Ostia è conosciuta per essere la spiaggia di Roma. Non tutti sanno però che la zona ha molto da offrire sul piano culturale, oltre che essere stata purtroppo al centro di diversi episodi di illegalità nel corso degli anni. I Giovani Democratici raccontano la spiaggia di Ostia Direttore responsabile: Claudio Palazzi

A pochi giorni dall’inizio della stagione balneare, fissata per il 1 maggio, la frazione di Roma Capitale si sta preparando ad accogliere come ogni anno i turisti laziali e da tutto il mondo. Quest’anno i preparativi sono stati però molto più turbolenti del solito. Il 22 dicembre 2020 è stato pubblicato sul sito del Comune di Roma, il bando per l’affidamento di 37 concessioni demaniali marittime sul litorale di Ostia. Questa scelta da parte del Comune, non ha voluto recepire la legge 145/2018 che prevede le estensioni delle concessioni fino al 2033, prendendo in considerazione invece la precedente proroga che arrivava appunto a fine 2020. Tale bando propone l’affidamento delle concessioni per una sola stagione balneare e le persone interessate possono partecipare alla gara per solo uno dei 37 stabilimenti. Questa scelta è stata giustificata dal Municipio perché volta a conservare e manutenere gli arenili. D’altra parte però le associazioni di categoria dei concessionari, sono scesi sul punto di guerra considerando illegittimo il bando. Inoltre questa mossa è stata criticata anche dal PD locale il quale crede che di fatto questo bando si tramuti in una nuova proroga dei precedenti concessionari. Infatti, almeno per la seguente stagione, è stata disposta una proroga tecnica degli stessi. Ciò perché il 22 settembre è fissata l’udienza del TAR, sul ricorso di uno dei 37 stabilimenti, sulla legittimità del bando di gara.

Al netto di ciò abbiamo deciso di intervistare Giorgia Cirelli, una giovane voce del quartiere. Giorgia, esponente dei Giovani Democratici del Municipio X, è molto preparata sulle tematiche ambientali, sull’argomento degli stabilimenti balneari e sulle opportunità economiche per i giovani, spesso esclusi dallo stesso.

Intervista a Giorgia Cirelli, esponente dei Giovani Democratici Municipio X di Roma

Qual è la situazione balneare di Ostia? Cosa prevede il nuovo bando per l’affidamento delle concessioni demaniali marittime? Come lo valutate? Quali le possibilità per i giovani imprenditori?                                                                          Sono stati indetti dei bandi per l’affidamento di 37 nuovi stabilimenti balneari. Sono state prorogate già dalla commissione europea le concessioni balneari fino al 2033. Però non c’è una chiara disposizione nazionale. Perciò gli enti locali si muovono come meglio credono. Intanto bisogna dire che spesso si pensa che all’interno dell’imprenditoria balneare ad Ostia, ci sia la mafia. In realtà non è così. Quando la mafia si è affacciata sulle imprese locali, come nel caso dell’Orsa Maggiore del 2013 con il clan Spada o nel caso del Faber Village con il clan Fasciani, in realtà si è subito intervenuti. La parvenza di mafia sull’imprenditoria balneare è stata completamente buttata fuori dal mare. Sicuramente però c’è quasi un circuito di imprenditoria malata. Parliamo di lobby balneari e monopolio del mare nelle mani dei pochi. Questo proprio perché le concessioni sono fissate a 99 anni e continuamente vengono fatte queste proroghe. Così il problema viene raggirato. Appena fatto il nuovo bando, noi come giovanile siamo rimasti abbastanza sorpresi. Speravamo che potesse essere l’occasione per i giovani del territorio, che sono costretti ad andarsene perché non possono concorrere allo sviluppo e progresso balneare di Ostia. Invece così non è stato. Il bando emesso riguarda la gestione di questi stabilimenti per una sola stagione balneare, dal 1 maggio al 30 settembre. Ciò è problematico. Sul bando si legge che il vincitore dello stesso deve rimuovere a proprie spese tutti gli abusi edilizi. Di fatto è come se si evitasse il problema dell’abusivismo, in qualche modo legittimandolo. È evidente che a un giovane imprenditore che sceglie di fare un investimento così importante, con tutte queste spese, non conviene partecipare a un bando per un’attività di un anno. Questo è il primo problema del bando a cui possono partecipare solo coloro che hanno a disposizione un grande capitale da investirci. Questo bando rischia di trasformarsi ancora in una proroga perché può essere rinnovabile per altri tre anni nel caso in cui il municipio tardi nell’approvazione del nuovo PUA (Piano di Utilizzazione degli Arenili). In qualche modo l’amministrazione ha provato a rispondere, appellandosi a una legge regionale che prevede che se il Municipio non ha almeno il 50% di spiagge libere, non si possono rilasciare delle concessioni temporanee. Però chi si deve assicurare la quota delle spiagge libere è proprio il Municipio stesso. Sembra che da parte dell’amministrazione anche quest’anno ci sia una nullafacenza. L’aspetto più pericoloso del bando è che nei criteri fissati c’è scritto che chi ha commesso degli abusi non può essere ammesso alla partecipazione del bando. Ottimo, ma c’è un tranello! Per l’esclusione, l’abuso deve essere stato commesso negli ultimi due anni. Però negli ultimi due anni, di fatto, non ci sono stati abusi edilizi accertati in via definitiva. Nessun abuso è stato accertato sul piano formale. Perciò tutti liberi di partecipare. Ciò è abbastanza rischioso. Tra l’altro la proroga non è stata accettata da nessuno perché è sconveniente. Nessuno ha firmato e il bando è rimasto sostanzialmente senza assegnazione e quindi di fatto verranno ancora una volta prorogate le vecchie concessioni. Ci sono ancora delle profonde insicurezze. Forse non si ha coraggio. La questione del mare di Ostia è questa, da quando ci fu il commissariamento del nostro Municipio e al magistrato Sabella venne affidata la delega all’Assessorato alla legalità del Comune di Roma.

