Roma è allo sbando, ma chi sono i responsabili? I cittadini romani o le amministrazioni che si susseguono gestendo la cosa pubblica in modo fallimentare? E nei social discussioni con toni accesi accusano entrambe le parti.

Protagonista indiscussa della cronaca quotidiana è la questione “degrado a Roma”. Argomento scottante essendo l’amministrazione capitolina nelle mani del primo partito (Movimento) italiano. Ad accrescere l’importanza dell’argomento contribuiscono diversi fattori non meno importanti. Il Movimento 5 stelle, infatti, viene ostentato come una formazione composta dai “cittadini” stessi. Nato dall’antipolitica il M5s porta il comune elettore dentro il Palazzo. E così facendo responsabilizza il cittadino stesso poiché nella stanza dei bottoni da oggi ci siamo noi a condurre il gioco.

I grillini inoltre rappresentano la novità. Il loro biglietto da visita è stato: l’onestà, l’abbattimento dell’inefficienza  che caratterizza vecchia classe politica e la selezione dei preposti alla guida del paese attraverso la democrazia diretta. Tutti elementi che prescindono dal fatto che noi cittadini e papabili candidati dovremmo essere detentori di senso civico, esperienza e integrità.

In alcuni capoluoghi italiani, due rivestono un’importanza cruciale per il nostro paese, Roma e Torino, è in atto la prova empirica del successo o fallimento dell’ “esperimento” politico più importante della scena politica dell’ultimo secolo.

Al banco di prova ci sono gli stessi romani che tanto si lamentano del triste destino a cui la loro città sta andando incontro. Ma leggendo l’operato degli abitanti della capitale non sembra proprio che ci siano progressi. E nel banco d’accusa non c’è solo la Raggi. Il movimento a cui appartiene non solo ha vinto le elezioni a sindaco, ma ha visto un successo schiacciante anche nei  Municipi,  13 su 15 sono amministrati dai 5 Stelle, Ostia compresa.

Prendendo in prestito, dalle scienze matematiche, la proprietà transitiva, se l’amministrazione deve avere senso civico e se l’amministrazione deve essere formata dai cittadini, ne deriva che i cittadini non posso prescindere dal senso civico. Ma a Roma questo accade? Vivendo la vita quotidiana la risposta sembra essere negativa. Basta una passeggiata in un quartiere a caso della capitale. Quello che salta all’occhio sono macchine parcheggiate in seconda fila, secchioni della spazzatura straripanti con accanto rifiuti ingombranti in bella mostra. Per non parlare del mancato rispetto della segnaletica stradale, chiunque pensi di attraversare la strada sulle strisce pedonali fidandosi della buona condotta dei conducenti non è destinato a lunga vita.

Passando ad effettuare acquisti presso diversi esercenti o richiedendo servizi a liberi professionisti  sarà facile accorgersi che fattura e scontrino fiscale sono una rarità. Ad oggi è in voga il preconto, illusorio  adempimento utilizzato come palliativo per i più distratti.

Ma anche per i prestatori di servizi esiste un’altra moda più frequente nel centro Italia, quella di non saldare il conto, affidandosi all’annosa e dispendiosa macchina giuridica che rende l’ingiunzione meno conveniente dello stralcio di un credito.

Esaminando i servizi per il cittadino, oltre la già citata Ama, che non raccoglie al meglio i rifiuti grazie anche ai romani non curanti dell’ambiente che li circonda, c’è l’Atac. I mezzi pubblici sono degni rivali di una capitale del terzo mondo. La mancanza di mezzi e fondi porta alla piena inefficienza e i dipendenti rispondono con scioperi strategici che cadono spesso di lunedì o venerdì, oppure a meno etici scioperi bianchi.

Intanto le ultime notizie portano a galla  l’atroce notizia, di cui tutti erano consapevoli: la mafia a Roma c’è. La conclusione emersa dal processo di Buzzi e Carminati quindi non fotografa lo status reale dell’antica capitale. Ad Ostia infatti il metodo mafioso c’è e lo testimoniano le telecamere che riprendono il membro di un noto clan, Roberto Spada, mentre aggredisce un giornalista Rai. Sempre Ostia è testimone di innalzamento di tensione e malcontento testimoniati dal quasi 10% di consensi che le amministrative del lido hanno portato al partito di estrema destra Casapound.

Mentre la Raggi incolpa sempre le precedenti giunte, i social, alimentati dagli stessi cittadini che chiedono una soluzione al degrado, riportano interventi di violenza inaudita ben lontani dal tanto auspicato senso civico.

In tutto questo le istituzioni e la forza pubblica dove sono? Non è  costume o prerogativa romana essere incivili. La colpa quindi non può essere solo dell’amministrazione o solo del cittadino. È un concorso di colpa. La soluzione deve partire dalle istituzioni e dalle amministrazioni che devono essere presenti e punire tanto la disonestà quanto l’inciviltà. Un esempio lampante sono gli ultras inglesi, in Inghilterra tifano in stadi privi di barriere di sicurezza e forza pubblica armata. Nessuno di loro osa varcare la linea di demarcazione del campo o commettere atti criminali. Ma come mettono piede in Italia riescono a dare sfogo al loro lato oscuro.

Degrado nella capitale. Ripartizione delle responsabilità

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