La Roma dei Pentastellati

Il movimento 5stelle è stato in grado di governare la Capitale d’Italia? Questa è la domanda che molti si stanno ponendo a distanza di solo due anni dall’elezione amministrativa della città di Roma, che ha visto la vittoria del partito penta stellato con la candidata Virginia Raggi ottenendo il 35% dei voti romani. La prima forza politica della città che si è affermata soprattutto in periferia e nel litorale dove ha raggiunto perfino il 38% di consenso. È bastata solo la distanza di due anni a far emergere le vere problematiche e criticità della sua giunta e i suoi consigli, un governo che doveva ribaltare i canoni della politica tradizionale con le sue forze emergenti, ma che ha iniziato a scricchiolare ancor prima di poter vedere risultati soddisfacenti.

Il primo anno solare del governo Cinque Stelle nella capitale romana è un governo che vede l’alternarsi di vecchie e nuove emergenze. Il decoro urbano, l’assenza di investimenti, tagli al servizio di spazzamento , aumento dei costi e continue nomine e dimissioni sono solo pochi dei punti più caldi all’ordine del giorno dell’agenda romana. Trovare gli elementi negativi nell’amministrazione della giunta Raggi è semplice, la città di Roma sembra collassare su sé stessa ogni giorno, ma le azioni positive del suo operato non sembrano essere passate inosservate. I 254 successi, considerati dal personale amministrativo, vedono il tentativo di risanamento del trasporto pubblico, regolamentazione delle slot machines e l’aumento dello spazio verde, e molti altri piccoli “grandi” successi. Ma nonostante i risvolti ,sia positivi che negativi, continua ad essere al centro dell’attenzione della politica nazionale italiana

Le fasi del partito penta stellato romano: il biennio

Con l’elezioni amministrative del 5 giugno 2016 il movimento cinque Stelle ha ottenuto il 35% dei voti, conquistando 29 seggi nell’Assemblea capitolina e il successivo ballottaggio del 19 giugno ottenendo il 67% di consensi. La loro candidata, Virginia Raggi,ha ottenuto l’incarico di Sindaco nel comune di Roma, diventando così la prima donna a ricoprire tale carica, e il più giovane sindaco della città. Circa 20 giorni dopo presentò la sua giunta, le cui posizioni più importanti furono ricoperte da “tecnici” suggeriti da Francesco Paolo Tronca, il commissario che aveva governato Roma per  oltre due anni, non riuscendo il M5S a individuare personale qualificato per ricoprire le cariche, a causa della mancata rete di relazioni necessarie a identificare i candidati adatti, che a differenza avevano i partiti con più esperienza.

In poco tempo, solo nel settembre 2016, dovette affrontare la possibile candidatura di Roma come sede  per i futuri Giochi olimpici del 2024, ma il consiglio comunale approvò il suo rifiuto, giustificandolo con l’impossibilità della città di trovarsi a condurre un evento di tale portata. Nello stesso mese fu revocata la nomina del capo di gabinetto Carla Raineri, a causa delle polemiche della sua nomina; si dimise l’assessore al bilancio, Marcello Minenna, il direttore generale Atac e il suo amministratore unico, Marco Rettighieri e Armando Brandolese; la giunta in poche ore si trovò in una situazione rocambolesca  e alla fine la vicenda fu risolta attraverso dei compromessi.

Il caso più saliente fu quello dell’assessore dell’Ambiente Paola Muraro, la sua dimissione arrivò a seguito di un avviso di garanzia. L’assessore è stata consulente di Ama, l’azienda municipalizzata per lo smaltimento dei rifiuti, e avrebbe avuto dei rapporti poco trasparenti con Cerroni, accusato di traffico di rifiuti; sapeva di essere indagata già da Luglio ma affermò ai giornalisti di non aver ricevuto nessun avviso di garanzia, a causa di questa ammissione il movimento fu molto criticato dall’opinione pubblica.

Nel gennaio 2017 risultò indagata per falso ideologico e abuso d’ufficio, avrebbe mentito all’anticorruzione del Campidoglio riguardo al caso di Renato Marra, fratello di Raffaele, e alla sua promozione a capo del dipartimento Turismo. Dopo la chiusura delle indagini è stato richiesto il rinvio a giudizio per il falso ideologico e archiviata l’accusa di abuso di ufficio.

Incendi, siccità, occupazioni e nuove rivolte nella giunta caratterizzano i mesi estivi del 2017 per l’amministrazione: lo sgombero della storica occupazione di via Curtadone e dei migranti mettono in luce l’assenza di comunicazione e azione della giunta. La vera emergenza è alla fine dell’anno, ovvero l’emergenza dei rifiuti, che occupano l’intero suolo di Roma. Nelle stesse ore la sindaca annuncia di non volersi ricandidare a sindaco di Roma nelle prossime amministrative. Al principio del 2018 la giunta ha provveduto al risanamento e alla riapertura del Museo della civiltà Romana, una vera istituzione della città. Due sono i casi che vedono Virginia Raggi come protagonista, nel giugno 2018, che tutt’ora tengono banco: il processo che la vede imputata per falso in relazione alla nomina di Renato Marra, con cui si sottoporrà tramite giudizio immediato, e l’Affaire Stadio della Roma che ha visto indagato per corruzione il costruttore, Luca Parnasi, e i suoi collaboratori ed esponenti politici capitolini. Nel frattempo, dopo due anni e mezzo dal suoi insediamento, dovrà darsi da fare per risolvere i problemi che ancora affliggono i romani: rifiuti in emergenza, strade sporche, trasporti al collasso che mettono a rischio l’incolumità dei cittadini.

