La guerra tra Russia e Ucraina, sommata a più di due anni di pandemia da Covid-19, hanno generato un clima di grande incertezza nel nostro paese con l’esacerbarsi delle disuguaglianze. Innanzitutto, dal punto di vista economico, si è concordi su una riduzione del Pil ed un aumento dell’inflazione. Già a partire dalla pandemia, dal punto di vista demografico, invece, è aumentata la mortalità, sono diminuiti i matrimoni, le nascite e gli stessi movimenti migratori. In tutto questo, gli italiani hanno cambiato i loro stili di vita, il modo di coltivare le relazioni, di gestirsi la giornata, di consumare, etc.

Dopo più di due anni di pandemia

In Italia, dall’inizio dell’epidemia (marzo 2020) fino alla fine di aprile 2022 (dati ISTAT) sono stati segnalati circa 160 mila decessi associati alla diagnosi di infezione. Il 48% è avvenuto nel 2020, il 37% nel 2021 e il 15% nel 2022. Nella maggior parte dei paesi, inclusa l’Italia, chi è più povero di competenze e di risorse economiche tende ad ammalarsi più spesso, avere una mortalità più elevata e quindi anche una vita media più breve. Le stesse morti avvenute in periodo pandemico sono segnate dalle disuguaglianze socioeconomiche. La campagna vaccinale avviata nell’Ue dalla fine di dicembre 2020 ha coinvolto gruppi di popolazione sempre più ampi, con un impatto molto positivo sulla riduzione della mortalità correlata all’infezione. Tuttavia, va considerato che i livelli di copertura vaccinale raggiunti nei singoli paesi sono molto diversi. L’Italia, con l’80,1% di vaccinati, si colloca in ottima posizione. Tra l’altro, la campagna vaccinale e le misure restrittive adottate per contenere la diffusione dell’epidemia hanno trovato nel nostro paese, un forte consenso tra la popolazione (dati Eurobarometro).

Due anni di pandemia hanno avuto un considerevole impatto sui cittadini. Nel 2020 il mondo si è fermato. I cittadini erano invitati a restare a casa, anche obbligati. La quasi totalità della popolazione ha avuto più tempo libero e la maggior parte di quelli che hanno lavorato lo hanno fatto da casa. Ad esempio, molti hanno migliorato le loro doti culinarie: pizza, pane, dolci fatti in casa, etc. a scapito della disponibilità di farina e lievito tra gli scaffali. La chiusura delle scuole ha determinato un sovraccarico del lavoro di cura dei bambini. I giovani sono rimasti a casa a seguire in DAD, con conseguenze anche negative. I rapporti con parenti e amici sono stati coltivati a distanza. I ritmi di vita sono diventati meno frenetici. Successivamente queste abitudini si sono allentate ma non si è registrato un completo ritorno al periodo pre-covid, persistendo ancora comportamenti prudenziali. Tuttavia, in generale, la ripresa delle attività extradomestiche favorisce il ritorno a consuetudini pre-covid, andare a cena fuori ad esempio.

Un aspetto importante della reazione all’emergenza sanitaria, in Italia e non solo, è rappresentata dall’accelerazione nell’utilizzo delle tecnologie digitali (es. lavoro agire, commercio elettronico, digitalizzazione, autonomizzazione). La diffusione delle tecnologie digitali, potrebbe portare a cambiamenti persistenti, pensiamo in primo luogo allo smart working (o lavoro agile). L’Italia continua a rappresentare il fanalino di coda tra i principali partner dell’Ue a 27 in riferimento alla possibilità di lavorare da casa. Il lavoro agile si è diffuso rapidamente con lo scoppio della pandemia ma nel 2021 la ripresa delle attività economiche si è associata ad un ridimensionamento della quota di lavoro agile.

La natura fortemente asimmetrica della pandemia, con l’improvvisa interruzione di specifiche attività economiche, in seguito alle misure di contenimento adottate a partire da marzo 2020, ha colpito in misura più marcata determinati settori e tipologie occupazionali. Il tasso di occupazione della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni, che già nel 2019 si posizionava ben al di sotto della media Ue a 27 (68,1% rispetto al 59,0% dell’Italia), nel 2021 ha ulteriormente ampliato tale distanza collocandosi al 58,2% e non riuscendo ancora a recuperare i livelli del 2019. A pagare lo scotto maggiore sono, come spesso accade, l’occupazione femminile e giovanile. Tuttavia, il capitale umano associato al possesso di un titolo di studio ha mantenuto il suo ruolo protettivo rispetto alla capacità di perdere il lavoro e di mantenerlo, specie se donne.

Per quanto riguarda le imprese, le più colpite sono state quelle del reparto dei servizi turistici (alloggio e ristorazione) e ricreativi (palestre, cinema, teatri, discoteche). All’opposto le attività industriali hanno sofferto meno. Inoltre, ad essere maggiormente colpite sono state le imprese di minori dimensioni. L’attività economica è tornata ai livelli precrisi, nonostante l’aumento dei prezzi, in parte associati al conflitto in Ucraina. Il finanziamento durante l’emergenza sanitaria è stato però un elemento essenziale per la capacità di tenuta delle imprese e le loro possibilità di reazione in fase di ripresa.

