U.S.A e colossi digitali

Ad oggi internet è una costante delle nostre vite. Anche i pochi che non ne fruiscono direttamente, ne sono coinvolti dalla digitalizzazione di archivi e pratiche burocratiche. Tutti hanno sentito almeno una volta i nomi di Google e Facebook.

Sebbene il tema delle grandi multinazionali non sia più in voga, siamo abituati a considerarle come indipendenti. L’immagine è quella di enti che, come suggerisce il nome, cavalcano l’economia al di sopra di qualsiasi vincolo nazionale.

Questa visione si rafforza quando parliamo Google (Alphabet), Apple, Facebook o Amazon. Colossi globali talmente pervasivi da apparire a sé stanti. Difficilmente ne parliamo come di aziende americane, semmai come californiane della Silicon Valley.

Tuttavia questa apparente indipendenza rischia di essere fuorviante. Esistono dei limiti, legati ai rapporti con i servizi di Intelligence americana. Nell’articolo che segue ci proponiamo di segnalarne alcune tracce.

Intelligence e innovazioni tecnologiche

Notiamo anzitutto che internet non è solo virtuale. Esiste una dimensione fisica di internet costituita da  più di 1 milione di Km di cavi sottomarini depositati sui fondali oceanici. L’installazione e protezione di questi cavi coinvolge direttamente la Marina statunitense, costringendo i colossi del Web a continue negoziazioni con il governo federale. Ma i legami non si limitano a questo.

I maggiori attori coinvolti nella collaborazione con queste aziende sono l’Nsa (National Security Agency), la DARPA  (Defense Advanced Research Projects Agency), la Cia e una più indefinita società di venture capital fondata nel 1994 dall’ufficiale della Marina Richard Patrick O’Neill, l’Highlands Group.

Quest’ultima, definita come una “informale rete interdisciplinare, sponsorizzata dal governo federale per iniziative circa informazione, scienza e tecnologia” è stata capitanata dal 1973 al 2015 da Andrew Marshall, capo dell’ Ona (Office of Net Assessment), il centro d’analisi interno al Pentagono per strategie tecnologiche di lungo termine. Numerosi gli incontri informali del gruppo con i rappresentati delle maggiori aziende tecnologiche americane.

Al chiarimento di questi attori fondamentali segue una doverosa premessa: agenzie come l’Nsa o la Cia non sempre contribuiscono direttamente al finanziamento delle aziende interessate. Spesso è un intervento indiretto, costituito da complesse catene di gruppi, istituzioni e personalità in esse coinvolte. La loro ricostruzione è possibile, ma in questa sede rischia di diventare caotica e pedante. Ci limiteremo a dare indicazioni generali, fornendo i riferimenti per chi volesse approfondirle.

Una istituzione fondamentale di questa filiera è la Stanford University. Già dagli anni ’80 l’università svolgeva ricerche per conto del Pentagono nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Negli anni ’90 questa convergenza incontrò i progetti dei futuri fondatori di Google.

In particolare nel 1994, Sergej Brin lavorava a progetti di indicizzazione delle pagine web, cuore di ogni motore di ricerca. A questi si aggiunsero le ricerche di Jeffrey Ullman per raccogliere le informazioni caoticamente sparse per la rete. Entrambi i progetti erano finanziati direttamente dalla DARPA e indirettamente da Cia ed Nsa  attraverso l’MDDS (Massive Digital Data System). Solo due anni dopo (1998) Brin e Page lanciarono Google.

Altro attore d’interesse è l’In-Q-Tel. Fondata nel 1999, opera come talent scout dell’Intelligence (Cia) per la ricerca di tecnologie promettenti ai fini della sicurezza nazionale.

Una delle sue pupille è la KeyHole, le cui infrastrutture satellitari furono acquisite nel 2004 da Google per l’implementazione di Google Earth. Membro del broad di In-Q-Tell era anche Stephen Friedman, presidente della Goldman Sachs, che nel 2011 ha investito 450 milioni di dollari in Facebook. Friedman inoltre è stato membro del Consiglio di Intelligence statunitense di cui sarà presidente dal 2005 al 2009.

Negli ultimi anni, anche l’Italia ha visto l’esplosione del più famoso gigante dell’e-commerce occidentale, Amazon. L’azienda, fondata nel 1994 da Jeff Bezos, è tra le collaboratrici preferite dalla Cia e dal Pentagono. Con la prima stilò un contratto da 600 milioni di dollari nel 2013. Con la seconda ha avviato nel 2018 un progetto dal 10 miliardi di dollari (Joint Enterprise Defense Infrastructure) per la realizzazione di un’imponente rete Cloud.

Intelligence e Big Data

Questi dati sono di estremo interesse per i servizi di intelligence. Nel 2013, a seguito dello scandalo Snowden, è riemerso il dibattito attorno alla Sezione 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act. Si tratta dell’atto normativo che autorizzerebbe la raccolta e analisi di dati riservati per la neutralizzazione di soggetti potenzialmente pericolosi legati ad attività “straniere”.

La sua pubblicazione risale al 1978, ma dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, è stato aggiornato alle innovazioni dell’era digitale. La scadenza di questo atto era fissata per il 2017 e dopo questo dibattito ne sono state sospese alcune attività. Tuttavia la sospensione è solo parziale e non sembrano interrotti i programmi di monitoraggio direttamente legate al progetto PRISM, teso all’analisi di questi dati.

Conclusioni

Ad oggi Google raccoglie il 92% delle ricerche globali su internet. Di queste, il 64% avviene direttamente attraverso il suo browser di navigazione (Google Chrome). Il 72% dei dispositivi mobili (tablet compresi) montano un sistema operativo Android, prodotto dalla stessa stessa azienda.

Possiamo concludere osservando come queste aziende sembrino tutt’altro che slegate da vincoli con i propri stati di appartenenza. Sebbene il mondo occidentale, e non solo, abbia accolto a braccia aperte le formidabili innovazioni fornite da queste aziende, sembra opportuno mantenere una certa consapevolezza circa la loro provenienza. Si tratta di aziende americane a disposizione dei suoi interessi strategici.

Ne sanno qualcosa Google e Facebook, redarguite dal Congresso quando hanno cercato di aprirsi allo scomodo avversario cinese. Argomento che merita un approfondimento a parte.

Direttore responsabile: Claudio Palazzi

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