Roma: un mosaico di impressioni
Un agosto rovente ma insolito, quello sperimentato nella Capitale quest’anno.
Roma, al pari di altre città d’arte, non è una delle mete favorite dal turismo nazionale e internazionale per l’estate 2020.
Appare evidente, nel comunicato stampa del 31 luglio dell’ENIT (Agenzia Nazionale Turismo in Italia) come per le vacanze vengano privilegiate destinazioni balneari e montane, specialmente nel periodo di Ferragosto.
Sembrerebbero, tuttavia, numerosi i residenti che hanno optato quest’anno per delle vacanze romane. Per chi ha deciso di rimanere in città nel mese di agosto, la Capitale non si spegne e continua ad ammaliare sia abitanti che turisti con iniziative allettanti.
Ecco alcuni suggerimenti per imbarcarsi in un tour sensoriale alla scoperta di musei, parchi, novità e vere pietre miliari della Città Eterna.
OCCHIO ALLO SCHERMO
Grandi soddisfazioni per gli amanti dei film: a partire da giugno il calendario romano è stato costellato di proiezioni cinematografiche con arene all’aperto disseminate su tutto il territorio, da Trastevere ad Ostia, e anche ad agosto i proiettori resteranno accesi.
Fino al 31 agosto il CineVillage del Parco Talenti ha in programma pellicole di recente uscita: il candidato agli Oscar 2019, Joker; il Nastro d’Argento 2020, L’Immortale; il candidato agli Oscar 2020, Jojo Rabbit, per citarne alcuni. Non mancano occasioni di incontri ravvicinati con registi e attori, quali Matteo Garrone, Paola Cortellesi, Stefano Fresi.
Per chi preferisce spostarsi in macchina, dal 24 luglio a Cinecittà World è possibile fare il pieno di film. Nella comodità del proprio veicolo, con un ampio parcheggio a disposizione, un maxischermo davanti e un’atmosfera vagamente nostalgica, la formula del drive-in – di recente tornata in voga anche negli USA – si conferma un successo per quest’anno.
Il revival sembra ammiccare all’America degli anni ‘50, ma la rassegna cinematografica disponibile fino al 1 novembre 2020 ha un sapore tutto italiano: il titolo “Sorrisi all’italiana“ parla da sé.
Ad attendere gli spettatori, ci saranno le commedie con Checco Zalone (Sole a catinelle; Quo Vado?), Claudio Bisio (Benvenuti al Sud; Benvenuti al Nord), ma anche opere di Paolo Genovese (Perfetti sconosciuti), Sorrentino (La grande bellezza; Youth) e ancora altri.
CI VUOLE GUSTO
Nell’afa estiva della Città Eterna una pausa rigenerante è sempre gradita e quale luogo migliore di un caffè storico per una bevanda rinfrescante?
Situati in posizione centrale, sono le punte di diamante della ristorazione romana e garantiscono ai propri visitatori un’esperienza in cui passato e presente si intrecciano indissolubilmente; si fa un tuffo nella Roma di ieri per riemergere nella Roma di oggi.
L’Antico Caffè Greco in via Condotti è, ad esempio, una vera istituzione.
Nicola della Maddalena ne è stato il fondatore e dalla sua nazionalità greca discende il nome emblematico con cui il locale è conosciuto dal 1760.
Negli oltre 260 anni di attività ha ospitato tra i suoi tavolini artisti, filosofi, scrittori, studiosi e intellettuali del calibro di Schopenhauer, Stendhal, Wagner.
Ispirazione per pittori come Carl Philipp Fohr, tra i suoi avventori conta personalità come Silvio Pellico e il cardinale Pecci, (futuro papa Leone XIII).
I clienti restano colpiti da una caratteristica in particolare: l’essere anche una galleria d’arte privata aperta al pubblico con più di 300 opere che ne abbelliscono le pareti centenarie.
Appassionati di storia dell’arte?
A via del Babuino è possibile fermarsi e gustare un caffè nell’antico atelier di Antonio Canova. Si tratta del Caffè Museo Atelier Canova Tadolini, lasciato in eredità dal celebre artista al suo allievo favorito, Adamo Tadolini.
Ma c’è di più: il caffè è anche museo scultoreo.
Chi desidera fermarsi al ristorante, viene infatti avvolto dalla visione di statue, busti, mezzibusti, rilievi, che affollano le sale e allietano gli ospiti.
A pochi passi dal Pantheon e da Piazza Navona, si trova infine il Caffè Sant’Eustachio, un bar ben noto agli amanti della bevanda.
Apre le porte al pubblico nel 1938 con arredi e pavimentazione mantenuti tuttora invariati; è un locale piccolo, dispone di due banconi di cui uno per la vendita delle miscele e l’altro per assaggi sul posto. Il suo segno distintivo? Il cervo con una croce tra le corna, emblema dell’omonimo santo.