Qual è l’impegno dei GD/PD del Municipio X sulla questione? Cosa ritenete sia opportuno fare? Che cosa avete e state facendo?                                                        Noi come giovanile, da sempre, forse come prima forza politica del territorio, abbiamo sollevato da subito il problema del mare. Non solo dal punto di vista legalitario, ma anche dal punto di vista politico. Anzitutto, la nostra battaglia principale è sul fatto che Ostia sia il mare di Roma. Ci sono state anche altre forze politiche che hanno manifestato la volontà di voler fare un referendum popolare, per far sì che Ostia diventi un Comune a sé. Per noi non è così, perché l’autonomia significherebbe lasciare in mano di pochi la risorsa del mare, che invece deve essere la risorsa di Roma. Una delle poche capitali che oltre avere un grande centro storico, avrebbe anche la possibilità di un lungomare molto importante. Abbiamo cercato anche di impostare la battaglia su quella che è la questione ambientale. L’8 dicembre delle cabine dello stabilimento l’ex Pinetina sono state completamente buttate giù dalla mareggiata. Ciò a dimostrazione del fatto che qui c’è un problema ambientale. Per la creazione dei nuovi parcheggi si sono tolte tutte le dune, di fatto una barriera naturale. Non c’è sulla programmazione del territorio quello che abbiamo sempre detto e il Partito Democratico all’ultima tornata elettorale ha espresso. Noi lo esprimiamo nelle istituzioni attraverso la consigliera di 23 anni Margherita Welyam, capogruppo del PD e proveniente dai Giovani Democratici. Poi abbiamo sempre detto, anche quando si trattava di discutere il PUA, che il problema del territorio è una corretta programmazione del mare. Tutta la programmazione della vita del territorio gira intorno al mare ma è come se sfruttasse il mare senza averne di fatto una consapevolezza. Anche il PD ha dimostrato su ciò un importante contributo e unità di intenti. Noi come giovanile, esprimiamo espressioni molto forti ma da parte del partito c’è voglia di dialogare, anche su un tema così delicato che è oggetto di discussione da parte di altre forze politiche.                                                       Il nostro lavoro, essendo il mare bene di tutti, lo abbiamo portato avanti con molte associazioni, con dialogo aperto. Due settimane fa abbiamo voluto promuovere la trasmissione Strada X Strada. Abbiamo parlato di stabilimenti, concessioni e proroghe con Danilo Ruggero dell’associazione Mare Libero, che da sempre si batte sul territorio per avere le spiagge libere. Sul tema delle spiagge tanti atti, più o meno forti sono stati fatti. Anzitutto il lavoro in Municipio con Margherita, con la questione della proroga e il bando dei 37 stabilimenti. Per quanto riguarda l’attività a breve termine dei GD speriamo di riuscire a fare una pulizia delle spiagge che spesso sono state lasciate un po’ abbandonate. Questo anche perché quest’anno non si sa di fatto chi gestirà le spiagge libere e come ci prepareremo alla stagione balneare. Il Covid se ha messo in evidenza qualcosa è che le spiagge libere che già poco venivano controllate ora lo saranno ancora meno. Inoltre il mare se prima era utilizzato da pochi, ora con le politiche anti contagio lo sarà ancora meno. Una battaglia forte che abbiamo portato avanti riguarda la manifestazione per la presentazione del libro di Marco Travaglio. Egli ha scelto di presentarlo allo stabilimento Le Dune di Ostia, uno degli stabilimenti più longevi sul lungomare. Questo poco dopo che il giornalista Giorgio Mottola venne aggredito dal concessionario di quello stesso stabilimento. Già l’anno addietro avevamo provato a chiedere perché un giornalista come Travaglio, direttore de il Fatto Quotidiano, che si era espresso sugli stabilimenti di Ostia avesse deciso di presentare il suo libro lì. Ci hanno spento i microfoni. Con questa sua presentazione, noi non abbiamo potuto esimere dal presentarci considerato che già c’era stato un episodio particolare nei confronti del giornalista Mottola. Abbiamo chiesto spiegazioni, che non ci sono state date. Abbiamo fatto un’azione forte che ogni tanto è necessaria. Siamo andati sul posto esibendo uno striscione con scritto “errare è umano perseverare è Travaglio”. La risposta di Travaglio al perché di essere venuto dopo quello che era successo a Mottola, è stata: io non sono Dio, non sono onnipresente. Queste è stata una delle cose che più ricordiamo. Senza considerare tutte le volte che con l’associazione Mare Libero abbiamo scelto di entrare dentro gli stabilimenti balneari, perché qui c’è anche un tema di accesso. Nonostante si possa usufruire della battigia, senza prendere cabina o lettino, molto spesso non è permesso l’accesso agli stabilimenti. Noi spesso siamo entrarti chiedendo l’accesso per andare sulla battigia. Ci muoviamo quindi con azioni che riguardano l’amministrazione, attraverso Margherita, con il dialogo con le realtà sul territorio che hanno a cuore il tema e anche con azioni forti come nel caso di Travaglio.