I Pro della giunta grillina

Bisognerebbe parlare del Sindaco di Roma anche in modo sincero, genuino e trasparente, accantonando i pregiudizi ideologici e false notizie. Non vedere soltanto una città al collasso e le immagini quotidiane dell’orrore romano, ciò sembrerebbe riduttivo rispetto all’ essenza più profonda del modello pentastellato. Il governo grillino ha mostrato come il populismo, come prova di governo, non ha prodotto solo un ideale riformismo, ma ha rappresentato una vera difesa dell’efficienza di governo. Nonostante l’importante carica che si è vista assegnare, ha mostrato fino in fondo come un sentimento di appartenenza ad una coscienza di classe ha portato a risultati di rappresentanza molto soddisfacenti.

La sua politica è riuscita ad eliminare le auto a disposizione dell’ufficio di presidenza dell’Assemblea Capitolina e dei presidenti di gruppo, con conseguente revoca dei permessi ZTL con diritto di sosta e centralizzati gli acquisti, con un taglio della spesa di oltre 100 mila euro all’anno. Taglio delle spese inutili. È stata la promotrice dell’apertura al Campidoglio al pubblico: il Palazzo Senatorio vede aprire le sue porte a tutti i cittadini l’ultima domenica di ogni mese, e non più solamente alle scolaresche. Per il benessere dei suoi cittadini ha approvato molti iter per recuperare una serie di edifici pubblici all’interno delle ville storiche della città. La lista dei successi di Virginia Raggi è abbastanza proporzionale alle promesse fatte precedentemente: dalla stanziamento di fondi per il trasposto pubblico locale all’investimento per le politiche sociali delle famiglie, dall’avvio della operazione “strade pulite” alla definitiva pedonalizzazione dei Fori Imperiali durante le domeniche e i festivi, dal rilancio e valorizzazione delle stazioni della metropolitana alla lotta all’Abusivismo in tutte le sue forme. Nonostante le difficoltà si intravede un leggerissimo cambiamento della città.

I contro della giunta grillina

L’amministrazione è stata soprattutto oggetto di dure critiche. C’è chi ha attaccato la Sindaca affermando che la città non si governa semplicemente fronteggiando le emergenze che si verificano durante le settimane, ma è necessario un piano di governo anche per il lungo periodo.  È necessario un importante progetto di investimento di capitale sia economico che politico per il riscatto della città. La sua debolezza è stata di aver avuto l’abilità di fotografare il caos del governo grillino che in soli pochi mesi è riuscito a segnare l’uscita dalla scena politica di un Assessore all’Ambiente, di un assessore all’urbanistica, di un assessore al Bilancio, di un assessore alle Partecipate e non è stata in grado di trovare un capo di gabinetto da affiancare al sindaco. Ha dimostrato come la presunta democrazia diretta che inneggiano, democrazia diretta non è, bensì una democrazia diretta da una società privata disciplinata da un blog che si finanzia grazie ai contatti ricavati dalle dirette streaming  che la giunta regala al blog. Nonostante si spaccino solo per un movimento, che non sia nei soliti schemi convenzionali della politica, il gruppo pentastellato è a tutti gli effetti un Partito. In effetti si configura come un Partito politico ”qualsiasi gruppo politico identificato da un’etichetta ufficiale che si presenta alle elezioni, ed è capace di collocare attraverso le elezioni (libere o no) candidati alle cariche pubbliche” secondo definizione del politologo Giovanni Sartori. La Sindaca capitolina, con il suo entourage e l’appoggio del partito, ha commesso non pochi errori che hanno dimostrato la sua totale incapacità di governare una realtà come Roma.

Ha scelto fin troppi collaboratori e in assenza di una adeguata comunicazione ha prodotto un effetto domino all’interno della sua amministrazione. Roma è una città che ha il disperato bisogno di essere governata in maniere efficiente ed adeguata.

La triste realtà delle periferie

I luoghi periferici della capitale sembrano essere stati dimenticati dalle istituzioni. La periferia è ancora caratterizzata da criminalità, spaccio di droga e famiglie disagiate, le istituzioni non hanno assicurato la giusta protezione contro la degradazione e la violenza. Il modello grillino non è riuscito a contrastare disparità e disuguaglianze nelle periferie, facendo emergere sempre più il differente sviluppo edilizio e le diverse condizioni sociali ed economiche. Per quanto riguarda i tassi di disoccupazione non fanno che confermare la disparità tra centro e periferia. I problemi occupazionali si concentrano soprattutto nel quadrante est della città e sul litorale, due aree territoriali conosciute per le emergenze sociali che le riguardano. San Basilio, Tor Bella Monaca, Ponte di Nona e Tor Sapienza costituiscono i quartieri che sono a maggior rischio della criminalità e la delinquenza per la mancanza di condizioni di sicurezza. I cittadini romani devono continuare a vivere la loro vita in queste situazioni disagiate, ribadendo che non saranno disposti a farsi condizionare da questo stile di vita per molto altro tempo.

L’amministrazione grillina ha permesso di vedere che, nonostante l’appoggio ad una casta populista, non è sufficiente il solo consenso cittadino ma vi è la necessita di veder garantiti i propri interessi attraverso una classe politica che abbia coscienza della complessità della realtà politica. Nonché di vedersi ben rappresentati all’interno delle Istituzioni Politiche.

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