venezia_640Il progetto MOSE (MOdulo Sperimentale Elettromeccanico), nato per la protezione di Venezia durante i casi di alta marea, è da anni soggetto a un’inchiesta da parte della procura, che pochi giorni fa, dopo aver individuato un centinaio di indagati, ha proceduto con l’arresto di 35 persone, di cui 25 incarcerati. Tra i dieci che sono agli arresti domiciliari c’è anche lo stesso sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, accusato di finanziamento illecito.

L’indagine, iniziata cinque anni fa per accertamenti fiscali,  sta procedendo sull’ipotesi che i soldi rubati venivano usati per il sovvenzionamento di campagne elettorali o per spese personali. Il costo complessivo per la costruzione dell’opera doveva essere inferiore ai 2 miliardi di euro, fino ad oggi sono già stati spesi circa 5 miliardi.

Quello che colpisce di più della vicenda è che questa coinvolgerebbe non solo gli imprenditori, ma anche politici e personalità di un certo livello. Come nota il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, “è innegabile che il sistema degli appalti deve essere ripensato”, infatti il problema non si verificherebbe tanto per i piccoli-medio progetti, che sono ben controllati, ma proprio nella costruzione di grandi opere, che pullulano di corruzione.

Un altro evento scioccante, insieme allo scandalo Expo ed a molti altri, che mina chiaramente la ripresa economica dell’Italia, ancora incapace di liberarsi dalla crisi. Il denaro che lo Stato italiano investe ogni anno per combattere la corruzione e l’evasione fiscale sarebbe senz’altro utilissimo per uscire dalla recessione e far ripartire il nostro paese che è fermo da ormai troppo tempo.

Non rimane che aspettare l’entrata in vigore delle normative e delle riforme del premier Matteo Renzi, che esasperato da quest’ultimo episodio ha promesso rapidi ed incisivi interventi entro la prossima settimana.

 

 

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