In Campania, in provincia di Napoli, esiste una città che, secondo diverse fonti storiche, risulta essere addirittura più antica di Roma. La città in questione è Nola, anche chiamata “Città Bruniana”, luogo natale del filosofo Giordano Bruno, e “Città dei Gigli”, nome che riprende la festa di tradizione cattolica che ogni anno, a giugno, Nola dedica a San Paolino. Una domanda che molti si pongono quando visitano la città di Nola è: a che secolo risale?

I numerosi ritrovamenti archeologici fanno risalire le origini della città agli Etruschi prima, nel VII secolo a.C., che la chiamarono “Hyria”. Successivamente, i Sanniti, dopo averla conquistata e poi ricostruita, la ribattezzarono con il nome “Nuvla” ovvero città nuova. È dunque sotto l’afflusso degli Etruschi e Greci che viene fondato il primo nucleo abitativo nolano ai quali risalgono i reperti storici rinvenuti e attualmente conservati presso il Museo Archeologico Storico di Nola.

Numerosi sono stati i reperti storici trovati nel corso degli anni. In particolare, nel 2000, a Nola, è stato scoperto un villaggio preistorico, oggi soprannominato “la Pompei dell’età del Bronzo”, che ha da subito richiamato l’attenzione di esperti e archeologi di tutto il mondo. Ciò che stupisce particolarmente di questa scoperta è il modo in cui questo antico villaggio si è conservato negli anni. Nonostante l’eruzione del Vesuvio e la cenere che ha ricoperto tutto il territorio, le capanne che componevano il villaggio si sono conservate quasi interamente insieme ad utensili vari e manufatti. Ciò perché, subito dopo l’eruzione, la città fu vittima di un’alluvione fangosa che ricoprì le diverse strutture garantendo la loro conservazione. Nel 2002, inoltre, sono stati ritrovati resti di animali e piante e a pochi mesi dall’apertura, nel 2005, nel sito archeologico ci fu subito un boom di visitatori. La curiosità che dona questo luogo porta ogni anno a Nola numerosi turisti affascinati dalla storia di questa città e dalla sua bellezza.

Una passeggiata nel suo centro storico

Passeggiando per la città, si percepisce subito quanto Nola sia una realtà molto antica. Oltre ai numerosi reperti storici scoperti nel corso degli anni, ciò che salta all’occhio e di cui si rimane immediatamente stupiti è la bellezza del suo centro storico e in modo particolare della sua grande piazza situata nel cuore della città. Appena si entra all’interno di Piazza Duomo, si rimane subito affascinati dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta, una costruzione iniziata nel 1869 e terminata agli inizi del Novecento, progettata dall’architetto Nicola Breglia.

Fu inaugurata nel 1909 e al suo interno conserva le reliquie di San Paolino. Si tratta di una nuova costruzione che fu necessaria in seguito ad un incendio che nel 1861 distrusse la precedente chiesa gotica. La Cattedrale è composta da tre navate divise da colonne in granito; nel transetto, invece, troviamo una grande cupola. Chiudono la facciata esterna della Cattedrale due campanili laterali, in cui sono poste le statue di San Felice (patrono di Nola) e San Paolino. All’interno della Chiesa sono presenti anche due statue dei Santi sopravvissute all’incendio del 1861 e che risalgono al XVII secolo.

Proseguendo per il centro storico della città si arriva a Piazza Giordano Bruno, dedicata al filosofo nolano, dove ha sede attualmente il Tribunale di Nola, precedentemente residenza del Conte Orso Orsini. La Reggia fu costruita nel 1461 dai Conti Orsini e venne utilizzata come loro residenza ufficiale.  Successivamente, nel 1860, vi fu allocato il Distretto Militare e dal 1994 è sede del Tribunale di Nola e Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nola.

I Gigli di Nola: una tradizione che dura da secoli

Il legame tra la città di Nola con San Paolino è tanto forte che i suoi abitanti, i nolani, gli hanno dedicato una delle feste più rinomate della Campania. Ogni anno, a giugno, si celebra in città la Festa dei Gigli, una festa popolare religiosa che si tiene da ormai 1.604 anni, tanto che nel 2013, è stata riconosciuta Patrimonio orale e immateriale dell’umanità dell’UNESCO.

