Da quando l’homo sapiens ha compiuto un ulteriore grande salto evolutivo, stiamo parlando di internet e della digitalizzazione, il mondo dell’informazione e dell’accesso alla stessa si è rivoluzionato. Parliamo di una rivoluzione dal sapore vagamente kantiano, in quel caso soggetto e oggetto invertivano i loro rapporti. Nel caso preso da noi in esame essi si compenetrano. Potremmo dire che si va ben oltre. Fruitori e produttori di informazione vengono violentemente centrifugati in un cocktail dove attendibilità, riscontro delle fonti, verifica e autorevolezza della divulgazione perdono qualsiasi valenza. Questa premessa non vuole essere una raffazzonata critica a internet o ai nuovi fenomeni mediatici. Troppo spesso abbiamo compiuto l’errore di attribuire ai nuovi strumenti in nostro possesso qualità morali, dal demoniaco al taumaturgico a seconda dei punti di vista. Sgomberiamo il campo da equivoci: gli strumenti non hanno inclinazioni etiche, le mani che li maneggiano sì. Questo dovrebbe essere il punto di partenza per una corretta un’analisi critica delle nuove tecnologie.
Da quando internet ha dato voce a chiunque il proliferare di blog e canali di informazione alternativa è stato esponenziale. Come previsto, questa genera due tendenze contrarie. Assistiamo alla comparsa di una salutare informazione alternativa ai soliti canali main stream, di contro e purtroppo anche al propagarsi di teorie bizzarre e talvolta perniciose, prive di qualsiasi riscontro fattuale.
Ragionando a mente sgombera, ci accorgiamo che le teorie del complotto e le pseudoscienze sono sempre esistite. Quello che è radicalmente mutato è il contesto in cui queste operano. Mai era esistito un megafono così potente e accessibile come internet, sia per coloro che le diffondono, sia per coloro che le recepiscono. Riteniamo quindi di poter mettere in correlazione l’aumento di tali teorie con il diffondersi delle nuove e più sofisticate realtà multimediali.
Ricerca di verità alternative
Astrologia, terrapiattismo, scie chimiche, sette segrete con la finalità di controllare il mondo, sostituzioni razziali di massa, diffidenza verso la medicina ufficiale e verso il mondo accademico-scientifico. Eventi paranormali di ogni sorta. Queste sono solo alcune delle nuove forme di pensiero deviato che molto spesso si saldano le une alle altre nella visione di un crescente numero di persone. Attualmente emergono da questo substrato di irrazionalità il panico dilagante verso le vaccinazioni e le più elementari norme di profilassi sanitaria. Il riserbo verso i vaccini è apparso da almeno un decennio, ma ha assunto toni radicali a seguito della pandemia di Covid-19. La letteratura scientifica in merito è un fiume in piena. Sarebbe presuntuoso avere la pretesa di dirimere l’argomento in poche righe. Lasciamo il lavoro a chi conosce la materia. Le nostre saranno considerazioni di carattere sociologico, riflessioni su un fenomeno di massa in atto.
Nascita di una frattura con il mondo accademico
Osserviamo con preoccupazione il proliferare di un generale atteggiamento di sfiducia, se non di aperta ostilità verso le più disparate conoscenze accademiche. Un’infantile presunzione di poter ridurre a opinione fenomeni basati su anni di osservazione e studi da parte di personale qualificato. Questa riluttanza ad accogliere teorie ufficiali non si limita al mondo medico scientifico. Da parecchi anni anche la storia, l’archeologia e le interpretazioni iconografiche del mondo religioso sono oggetto di disputa e revisione da parte di coloro che non dispongono dei giusti strumenti e della necessaria preparazione per trarre conclusioni degne di considerazione.
In molti delegano la responsabilità di tale confusione a un dibattito poco chiaro e troppo tecnico in seno al mondo accademico, nonostante i vari tentativi di divulgazione. Va tuttavia osservato che molti sforzi sono stati fatti in questa direzione. Sul banco degli imputati sembra invece esserci una volontà quasi ferrea nel voler volgere lo sguardo verso verità alternative. Verità dal sapore certamente romantico, ma troppo misticheggianti e magico-irrazionali.
Dove la realtà non ci piace, interveniamo per plasmarla
Dunque, domandiamoci quali potrebbero essere le cause per cui una sempre crescente fetta della nostra società preferisce questo tipo di approccio. Siamo nel campo delle ipotesi, siamo nel campo dei comportamenti umani. Forse vivere in un mondo sempre più permeato dalle tecnologie e sempre più alieno da un genuino rapporto con la natura fa nascere in molti il desiderio di rifugiarsi in una realtà fantastica. Una cultura scientifica spesso troppo superficiale restituisce una realtà fisica fredda, noiosa e incomprensibile ai più. Da qui il desiderio di allontanarsi dalle formule, dai numeri dai riscontri sperimentali. Il mondo può di nuovo colorarsi di un’aurea di magia, smussato dalle superfetazioni matematiche, può tornare di nuovo a misura d’uomo. L’irrazionale appare come l’unico strumento possibile per rispondere al desiderio di controllo degli eventi. Siamo spesso incapaci di rassegnarci all’indeterminazione, il caso va regolamentato poiché l’entropia ci disorienta.