LA PULCE NELL’ORECCHIO
“Se hai bisogno di chiedere cos’è il jazz, non lo saprai mai” diceva Louis Armstrong.
Per chi già conosce questo genere musicale, ma anche per i novizi che desiderano scoprirlo, sul Monte Celio il jazz è alla portata di tutti: agosto, settembre e ottobre, nella suggestiva location di Villa Celimontana risuonano le note di 100 concerti ad ingresso gratuito.
Il progetto del Village Celimontana si inserisce nella cornice del palinsesto Romarama: l’arte che muove la città, iniziativa del Comune di Roma per il 2020.
Una musica che non solo si fa sentire, ma esige anche di essere ballata: il parco in stile inglese il martedì si apre anche ad altri generi con le piccole lezioni di danza dedicate allo Swing, Charleston, Tip Tap.
ODORE DI NOVITA’
L’odore di Roma, lo conosceva bene lo scrittore e drammaturgo tedesco Hermann Kesten, che nelle proprie parole ne racchiude l’essenza:” Roma odora di incenso e di olio d’oliva, di mimose e violette e di caffè tostato…”
Il profumo del Giardino degli Aranci all’Aventino resta nelle narici di chi vi entra per una passeggiata, per un momento di relax, per godersi il panorama spettacolare.
Siamo nel rione Ripa e il parco si chiama in realtà Parco Savello, ma il nome singolare con cui è passato alla storia rimanda alla presenza di alberi di aranci amari. L’erba curata, la simmetria regolare, l’odore intenso accompagnano i visitatori al belvedere, alla balaustra che affaccia direttamente su Roma, racchiudendo l’intera città in un singolo abbraccio.
Con i suoi 12 ettari di estensione, l’Orto Botanico di Roma è di più ampio respiro, un vero museo all’aria aperta.
I profumi di varie specie di fiori e di piante – tra cui querce, sequoie, rose, palme, piante grasse, orchidee, vegetazione mediterranea e tropicale – si mescolano nei giardini di Villa Corsini, alle pendici del Gianicolo, che ospitano l’orto botanico dal 1883.
Si attraversano boschetti di bambù, si ottiene una fotografia dell’Oriente dal Giardino Giapponese e si subisce il fascino del Giardino degli Aromi. Una sezione, quest’ultima, pensata per tutti, in particolare rivolta ai non vedenti, in quanto offre la possibilità di toccare le foglie delle piante in esposizione e di odorarle. Vi si riconoscono salvia, origano, mentuccia, citronella, gerani e tanto altro.
Rimane accessibile anche nel mese di agosto con obbligo di prenotazione, di mascherina e un massimo di dieci persone per le visite guidate.
UN TOCCO D’ARTISTA
E alla raccolta non può certo mancare il tatto, sebbene le norme igieniche post lockdown impongano cautela.
La prova a cui ciascun turista e residente dovrebbe sottoporsi per testare la propria sincerità si trova nel Rione Ripa, dove è conservato l’antico mascherone presso la chiesa di Santa Maria in Cosmedin.
La conosciamo dal 1485 come “Bocca della verità” e le sue origini si perdono nel mistero. La leggenda vuole che a chiunque infili la propria mano nella bocca della scultura, se menzognero, sarà mozzata. È una leggenda fissata anche nella storia del cinema attraverso la celebre scena che vede protagonisti Audrey Hepburn e Gregory Peck, in Vacanze Romane.
Se si esce illesi dall’impresa, il consiglio è di spostarsi a via della Conciliazione, a pochi passi dal Vaticano, dove si nasconde una piccola perla del Rinascimento: un museo dedicato al genio di Leonardo Da Vinci.
Oltre alle collezioni con riproduzioni di dipinti, nelle cinque sezioni sono ospitate più di cinquanta macchine, ricostruite secondo il progetto del grande artista e scienziato.
Alcune invenzioni possono essere provate in prima persona dal pubblico con le dovute precauzioni (sanificazione quotidiana effettuata dal museo, uso della mascherina e prenotazione della visita).
BUON SENSO
Di recente si è sentito frequentemente parlare di turismo di prossimità come della nuova ed inevitabile tendenza acquisita dal flusso turistico nel post lockdown. Non si rinuncia a viaggiare, ma si tratta di spostamenti diversi, ridimensionati rispetto alle abitudini passate, magari soggiorni più brevi o con destinazioni vicine al proprio domicilio, raggiungibili attraverso mezzi propri.
L’esperienza multisensoriale, in linea con lo spot lanciato dal MIBACT sulle varie reti Rai per incentivare il turismo italiano nell’estate 2020, è un nuovo modo di scoprire (o riscoprire) mete meno lontane – inclusa la propria città di residenza – ma non per questo meno importanti di altre, imparando a ricostruirne la storia, gli odori, i sapori, la voce – in definitiva l’essenza – a partire da piccoli tasselli preziosi.
Direttore responsabile: Claudio Palazzi