I nolani sono molto legati a questa festività per ragioni tradizionali e soprattutto religiose. La festa è dedicata a San Paolino, vescovo di Nola, che, secondo la leggenda, in seguito alle invasioni di Alarico I (re dei Visigoti) nel 410, donò sé stesso e i suoi averi in cambio della liberazione dei nolani resi ormai schiavi in Africa. Il ritorno del Santo e dei prigionieri a Nola avvenne di lì a poco; essi tornarono accompagnati da navi cariche di grano e approdarono sulla spiaggia di Torre Annunziata. Al loro arrivo, furono accolti dai fedeli nolani con dei mazzi di gigli portati tutti insieme fino alla sede vescovile. In memoria di questo avvenimento, ogni anno a Nola, la domenica successiva al 22 giugno (morte del Santo) si celebra tale festa per onorare san Paolino e il suo affetto verso la città.

Oggi quei gigli (di cui si conserva solo il nome) si sono trasformati in grandi obelischi di legno e cartapesta alti 25 metri che i cullatori nolani (coloro che trasportano e fanno danzare a ritmo di musica il giglio) trasportano sulle loro spalle in giro per i vicoli della città. I gigli sono in totale otto, ognuno di una diversa corporazione (chiamata paranza). Oltre ai gigli, vi è anche una grossa barca, fatta del loro stesso materiale, che sta a simboleggiare il ritorno di San Paolino e dei nolani via mare. I gigli e la barca vengono trasportati in gruppo da circa 128 uomini disposti tra le travi in legno che sorreggono l’intera struttura. Caratteristica della festa sono i brani su cui vengono fatti danzare i gigli; brani suonati da musicisti disposti sui gigli stessi.

Il giorno della festa, dopo aver celebrato la santa messa presso ciascuna paranza, ogni cullatore prende il suo posto sotto al giglio per l’alzata iniziale della struttura. Si tratta di persone molto addestrate in quanto il movimento richiede, oltre ad un enorme sforzo, anche precisione e coordinamento fra di loro in modo da evitare oscillazioni pericolose della struttura. Tutti i gigli insieme alla barca vengono portati in Piazza Duomo e, dopo essersi esibiti ciascuno con una propria danza, arriva il momento più atteso da nolani e turisti: il vescovo di Nola benedice, con il busto d’argento di San Paolino, ciascun giglio dando inizio alla festa.

Per ogni cullatore, portare il giglio sulla propria spalla, è un segno di forte devozione per il Santo. Alzare questa grossa struttura (ogni giglio può arrivare a pesare circa 25 quintali) implica naturalmente uno sforzo fisico notevole e, per tale motivo, essi sono soggetti spesso ad una deformazione fisica che comporta dei calli, in alcuni casi enormi, sulla spalla. Questa deformazione è chiamata “gobba di San Paolino” ed è per loro un vero e proprio vanto. Non la nascondono ma la mostrano orgogliosi.

Sono tantissime le persone che ogni anno nel giorno della festa si riuniscono a Nola per celebrare con passione e fede il Santo che ha salvato la città. Lo stupore delle persone di fronte ai grossi gigli che danzano e saltano a ritmo di musica è tanto. Si tratta di una festa che emoziona nolani e non solo; sono migliaia anche i turisti che, incuriositi dalla maestosità e allo stesso tempo dall’agilità dei gigli, si riuniscono ogni anno per vedere con i loro occhi l’armonia e la devozione di un’intera città per il Santo. Dopo due anni di stop causa pandemia Covid-19, la festa dei gigli dovrebbe ritornare a Giugno 2023. L’attesa e la voglia di celebrare San Paolino è davvero tanta e i devoti non vedono l’ora.

Nola anche come città del commercio

Attualmente la città conta 36 mila abitanti e, proprio come in passato, è il centro di numerosi scambi commerciali. Se ci spostiamo nella zona più esterna della città, in località Boscofangone, troviamo il CIS (Centro di Ingrosso e Sviluppo), una vera e propria città del commercio sin dal 1986.

