il trasporto pubblico cittadino, oltre alla tradizionale rete di autobus urbani, si avvale di un sistema di scale mobili che collegano alcune zone più o meno periferiche al centro storico. In particolare le scale mobili di Santa Lucia sono le più lunghe d’Europa. Purtroppo però gli alti costi di manutenzione uniti a storici problemi di bilancio comunale costringono i fruitori a servirsi delle scale “tradizionali” nel loro lunghissimo tragitto.

Espansione urbana degli anni ’70 e composizione sociale

La crescita di Potenza è legata alla nascita e lo sviluppo del polo ospedaliero di Macchia Romana (ospedale San Carlo) negli anni ’70.

In quel periodo si diede seguito alla norma costituzionale che istituisce le Regioni ed i relativi poli amministrativi. Questo diede un grande slancio urbanistico alla città di Potenza che vide crescere di molto la propria popolazione.

Per questo la composizione sociale della città è di tipo impiegatizio con estrazione mediamente borghese. La maggior parte di chi si trasferisce a vivere in città, lo fa dalle zone limitrofe: dai comuni della provincia o da quelli delle regioni confinanti che risultino più vicine a Potenza che al capoluogo di provincia di appartenenza.

Negli ultimi anni tuttavia, come tanti, troppi, centri del mezzogiorno sta vivendo una forte emigrazione giovanile a causa anche, ma non solo, delle scarse opportunità lavorative.

La presenza dell’università della Basilicata è riuscita solo in minima parte a contrastare questo fenomeno migratorio offrendo sì un servizio scolastico di ottimo livello ma, non riuscendo da sola a garantire un impiego una volta terminato il percorso di studi né tanto meno quella vita universitaria presente in altre città di stampo marcatamente giovanile.

Nell’indicare la qualità della vita delle varie città italiane, il Sole 24 ore, attribuisce un punteggio decisamente basso a Potenza per quanto riguarda la cultura e il tempo libero. La noia e la ripetitività delle giornate sono quindi un altro fattore determinante nella scelta di abbandonare la propria terra.

La popolazione di Potenza ha, inoltre, un’età media che si aggira intorno ai 47 anni con un trend negativo di crescita rispetto ai precedenti censimenti. Dati che in buona parte sono persino falsati dalla circostanza che molti giovani risultino ancora residenti in terra lucana ma, di fatto, vivano stabilmente altrove.

Arte, architettura ma soprattutto natura

I monumenti di grande rilevanza artistica sono indubbiamente la cattedrale di San Gerardo, patrono della città ed il Ponte Musmeci, oltre alla piazza principale: Piazza Mario Pagano detta anche Piazza della Prefettura.

Varie chiese e scorci di grande valenza artistica sono visitabili percorrendo il corso centrale di Potenza, via Pretoria (nomen omen).

La chiesa di San Gerardo vescovo, di origine romanica, è stata più volte ristrutturata a causa degli eventi sismici e bellici che ne hanno fortemente compromesso la struttura originale.

Non si può, però, parlare di Potenza senza nominare il contesto naturalistico e paesaggistico che la circonda. Il paesaggio montano, spesso innevato è ben visibile dalla città che è a sua volta immersa nel verde anche se, la progressiva urbanizzazione ha tolto spazio a veri e propri boschi che, in alcune zone della città si sono trasformati in parchi urbani ma, nella maggior parte dei casi sono semplicemente spariti per lasciare spazio al cemento.

Il contesto naturalistico della Lucania è estremamente bello, sebbene per molti rimanga misterioso e poco conosciuto; per citare il film “Basilicata coast to coast” del lucano Rocco Papaleo <<la Basilicata è come il concetto di Dio, o ci credi o non ci credi. La Basilicata, che ci crediate o no, esiste!>>.

Un paesaggio tutt’oggi poco turistizzato ed in buona parte incontaminato, nonostante la presenza vistosa ed inquinante di pozzi petroliferi vada a minare sensibilmente quel concetto di purezza e selvatichezza.

In contrasto con questa, giustamente, lodata bellezza paesaggistica e boschiva, la città di Potenza è stata criticata per il suo sviluppo urbanistico disordinato e caotico, a volte in maniera anche piuttosto aspra e cattiva.

È il caso ad esempio del regista Giovanni Veronesi che, ospite del Maratea Cinemadamare ha dichiarato trattarsi della “città più brutta d’Europa al pari di Foggia”.

Non la pensa allo stesso modo Ambra Angiolini che ha ammesso di credere al potenziale europeo della città, frasi che suonano anche un po’ di circostanza dato che Potenza era stata appena usata come setting per il suo ultimo film: “La Notte più Lunga dell’anno”.

I vantaggi della città con il rischio isolamento

La città di Potenza è senza dubbio un posto sereno nel quale abitare dato anche il bassissimo tasso di criminalità registrato, un luogo nel quale si hanno tutti i servizi e i vantaggi di un centro urbanizzato ma, a due passi dalla campagna e dalla natura.

Un posto nel quale i bambini e le bambine sono ancora liberi di giocare a pallone per strada, nei parchi e nelle piazze ma nel quale l’adolescenza può condurre ad un senso di solitudine troppo spesso colmata con l’abuso di alcool in tenera età.

Gli svantaggi della posizione geografica, oltre che nel clima rigido (che per qualcuno potrebbe invece risultare come ulteriore pregio), sono da individuare sicuramente nel sistema di infrastrutture e trasporti. I collegamenti sia su gomma che su rotaia verso le altre principali città del meridione sono abbastanza complessi, anche a causa della struttura morfologica della regione Basilicata.

Potenza è sotto molti aspetti una piccola oasi di pace e serenità in cui godere di tutti i vantaggi della città senza gli svantaggi della metropoli ma, anche un posto in cui si rischia di patire l’isolamento e l’alienazione.

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