Senigallia è una media città dell’adriatico. È il luogo in cui vivo, ho i miei affetti e i miei progetti di vita. Questa città anche se ha avuto una peculiare storia, che tra l’altro distingue qualsiasi centro cittadino della penisola, credo possa essere presa a modello. A modello per quello che molte città stanno vivendo negli ultimi anni, specialmente nel concitato periodo di attività appena precedenti e successive alla pandemia. Le opere e attività inaugurate dall’Amministrazione e dalle associazioni, le elezioni comunali, alcuni aspetti critici del vivere cittadino, la gestione della pandemia e la mobilitazione del comparto turistico hanno stravolto e continuano a cambiare molti comportamenti assodati nel tempo delle città in cui viviamo.

Senigallia-collage

La città in cui risiedo è poco conosciuta al di fuori della Regione Marche. Già è tanto se ne sono al corrente alcuni cittadini delle Regioni limitrofe. Ad ogni modo è famosa per la sua spiaggia, detta di velluto, e la Rotonda a mare, oltre che per eventi estivi turistici come il Summer Jamboree. Il suo nome è di origine latina. Sena Gallica, questo il termine che gli antichi romani gli diedero, in onore dei Galli Senoni, popolazione celtica che era stanziata nel centro Italia e aveva la sua base principale proprio nella valle del fiume Misa. Il territorio che oggi conosciamo come Senigallia era la “capitale” dell’Ager Gallicus, zona del centro Italia controllata dai Galli. Questi diedero filo da torcere agli stessi abitanti della città eterna che dovettero subire il loro primo saccheggio proprio ad opera dei Galli. Il primo sacco di Roma della storia, ad opera del celebre condottiero Brenno. La tradizione vuole che egli abbia fondato il villaggio sulle cui ceneri sorse Senigallia. La città può vantare per di più risalenti riferimenti da parte di insigni letterati italiani. Dante, Machiavelli e Carducci sono solo alcuni degli illustri uomini-simbolo italiani che si sono soffermati sulla località. Nel corso dei secoli, il paese è stato soprannominato città mezza ebrea e mezza canaglia. Questa dicitura è cominciata a circolare nel periodo in cui la città era controllata da Sigismondo Pandolfo Malatesta, principe di Rimini, noto esponente della famiglia malatestiana. Lo stesso attuò delle politiche atte a rinfocolare la popolazione cittadina, depressa dopo il periodo pestilenziale del Basso Medioevo, attraverso l’agevolazione dell’immigrazione di persone con problemi con la giustizia e di ebrei. La risposta che il tipico senigalliese da in maniera scherzosa è: se guardi ben bene è più canaglia chi ci viene. Da questo semplice aneddoto si evince che i senigalliesi sono un miscuglio di popoli e culture. Animati dal tipico campanilismo dei comuni del centro-Nord Italia, Senigallia è luogo di frontiera. È il confine orientale della linea isoglossa Massa-Senigallia che divide le lingue mediane del centro da quelle settentrionali. Infatti il senigalliese è un dialetto con influenze parimenti dal gallico e dal piceno. Il territorio è in parte pianeggiante e urbano ma è caratterizzato anche da una folta popolazione nelle campagne, presente nelle frazioni interne che si spingono nelle prime colline della Regione. La città per di più è fregiata dal 1997 dalla Bandiera Blu, prestigioso vessillo che certifica la qualità del mare e le politiche adottate a favore dell’ambiente. L’attenzione al verde e più in generale alle politiche ambientali, possono essere considerate il filo rosso che deve o dovrebbe sempre essere il faro da seguire, per l’Amministrazione cittadina e i suoi abitanti. Durante gli ultimi decenni Senigallia ha completamente cambiato volto, essendo artefice di numerose opere di riqualificazione che seguono un preciso piano urbanistico. Da un lato ci si è voluto ispirare ai centri storici e piazze tipiche toscane, in cui non vi sono alberi ma pavimentazioni marmoree o di pietra che fanno risaltare i palazzi storici adiacenti alle piazze, che altrimenti sarebbero oscurati dalle strutture arboree. D’altro canto però si sono creati numerose aree verdi e boschive al di fuori del centro storico, volendo arrivare all’ambizioso fine di rendere la città sempre più ecosostenibile e amica della natura. L’esperienza del progetto Bosco Mio, grazie anche all’impegno dell’associazione di promozione culturale Sena Nova, è un esempio che va in questa direzione.