Questa grande realtà, che attualmente conta 300 aziende di diversi settori merceologici, si sviluppa su un territorio di un milione di metri quadrati di superficie e comprende anche un interporto dotato di collegamento ferroviario interno. Con il passare degli anni, il CIS si è affermato in modo sempre più radicale diventando punto di riferimento non solo per gli italiani ma anche per clienti stranieri. Al suo interno non solo presenti solo negozi ma tutto ciò che serve a soddisfare in pieno il cliente e chi ci lavora; è provvisto di 5 sportelli bancari, un’agenzia viaggi, un ufficio postale, stazione di rifornimento carburante, tabacchini, caserma dei carabinieri, caserma vigili del fuori, un eliporto, campi di calcio e ovviamente bar e ristoranti vari. Una città dentro un’altra città. Inoltre, il CIS, risulta essere l’unico interporto italiano che dispone di una stazione ferroviaria interna: il TIN – Terminal Intermodale Nola S.p.A. Il terminal ha un’estensione di circa 225.000 mq e al suo interno è presente un’area doganale dove vengono custodite le merci di provenienza extra-europee in attesa di una destinazione doganale. Il terminal collega il centro-sud d’Italia e i principali porti ed interporti italiani (Napoli, Gioia Tauro, Taranto, Salerno, Milano, Verona, Bologna) e paesi europei (Monaco, Amburgo, Oslo, Rotterdam, ecc).

Nell’area limitrofa all’interporto, invece, sorge un altro gioiello nolano. Parliamo del Vulcano Buono, centro commerciale progettato dal famoso architetto Renzo Piano, inaugurato il 7 Dicembre 2007. Da come si evince dal nome, il centro commerciale è stato progettato e costruito per somigliare al Vesuvio; infatti, la sua forma ricorda proprio quella del famoso Vulcano a cono. Si sviluppa su un lotto di circa 50 ettari; comprende un enorme piazza centrale di 22.000 metri quadri, 155 negozi, punti di ristoro, un albergo con centro benessere incluso di palestra, un cinema multisala e un parcheggio con 8.000 posti auto. Il suo interno è suddiviso in zone che riprendono alcuni dei posti più belli della Campania: Capri, Ischia, Positano, Sorrento, Amalfi.

Il Vulcano Buono, oltre ad essere stato un grosso investimento per la regione, ha anche offerto numerosi posti di lavoro impattando positivamente sull’economia della zona. Al suo interno, oltre a trovare negozi di vari marchi, vengono spesso anche organizzati eventi molto interessanti: concerti, spettacoli per bambini e varie iniziative. A tal proposito, nella sua piazza, il 13 luglio scorso, è stata inaugurata l’arena di container più grande d’Europa. Il progetto si chiama EUTOPIA; si tratta di un museo futuristico dedicato alla street art e non solo. L’arena è composta da 48 container disposti l’uno vicino all’altro che vanno a formare uno spazio di ben 1700 mq. All’interno dell’arena sono stati fino ad oggi ospitate le opere di vari artisti: show immersivi ma anche concerti e spettacoli divertenti.

Oggi chi va al Vulcano Buono è attratto non solo dall’idea dello shopping ma anche dalla sua piazza divenuta ormai un palinsesto artistico aperto a tutti gratuitamente.  L’idea di inserire l’arte in un contesto diverso dal museo è piaciuta a molti e il poter fruire, ammirare tali contenuti mentre magari si sorseggia un caffè o si mangia un gelato è qualcosa che va al di fuori di quello a cui siamo solitamente abituati.

Nola, oggi come in passato, risulta essere una città tutta da scoprire, in continua evoluzione. Una città immortale ricca di tradizione e storia. La sua festa, il suo centro storico e i numerosi reperti storici sono ogni anno visitati da molti turisti che, incuriositi dalla sua storia, si avventurano in questa fantastica città. Nonostante i due anni di inattività causata dalla pandemia, ad oggi le visite ai Musei sono riprese normalmente e ora non resta che attendere la famosa Festa dei Gigli che, come ogni anno, è attrazione per molte persone provenienti da tutt’Italia. Festa che diverte persone di tutte le età, che accomuna grandi e piccoli in un unico obiettivo: la memoria di un Santo che ha salvato i nolani, San Paolino da Nola.

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