Pseudoscienze e desiderio di controllo
Analizziamo brevemente tutto ciò che ha a che fare con la pretesa di intervenire sugli eventi. Pretesa che dà vita ad alcuni filoni di pseudoscienza: l’astrologia, la cartomanzia, lo spiritismo etc.
Con il progredire della tecnologia molti eventi possono essere banalmente controllati, ma non è il genere di controllo che molti di noi bramano. Nelle nostre vite è sempre presente il desiderio latente di poter avere il pieno controllo dello stato di salute personale e dei nostri affetti, influenzare i sentimenti e comportamenti altrui, prevedere il futuro prossimo e, perché no, piegarlo a nostro vantaggio. Su tutto ciò giganteggia l’astrologia come somma disciplina per la divinazione del futuro. Novelli aruspici frugano le viscere del cielo come un tempo si esaminavano le interiora degli animali. Spezzettiamo la volta celeste a nostro capriccio alla ricerca di segnali.
L’ansia della fine
Parimenti difficile è la resa della nostra ragione di fronte alla grande incognita della morte. Una cesura troppo brusca e dolorosa per essere accettata con serena rassegnazione. Da qui lo spiritismo e le branche ad esso affini. La consolatoria illusione di poter stabilire un collegamento con un ipotetico mondo altro dal nostro. La dolce e confortante idea di mantenere un legame con affetti scomparsi. L’ostinazione nel rigettare la cessazione dell’essere.
Gli estinti continuano a esistere in un’altra dimensione, non solo, essi comunicano con noi e ci indicano la strada per bocca di medium e bislacchi strumenti.
Sarebbe utile a tal proposito documentarsi su meccanismi abbastanza conosciuti che avvengono nella nostra mente, come quello della percezione selettiva o dell’effetto Barnum che ingannano i nostri sensi e che sono la causa di equivoci. Molti professionisti dell’occulto sono profondi conoscitori della psiche umana e padroneggiano tecniche come quella della lettura a caldo o della lettura a freddo.
Complottismo e tutto cò che non ci dicono
Se i fenomeni presi in considerazione finora non si rivelano sempre pericolosi e sostanzialmente solo a livello dei singoli individui, altra cosa sono le teorie del complotto. In questo caso il numero di persone irretite e l’indottrinamento da essi subito, al limite del lavaggio del cervello, assume i contorni dell’allarme sociale. Le teorie del complotto generano sfiducia nei confronti delle istituzioni, creano panico e innescano un fenomeno circolare, dove la disinformazione si autoalimenta e relega il pensiero scientifico a propaganda di regime. Scalfire questa barriera di settarismo diventa inoltre sempre più difficile dato che per sua stessa natura quest’ atteggiamento tende ad introvertirsi. In altre parole ci si preclude al confronto con posizioni diverse. L’esistenza di una visione alternativa non è valutata, viene riconosciuta solo in funzione di nemico da combattere fanaticamente. La progressiva emarginazione sociale in cui molti di costoro finiscono li spinge a sentirsi dei martiri investiti della missione di redimere una collettività incatenata dal “pensiero unico” e da non meglio identificati “poteri forti”.
Confine tra scienza e pseudoscienza
Abbiamo accennato ad alcune delle pseudoscienze più popolari nella nostra società (astrologia, spiritismo, medianità, teorie del complotto). Tuttavia anche altre pratiche generalmente accettate come scientifiche ricadono in quest’ambito. Parliamo dell’omeopatia, dell’osteopatia, la cromoterapia etc. Appare sorprendente come soprattutto nel campo medico pratiche alternative riescano a incontrare il consenso da parte delle persone. Cos’è esattamente una pseudoscienza?
Alla base del concetto di pseudoscienza, coniato per la prima volta da François Magendie, vi è l’impossibilità di verificare o confutare un qualsiasi enunciato teorico. A questo si aggiunge molto spesso la volontà di sfuggire ad una verifica tra pari (peer review). Specialisti con competenze analoghe vengono deliberatamente ignorati, ci si pone insomma in una posizione di totale autoreferenzialità. Le discipline pseudoscientifiche sembrano inoltre cristallizzate in una dimensione senza tempo, immuni al progresso e alle scoperte di settore. Non tengono conto del basilare principio del rasoio di Occam ( o Ockham) e si fondano sul paralogismo dell’argumentum ad ignorantiam.