Senigallia, Bosco Mio

BOSCO MIO

Bosco mio è una realtà giovane del mio territorio. Sviluppata in una frazione senigalliese presso una gobba collinare. È da oltre due anni buon esempio che coniuga ambiente e brama di conoscenza con coinvolgimento di persone, soprattutto i più piccoli studenti della scuola dell’obbligo. L’area verde è coperta di alberi e può vantare anche rare specie animali presenti. Ha l’ambizioso scopo di avvicinare e incuriosire tutti alla flora e fauna che abbiamo “dietro casa”. Nel bosco è presente un percorso guidato che i volontari di Sena Nova, coordinandosi con le scuole fanno scoprire, facendo da ciceroni e custodi del territorio. L’associazione da cui tutto è nato ha partecipato a un bando regionale-europeo per occuparsi della qualità dell’ambiente. Da ciò è nato questo bell’esempio, binomio natura-uomo. Al proposito, uno dei promotori dell’associazione definisce Bosco mio, un bosco urbano. Questo perché a poche centinaia di metri dal centro urbano è possibile scoprire il regno delle api (con l’apicoltore Ivaldo che ci accoglie ogni volta con entusiasmo e ci regala miele, propoli e pappa reale), il mondo degli uccelli, il pianeta delle farfalle, il territorio degli alberi, il luogo del Mito e della Favola, la zona franca per gli gnomi e le fate, la palestra degli scoiattoli, il rifugio per i pettirossi, lo stagno delle raganelle, il cespuglio del Biacco, il nascondiglio del Riccio, lo spazio dove ovunque vive la biodiversità. “Boscomio” è anche il Laboratorio dove con “Fosforo” abbiamo incontrato tanti ragazzi e genitori, con i volontari della Fondazione Caritas facciamo integrazione, con le Scuole Inferiori stiamo crescendo “nel Bello” con disegni, colori, pastelli e acquerelli, canzoncine e balli, con le Scuole Superiori affrontiamo lezioni di scienze, con tanti altri –che vorranno- potremmo immaginare di scrutare il cielo, leggere brani, ascoltare musica. Lo stesso promotore vuole sottolineare anche che il progetto, cofinanziato dalla Regione, vede il contributo della Caritas locale e della cooperativa Undicesimaora, grazie a cui si sono attuati dei percorsi di inserimento lavorativo in agricoltura sociale al fine recuperare la macchia verde e creare dei percorsi per i visitatori.

Senigallia, Bosco Mio 2

Senigallia, Bosco Mio api

Questa fruttuosa attività è stata però sospesa in diverse battute dall’immane dramma che ha sconvolto l’umanità: l’attuale pandemia che ha ormai trasformato la vita quotidiana di ognuno di noi. E dal correlato uso della mascherina, gel disinfettanti, distanziamento sociale, ecc.                                                                                                                  Il Covid nella mia città si è fatto assai sentire, portando via diversi amici e segnandone molti altri. Durante questo periodo molte attività, come nel resto d’Italia, hanno dovuto rimanere chiuse. Allo stesso modo anche i cittadini, sono dovuti rimanere nelle loro case.    Nella primavera del 2020 si sarebbero dovute tenere le quinquennali elezioni amministrative comunali. Il consueto appello al voto però non si è verificato come di consueto. Le elezioni sono state infatti posticipate all’autunno dello stesso anno per ragioni sanitarie. Questa campagna elettorale cittadina sarà sicuramente ricordata come una delle più lunghe e insolite. Tra l’altro hanno segnato la fine di un’era. Il sindaco uscente, giunto al secondo mandato, non è riuscito a confermare il suo partito alla guida della città, rilegato quindi alla minoranza del consiglio comunale. Dopo oltre 20 anni la città ha cambiato colore politico. Tristezza ed euforia per il risultato hanno caratterizzato l’animo delle parti contrapposte. Però le gioie e i dolori per il voto non sono nulla in confronto alla disparata preoccupazione, che eletti ed elettori, hanno nel gestire e vivere la cosa pubblica, in un periodo di straordinaria calamità legata al Sars-Cov-2. Ad ogni modo non sono mancate le divisioni politiche, un tempo si sarebbero dette ideologiche, su disparati temi locali e non. Su questo aspetto l’agire della nuova Giunta si è caratterizzato nei primi mesi d’attività in una determinata scelta. I componenti della maggioranza non hanno voluto rinnovare lo striscione che simboleggiava l’impegno per la verità sulla morte di Giulio Regeni.