Qual è l’attuale situazione, in procinto dell’inizio della stagione balneare? In che modo si può coniugare il turismo e la tutela ambientale delle spiagge?                    Io spero di vedere un lungomare come Barcellona. Un lungomare senza mostri o ecomostri che oscurano la vista. Se si va a Ostia e si cammina, il mare non si vede. Bisogna ripensare al quartiere. Tra di noi alcuni sostengono che debbano essere tolte le cabine. Io penso che se c’è necessità di fare ciò, innanzitutto le cabine devono essere non in muratura ma in legno, così c’è la possibilità di rimuoverle. Il quartiere deve prevedere la pedonalizzazione del lungomare e quindi incentivare l’uso di biciclette e monopattini. Poi il turismo riguarda molte cose, non solo il mare, ma anche la storia culturale del Municipio X. Infatti a pochi chilometri da Ostia c’è Ostia Antica, un parco archeologico immenso che deve essere sfruttato. Noi infatti quando parliamo di turismo e questione ambientale, tendiamo a includere tutto il Municipio. Come la questione della immensa pineta che è utilizzata tantissimo dagli abitanti di Ostia. Per coniugare turismo e ambiente bisogna avere una visione di territorio. L’ultima Giunta ha dimostrato di non avere minimamente tale visione. Lo hanno dimostrato le proroghe, questo ultimo bando che è di fatto finto, lo hanno dimostrato con altre azioni senza visione di territorio. Noi proponiamo nella nostra visione, un territorio giovane. Abbiamo 5 licei solo a Ostia, perciò tantissimi giovani. Non siamo contrari alla movida sulla spiaggia, purché ad esempio il chiosco della spiaggia libera possa essere affidato all’imprenditoria giovanile. Con il Next Generation EU ci dicono che la prossima generazione sarà protagonista. Ma se di fatto ai giovani non gli viene affidato qualcosa in cui possano loro stessi essere protagonisti ciò diventa difficile. Purtroppo ad Ostia il turismo non si riesce a fare anche per questo. C’è pochissima possibilità per un giovane di inserirsi. Nei bandi i criteri ad esempio sono molto stretti: si accede prioritariamente al bando o acquisiscono più punteggio color che hanno più esperienza nel settore. Ciò vuol dire che di fatto il concessionario di uno stabilimento è avvantaggiato. Bisogna invece incentivare l’imprenditoria nelle giovani generazioni. Così si può fare turismo e tutela della questione ambientale, soprattutto con la nostra generazione che ha tanta cura per la questione ambientale come ha dimostrato. Ciò è possibile e va fatto.

Quale il futuro delle spiagge di Ostia?                                                                          Noi speriamo che nel futuro di lungo termine il nostro sia un lungomare libero, in cui ci siano delle spiagge attrezzate ma in cui tutti possono avere accesso libero al mare, senza degli ecomostri. Con la maggior parte delle spiagge libere, solo una piccola percentuale con stabilimenti. Noi non ci aspettiamo nulla da questa stagione balneare, essa sarà come lo scorso anno. Ad Ostia sono stati buttati giù i chioschi delle spiagge libere, ne sono rimasti davvero pochi. Invece di essere riaffidati hanno deciso di rimuoverli, con rimozione di rifiuti avvenuta fra l’altro dopo tantissimo tempo. Speriamo che da ottobre quando ci saranno le elezioni amministrative qualcosa possa cambiare. Una cosa va detta però positivamente, questo riguarda la percezione che le persone hanno ad Ostia. Prima era normale che uno stabilimento avesse le cabine in muratura e che si dovesse pagare l’accesso al mare. Oggi invece non è più così, non ci sono più i “proprietari” degli stabilimenti ma solo i “concessionari”. Il mare non è più una proprietà privata nella percezione pubblica e i concessionari sono persone che si dovrebbero comportare in un certo modo. Questa è una battaglia culturale perciò non ci aspettiamo che cambi qualcosa in questa stagione, soprattutto col Covid. Noi sappiamo che è una battaglia a lungo termine che siamo decisi a percorre.

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