La differenza sta nell’approccio
Porteremo alcuni esempi per capire più nel concreto da cosa è caratterizzato il pensiero pseudoscientifico. Prendiamo il caso dell’omeopatia, quello dei no-vax e quello della fanta-archeologia, campi assai distanti ma accomunati da un approccio parimenti illogico. Cerchiamo di cogliere alcune analogie tra questi metodi come, ad esempio, la mancata comprensione dei rapporti di causa-effetto, la continua revisione della teoria di base per eludere le critiche, l’assenza di una verifica sperimentale.
Il caso dell’omeopatia
Alla base del concetto di omeopatia vi è la credenza che con piccolissime dosi di una sostanza si possa curare una patologia o più semplicemente portare generici benefici all’organismo e prevenire l’insorgere della stessa. Quando nacque l’omeopatia nel XVIII sec. atomi e molecole ancora non erano stati scoperti. Si riteneva di poter diluire una sostanza all’infinito. Oggi sappiamo che dopo varie diluizioni la molecola contenuta nel composto di base sparisce del tutto, già alla tredicesima diluizione essa è assente. I composti omeopatici hanno un numero di diluizioni spesso superiore a questa soglia. Spiazzati dall’evidenza, inventarono l’altrettanto assurda teoria della “memoria dell’acqua”, teoria secondo la quale l’acqua avrebbe una non meglio precisata capacità di serbare ricordo delle sostanze con cui viene a contatto. A ciò aggiungiamo l’assenza di rigorosi test condotti con metodo scientifico per verificare se effettivamente questi prodotti possiedono una reale efficacia che vada oltre il normale effetto placebo.
Piramidologia e ipotesi fantasiose
Passando al campo della storia, risulta necessario citare il famoso mistero circa la costruzione delle piramidi d’Egitto, luogo dove i sostenitori di un intervento “non umano” trovano un luogo ideale a sostegno delle loro astruse ipotesi. Laddove c’è dell’incredibile, la soluzione della pseudoscienza appare ancora più incredibile. Seppure vi siano diverse prove a dimostrare che opere di simile ingegno siano state in realtà frutto dell’intervento umano, per molti appare ancora impossibile che in tempi remoti l’uomo sia stato in grado di realizzare monumenti tanto imponenti senza l’ausilio di moderni strumenti tecnologici. Eppure, a rendere la vicenda delle piramidi addirittura più affascinate di qualsiasi storia su presunti interventi extra-terrestri, è la semplice realtà dei fatti. Sembra impensabile, ma strumenti rudimentali ed enorme sforzo umano hanno dato vita ad alcune delle più grandiose meraviglie architettoniche mai realizzate.
Probabilmente tale spiegazione non soddisfa l’appetito dei più affamati di fantasia che sembrano inorridire di fronte alla spiegazione più logica. Di qui, entrano in scena civiltà mai esistite, extra-terrestri, poteri straordinari e, chi più ne ha, più ne metta.
Una regia comune
Ed eccoci all’ultimo, ma non meno importante esempio, di come la deriva delle pseudoscienze comporti enormi turbamenti sul piano della collettività. Parliamo del fenomeno dei no vax, riferendoci più specificamente ai sostenitori delle teorie del complotto più in voga del momento. In questo caso non solo ci si allontana dalle linee guida fornite dalla metodologia scientifica, ma si soffoca con pervicace fanatismo qualsiasi voce proveniente dal mondo dell’Istituzione perché necessariamente corrotto. Il caso dei no vax è faccenda alquanto controversa che però ci aiuta a delineare una certa continuità nella prassi adottata dalle pseudoscienze. Ancora una volta si assiste a un presuntuoso rigetto delle competenze altrui. L’accesso a una mole enorme di informazioni ci restituisce l’illusione di poter comprendere appieno ogni fenomeno. Incapaci di analisi critica e di effettuare riscontri coerenti ci si aggrappa ai numeri come ubriachi ai lampioni, non per farsi illuminare ma solo per rimanere in piedi.
Per concludere…
Le credenze marginali finora trattate e che più frequentemente vengono bollate dai media o nelle discussioni pubbliche come pseudoscienze sembrano rispondere dunque a un naturale istinto umano di opporsi a una realtà che viene percepita minacciosa o arida. Un sano istinto di ribellione, quando necessario, è il motore di una società libera. Tuttavia la spinta alla lotta assume toni allarmanti dal momento in cui la paura necessita di un capro espiatorio. Una cieca lotta per il gusto di opporsi a qualcosa, a un nemico che ormai assume forme sempre nuove. Questo è il caso del “complottismo”, un fenomeno per la cui sopravvivenza sono necessari dei fedeli soldati, pronti a combattere per l’ideale. Una religione che ha per scopo quello di risvegliare le coscienze, di cooptare nuovi proseliti e che fa leva sulla fragilità di coloro non dispongono degli strumenti necessari per valutare l’attendibilità del mare di fonti che internet propone.