Roma, mattina dell’11 agosto 2020: l’area dell’insediamento Rom situato presso il Foro Italico, dove fino a metà giugno vivevano 129 persone di etnia serba e romena, tra cui numerosi minori, viene sgomberata.
L’annuncio dell’operazione è stato effettuato il 23 luglio 2020 dal Comune di Roma.

La decisione del Campidoglio, che ha optato per un’azione celere, è intervenuta su un problema, quello della discarica abusiva sorta nei pressi delle baracche, riportato all’attenzione mediatica  da un servizio del programma televisivo Le Iene, durante la trasmissione del 2 giugno. S.O.S. Sgomberi o Soluzioni? Direttore responsabile: Claudio Palazzi
Frequenti negli anni si sono succedute le lamentele dei residenti del Trieste-Salario – quartiere densamente popolato – a causa dei fumi tossici provenienti dai roghi appiccati ai rifiuti, (l’ultimo l’8 agosto 2020, prima dello sgombero), nonché per le generali condizioni igienico-sanitarie in cui versa la zona adiacente al villaggio Rom.
Il compito di predisporre un piano atto a risanare l’area, bonificando la discarica, è stato affidato all’Ama Roma (Azienda Municipale Ambiente).

Allo sgombero, tuttavia, non ha avuto seguito un progetto assistenziale adeguato e molti dei nomadi si sono riversati nel III municipio, occupando la zona racchiusa tra il Ponte delle Valli e il Quartiere Africano. A tal proposito, Giovanni Caudo – presidente del III municipio – ha scritto alla Sindaca Virginia Raggi, richiedendo un intervento umanitario e di risanamento ambientale nelle varie aree in cui si sono formati accampamenti di fortuna: Conca d’Oro, stazione ferroviaria Nomentana, Ponte delle Valli, Villa Ada.

Una condizione precaria

 La questione dei campi Rom non è prerogativa italiana.
Per citare solo alcuni esempi, campi autorizzati e campi illegali sono presenti sul territorio del Regno Unito, mentre la Francia – stando a quanto riportato dalla BBC – risulta essere la nazione europea con le politiche più dure nei confronti di questa comunità: le forze di polizia locali demoliscono continuamente i campi.
Secondo il Consiglio d’Europa si stima che la comunità Rom, Sinti e Caminanti in Italia sia costituita da circa 120.000 – 180.000 persone. Sono invece i dati dell’associazione 21luglio – Onlus romana da sempre a sostegno della comunità rom – a riportare che dei 26. 000 residenti nei campi, circa 10.000 vivono in campi non autorizzati. 

Per l’insediamento sull’Olimpica si trattava di un campo “tollerato”, secondo la definizione dell’amministrazione comunale romana.
A differenza dei villaggi autorizzati – chiamati “villaggi della Solidarietà” o “villaggi attrezzati” – i campi tollerati non sono dotati di un presidio di vigilanza, pur essendo generalmente perimetrati, né di orari che ne regolamentino l’apertura o la chiusura. Gli abitanti vivono in container con allaccio elettrico, spesso ad un unico contatore, in condizioni igienico-sanitarie precarie.

 Fuori dal coro

Immediata la reazione allo sgombero dell’11 agosto da parte dell’Associazione 21 luglio, che ha sottolineato la mancata osservanza da parte della Sindaca Virginia Raggi del decreto legge n°18 del 17 marzo 2020 (e le sue successive modifiche) con cui il Governo ha vietato gli sgomberi su territorio nazionale fino al 31 dicembre 2020, a causa dell’epidemia di Covid-19.
L’Onlus ha inoltre tempestivamente lanciato un appello a tutela del villaggio Rom di Castel Romano, il cui sgombero è stato programmato per settembre.

Significativo il commento di Mons. Gianpiero PalmieriVescovo Ausiliare per il settore Est, delegato per la Carità, per la Pastorale dei Migranti, dei ROM della Diocesi di Roma – il quale ha definito “grave” l’operazione sul villaggio del Foro Italico, a cui non è seguito un adeguato piano di ricollocazione per i 12 abitanti rimasti all’interno del campo. Come evidenziato da Mons. Palmieri, si è trattato di un intervento eccessivamente rapido, che ha trattato le persone coinvolte – tra cui si contano anziani, donne incinte, malati e bambini – “come rifiuti”.

Scuola e minori

Secondo le stime di Opera Nomadi, la comunità Rom e Sinti in Italia presenta al proprio interno un’alta presenza di minori, circa il 60% infatti ha meno di 18 anni.
Il Comune di Roma ha all’attivo un servizio di trasporto e accompagnamento scolastico per gli alunni Rom, Sinti e Caminanti: le informazioni sugli orari di frequenza vengono fornite al Dipartimento Servizi Educativi e Scolastici direttamente dai plessi scolastici coinvolti; la copertura del tragitto scuola/abitazione è poi assicurata dall’Agenzia della Mobilità, che coordina i bambini nelle linee di trasporto dedicate.
Il lock-down da Covid-19 ha certamente complicato i processi di scolarizzazione degli alunni rom, laddove le lezioni online rappresentano un privilegio non a tutti accessibile, e adesso, con lo sgombero del campo “tollerato” del Foro Italico, c’è da chiedersi quanti dei minori ritrovatisi senza un’abitazione stabile avranno la possibilità di proseguire un percorso scolastico.

Negli ultimi giorni il quartiere Salario ha visto nuovamente innalzarsi un vortice di fumo all’orizzonte, a partire dalla zona sgomberata in agosto, su ciò che resta del campo “tollerato”, fino ad investire le abitazioni, la circolazione sulla Tangenziale e la linea ferroviaria Roma-Viterbo, che è stata temporaneamente interrotta.
Mentre per il futuro sono auspicabili delle soluzioni adeguate a garantire una maggiore inclusione della comunità Rom e Sinti nella Capitale, che assicurino loro condizioni di vita dignitose e un maggior decoro igienico e ambientale ai quartieri del Salario-Nomentano, per il momento è fumata nera.

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