Striscione Regeni Senigallia

REGENI

Il diffuso manifesto di Amnesty International presente sulle facciate di molti palazzi comunali d’Italia è stato rimosso dal balcone della sede del Comune senigalliese, dopo 4 anni dall’affissione. Questo episodio, non è difficile immaginarselo, ha avuto eco nazionale essendo riportato nelle principali testate giornalistiche del Paese. Comunque Regeni, il giovane studente italiano assassinato dai servizi segreti egiziani per le sue indagini su alcuni sindacati indipendenti nello Stato dei faraoni (che evidentemente danno fastidio al regime autoritario egiziano), è stato ricordato dall’Amministrazione in altri modi. Ma ciò non è considerato da molti paragonabile all’impegno che la precedente maggioranza aveva dato, essendo di fatto un passo indietro nella promozione, sensibilizzazione e impegno sulla ricerca della verità.

Palazzo Municipio Senigallia, 15 maggio 2021

Questa è come oggi si presenta Piazza Roma, l’area in cui si prospetta il Palazzo del Municipio della mia città. Due grosse bandiere, italiana e dell’UE, solitamente primeggiano sullo spiazzo, in due delle tre aste presenti. C’è da dire però che poco tempo fa era presente come indicato anche un altro vessillo portatore di un preciso significato, da ricordare e tener vivo: la bandiera gialla di Amnesty International per Giulio Regeni. La motivazione della rimozione da parte della nuova Amministrazione è stata quella che lo striscione era ormai “consunto e rovinato da tempo”. Inoltre, la decisione è stata giustificata pubblicamente dal Sindaco di Senigallia con la contemporanea scrittura di una lettera al Governo italiano, con la quale si critica l’inerzia del governo italiano di fronte al perdurante mistero attorno ai responsabili della morte di Giulio Regeni. Viene da loro affermato, nel contempo, che ai fini della ricerca della verità, è meglio intraprendere una corrispondenza postale che esporre uno striscione pubblico. Difatti queste le testuali parole del primo cittadino senigalliese interpellato sul tema in Consiglio Comunale:

Detta Amministrazione ha ritenuto di intraprendere un’azione formale e ufficiale nei confronti delle autorità governative del nostro Paese affinché vi sia un’azione diplomatica che possa portare a far luce sulla tragica scomparsa del nostro giovane connazionale.                                                                                                                Il bisogno di verità e giustizia interpella le coscienze di ciascuno di noi, ma sta alle autorità preposte provvedere affinché essa possa essere garantita ad ogni singolo individuo.            Il Governo da un lato e la magistratura dall’altro, ciascuno con le proprie competenze, sono chiamati a fare la propria parte affinché a Giulio Regeni, alla sua famiglia e agli italiani sia assicurato il diritto di sapere. 

Dopo di ciò, la cittadinanza più sensibile al tema e diverse organizzazioni politiche si sono attività per far ripristinare il manifesto, nel frattempo contribuendo economicamente a sostituirlo con uno nuovo. Essi sostengono che quel simbolo appeso sulla “casa” del Comune serva da promemoria per tutta la cittadinanza, per manifestare il fatto che nessuno deve essere tralasciato o oscurato. Per tutti i Giulio che ci sono in Italia o all’estero. Bisogna considerare infatti che queste battaglie simboliche sono universali, valgono per tutti, e per questo hanno una forte valenza. Quando fu issato il drappo, inoltre, ci fu il coinvolgimento pubblico nel compiere il gesto; invece in questa situazione vi è stata una mera presa di posizione da parte della maggioranza che ha suscitato come presumibile una vasta serie di polemiche politiche, anche demagogiche, per ripristinarlo. Ad aggiungere benzina sul fuoco c’è stato inoltre il rifiuto di concedere la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki, studente egiziano che però studiava a Bologna, il quale sta tuttora subendo le conseguenze di un regime autoritario come quello egiziano.

Di seguito, oltre alle battaglie simboliche, in questi lunghi mesi di restrizioni si è erta la voce di chi sta vivendo il periodo con considerevoli difficoltà, soprattutto economiche. All’approcciarsi della stagione estiva molti continuano ad essere i dubbi e le preoccupazioni per una categoria di lavoratori che punta tutto o molto sul turismo balneare estivo e su chi, dopo molti mesi di chiusura, vorrebbe ad esempio la cancellazione del coprifuoco (politica anti-contagio che inficia pesantemente sul fatturato di numerose imprese).

Tavoli ristorante Senigallia

IMPRENDITORI E STAGIONE BALNEARE

Le attività turistiche estive e chi ci lavora: baristi, ristoratori, albergatori, concessionari delle spiagge, ecc. lo scorso anno erano grossomodo riusciti a coprire le spese. Anzi, per quanto riguarda le strutture alberghiere e le concessioni balneari, avevano addirittura mediamente aumentato la clientela. Quest’anno però gli effetti della crisi pandemica si sono fatti sentire finora in maniera maggiore e questa galassia di piccoli e medi imprenditori non sanno ancora se potranno ripetere il successo dell’estate 2020 o se invece solo puntare al pareggio con i costi.