L’invasione russa dell’Ucraina

Prima dello scoppio della guerra, si stimava che l’economia sarebbe tornata alla normalità a seguito della pandemia da COVID-19. Tuttavia, la crisi militare si innesta su un quadro già reso difficile dal perdurare della stessa, delle pressioni al rialzo sui prezzi di varie commodities (le materie prime che si scambiano sul mercato, immagazzinabili e conservabili nel tempo) e dei colli di bottiglia in alcune catene di fornitura globali.

Gli effetti della crisi a livello globale sono fortemente diseguali tra aree e settori, in base alla vicinanza al conflitto, alle dipendenze da petrolio, gas e altre commodities e, in generale, alle connessioni produttive e finanziarie con i paesi direttamente coinvolti nella guerra (Russia, Ucraina). In particolare, l’Unione Europea è tra le aree più colpite, mentre, i settori maggiormente interessati sono quelli energivori.

In Italia, i rincari di petrolio, gas, carbone, stanno facendo crescere i costi delle imprese. E, i rincari dei prezzi energetici comprimono il potere di acquisto delle famiglie e questo ha conseguenze negative sui consumi, prima ostacolati dai contagi ed ora dall’incertezza generata dalla guerra. Famiglie e imprese, infatti, saranno indotte a rivedere le proprie decisioni di consumo e di investimento. L’affievolirsi del clima di fiducia, l’aumento dell’inflazione, in particolare il rincaro delle bollette energetiche, e il conseguente ridotto potere d’acquisto delle famiglie, giocano contro il recupero dei consumi. Mentre, nonostante che gli investimenti sono stati il fattore trainante della ripresa italiana, saranno anch’essi frenati da vari fattori: sempre il calo di fiducia, i rincari delle commodities, la prolungata incertezza, etc. La guerra sta amplificando le difficoltà nel reperimento di materie prime e materiali, in particolare per quelli che provengono dai paesi coinvolti (carbone e altri minerali, metalli, input necessari per i comparti elettronico e automotive, e ancora grano, mais e olio di semi). Un altro impatto della guerra deriva da sanzioni e contro-sanzioni che impattano ad esempio sul nostro export anche se non in maniera pesante, considerando che il conflitto tenderà a rafforzare le strozzature nella rete di approvvigionamento globale, così come ha fatto la pandemia.

E il gas?

Ci avviciniamo sempre più all’inverno e all’accensione dei riscaldamenti. Se gli stoccaggi di gas in Italia si riducessero troppo, i prezzi del gas tenderebbero ad aumentare, facendo abbassare i consumi e riducendo il ritmo di riduzione degli stoccaggi stessi, che più difficilmente scenderebbero zero. Tuttavia, mai prima, l’Italia è arrivata a fine inverno con livelli di stoccaggio che intaccano le riserve strategiche nazionali (sostiene ISPI).

Malgrado la diminuzione delle forniture russe fino a oggi l’Italia è riuscita a mantenere costanti le importazioni di gas grazie a una relativa diversificazione dei fornitori, con l’apertura del TAP nel 2021, l’aumento delle importazioni di GNL e delle forniture algerine. Tuttavia, le infrastrutture al momento disponibili non sembrano consentire nessuna ulteriore diversificazione. Sia il TAP, sia i tre rigassificatori attualmente in funzione sono infatti utilizzati al massimo delle loro possibilità (dati ISPI). Inoltre, Algeria e Libia che avrebbero la capacità di incrementare ulteriormente le proprie forniture non sembrano essere in grado di farlo allo stato attuale, anche per esigenze interne. Infine, le importazioni di provenienza europea, principalmente norvegesi, soffriranno ipoteticamente della necessità di soddisfare la domanda tedesca e di altri paesi dell’Europa orientale.

Come dicevamo sopra, ad oggi, gli elevati prezzi energetici hanno già portato ad una diminuzione volontaria dei consumi. Tra industria, termoelettrico e consumi domestici, uffici e servizi, a trainare i consumi d’inverno sono proprio i consumi domestici, dei negozi e degli uffici. In questa ottica, il decreto riscaldamento ha posticipato il periodo di accensione autunnale, riducendo le ore di possibile utilizzo dei sistemi di riscaldamento nell’arco della singola giornata. Vedremo a breve quanto gli italiani saranno capaci di risparmiare e se questo decreto funzionerà.

In conclusione

La durata della guerra è una variabile chiave così come l’evoluzione della pandemia. Cruciali saranno le politiche pubbliche del Governo italiano e delle istituzioni europee. E importantissimi saranno gli equilibri geopolitici mondiali che consentono di mantenere una situazione stabile.

Da sottolineare un aspetto fondamentale per il nostro paese che è, naturalmente, la diversificazione nell’approvvigionamento delle fonti energetiche senza le quali il paese non va avanti. Inoltre, importante sarà per noi, soprattutto in ottica futura e per le giovani generazioni, investire molto in fonti rinnovabili così da non intaccare, ulteriormente, in modo negativo, il futuro sempre più incerto a causa dei cambiamenti climatici. Un aspetto quest’ultimo che, soprattutto con la guerra in Ucraina, è passato in secondo piano nonostante una delle dimostrazioni più forti dei cambiamenti in atto sia venuta proprio dallo scoppio della pandemia.

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