Preparativi stagione balneare Senigallia

Ad ogni modo una boccata d’ossigeno è arrivata a molti di loro grazie ai ristori, sostegni economici che però spesso servono solo a coprire le spese da sostenere, a volte soltanto parte di esse. Le preoccupazioni arrivano anche a causa dell’incognita del turismo straniero che rischia di essere minore anche dello scorso anno. Qualche mese orsono infatti, diversi imprenditori e liberi professionisti esasperati dalla situazione hanno organizzato uno sciopero attraverso il Movimento Ospitalità Velluto. I soci di questa associazione sono essenzialmente gli operatori del comparto della ristorazione che a Senigallia, come nel resto d’Italia, sono in diversa misura preoccupati per le loro attività commerciali. Perciò hanno deciso di unirsi sotto un’unica sigla e promuovere attività e manifestazioni a sostegno della loro categoria. Hanno appunto proposto dei tavoli di concertazione con le istituzioni locali. Fin dalla nascita di MOV, molti dei ristoranti noti della città hanno deciso di aderirvi rendendo il movimento degno di nota. Il 13 aprile scorso gli aderenti all’associazione hanno organizzato una manifestazione a cui hanno partecipato circa 300 persone per chiedere il ritorno al lavoro del settore ristorativo. Il corteo ha occupato una delle vie principali della città, la statale adriatica, e in maniera del tutto pacifica una sua delegazione è stata ricevuta dal Sindaco cittadino. Nel colloquio i rappresentanti dell’associazione hanno chiesto all’Amministratore della città una programmazione delle riaperture e un tavolo tecnico permanente per capire e condividere le scelte in tal senso. Per di più è stato chiesto la fine dei diversificati orari di apertura e la divisione fra attività essenziali e non. Questi cittadini si sono sentiti soli e non coinvolti nelle decisioni istituzionali che hanno condizionato le loro imprese, non sapendo finora quanti dipendenti chiamare per l’estate in procinto di iniziare. Anche se al momento tasse e mutui sono sospesi, quando arriverà il momento di pagarle, la preoccupazione della categoria è quella di non aver incassato o ricevuto a sufficienza gli adeguati sostegni economici, per sostenere le spese. L’iniziativa che quindi vuole in prima battuta lo stop alle chiusure, è stata organizzata in contemporanea in molte località d’Italia, per cercare veramente di essere efficace. Come sappiamo però, dopo oltre un mese e la riduzione dei contagi, qualcosa si è smosso a favore delle istanze dei ristoratori. Anzitutto dalla fine di aprile la Regione Marche è tornata in zona gialla facendo così respirare un minimo queste attività che hanno potuto riaprire i battenti, seppur non al 100%. Ad ogni modo, invece, in questi giorni a scaldare gli animi ed alimentare accesi dibattiti è la disposizione del coprifuoco giudicata ormai da molti esercenti inutile e dannosa. Pensata col chiaro scopo di limitare i contagi viene spesso disattesa nei grandi centri urbani e crea paradossalmente più assembramenti di persone presso le abitazioni private, dove i sistemi di controllo e prevenzione dal virus sono tendenzialmente meno presenti. Dalla prossima settimana anche il coprifuoco, grazie alla diminuzione della presenza del virus nel Paese, dovrebbe essere meno restrittivo andando quindi nella direzione paventata da molti. Intanto i concessionari, bagnini e tutti coloro che lavorano negli stabilimenti balneari e che hanno a che fare col mare si stanno preparando alla prossima stagione estiva. L’incertezza sulle politiche delle riaperture e sulle prenotazioni mettono ansia sulla categoria. Tra l’altro essendo gli operatori del settore molto a contatto con le persone diverse voci si ergono per consentire una vaccinazione più celere degli stessi.                                                                                                          D’altro lato però in una situazione di estrema incertezza economica, ancora imprenditori caparbi e che credono nella ripresa si fanno sentire sul territorio, come sta avvenendo presso l’ex concessionaria Bora Bora. In una posizione centralissima sul lungomare, lo stabilimento balneare con annesso bar e ristorante sta subendo un forte restyling per mostrarsi in una nuova e moderna veste alla città e ai turisti.

Lavori nuovo stabilimento balneare Senigallia

Tutto questo in una città, la mia città, ma sono sicuro che volendo cambiare qualche aggettivo e sostantivo potrebbe essere questa trattazione molto simile a disparate località del Bel Paese, da nord a sud, da est a ovest.

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