Le lotte per la 194 potrebbero andare in fumo. A Verona il XIII Congresso Internazionale della Famiglia

Dio, patria e famiglia. Questo è uno dei tanti slogan utilizzati il 29 marzo 2019 al Wcf di Verona che riporta alla memoria età storiche lasciate alle spalle da secoli. L’obiettivo della conferenza? Difendere la famiglia “tradizionale”.

Chi c’era

Al palazzo della Gran Guardia c’erano tutti: “ProVita” e “Difendiamo i nostri figli”, rispettivamente capeggiati da Tony Brandi e Massimo Gandolfini. Militia Christi, movimento ultracattolico legato a Forza Nuova il cui capo, Luca Castellini, qualche giorno prima aveva proposto un’iniziativa referendaria per abolire la legge 194. Non sono mancati anche alcuni esponenti politici, come il ministro dell’Interno nonché vicepremier Matteo Salvini, il ministro della Famiglia Fontana e il ministro dell’Istruzione Bussetti. Non solo esponenti del governo ma anche deputati del centro destra come Giorgia Meloni o il governatore del Veneto Luca Zaia. Molte le personalità estere presenti: il presidente della Moldavia, l’ambasciatore ungherese in Vaticano, il ministro della Famiglia ungherese, l’ambasciatore polacco in Italia ed esponenti religiosi esteri, come, ad esempio, Dmitri Smirnov, arciprete della Chiesa ortodossa russa, e Brian Brown, presidente dell’Organizzazione Internazionale per la Famiglia (IoF).

Il programma

Durante il primo giorno di congresso la distribuzione di alcuni gadget a forma di feto ha scatenato la polemica. Dure le reazioni di Boldrini e della ministra Grillo sulla questione, anche il vicepremier Matteo Salvini ha espresso parere contrario a riguardo: “Le conquiste sociali non si toccano”. Il secondo giorno, invece, ha acceso i toni politici. Il leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio si è espresso contro la conferenza, rischiando di far scoppiare la crisi di governo a causa di una manifestazione che tutto dovrebbe essere tranne che un argomento di dibattito politico, in particolar modo quando ad esprimersi sono due persone che rappresentano tutti gli italiani e non solo una parte di essi.

Contro manifestazione

Nel giorno in cui si attende il discorso di Salvini a non farsi attendere sono le attiviste del movimento femminista Non Una Di Meno. Il 30 marzo a Verona sono, secondo i dati della procura, circa 30.000 le persone che hanno preso parte al contro-corteo per manifestare il proprio dissenso nei confronti del Congresso della Famiglia. Il principio della manifestazione, come si può evincere dal sito dell’organizzazione,  è l’andare contro ad una società patriarcale che è in grado di generare violenza nel momento in cui cerca di obbligare le persone all’eterosessualità e a rispettare quei ruoli socialmente imposti che secondo alcuni sono più consoni alle donne.

Le battaglie per la legge 194, cos’è e cosa rappresenta

Uno degli argomenti più toccati durante la Wcf è stato l’aborto, considerato omicidio dai promotori della manifestazione. Come già accennato, durante il primo giorno del Congresso alcuni attivisti pro life hanno distribuito dei gadget a forma di feto insieme a un foglietto illustrativo con su scritto “L’aborto ferma un cuore che batte”. Ma qual è la legge che tutela l’IGV e per quale motivo è stata una delle principali battaglie per l’acquisizione dei diritti civili del nostro paese? La legge del 22 maggio 1978 nasce dalla constatazione che l’aborto, considerato illegale fino a quel momento dall’articolo 545 e seguenti del codice penale, veniva effettivamente praticato in maniera illegale causando un numero elevato di decessi. Uno degli avvenimenti più importanti a riguardo è la sentenza del 18 febbraio 1975 della Corte Costituzionale, con la quale si dichiarava l’illegittimità costituzionale dell’articolo 546 del codice penale nel momento in cui la gravidanza andava ad alterare lo stato di salute della madre. L’opposizione viene rappresentata caldamente dalla Cei, ancora in ginocchio dalla promulgazione della legge 989/1970 sul divorzio. Dal vuoto legislativo lasciato dalla Corte Costituzionale inizia un dibattito politico che dura circa due anni e che si concluderà  il 22 maggio, pochi giorni dopo il ritrovamento di Aldo Moro in via Caetani e pochi prima dal referendum promosso dal Partito Radicale. In occasione del 40° anniversario della legge 194, il Ministero della Salute ha pubblicato un rapporto in cui emerge che l’IGV viene praticata sempre di meno: dai quasi 240.000 casi registrati nel 1983 si è passati ai quasi 80.000 nel 2015.

Il futuro delle donne

I leader dei movimenti pro life sono rimasti ancorati ad un tipo di società patriarcale in cui a decidere il futuro delle donne sono loro. Negli ultimi anni si sono fatti passi in avanti per quanto riguarda la parità dei sessi, non è quindi auspicabile fermarsi proprio ora. È arrivato il momento di spingere al massimo sull’acceleratore. Ogni donna deve essere definitivamente libera di realizzarsi in qualsiasi campo, non deve esserle precluso nessun ruolo che desideri ricoprire all’interno della società. Di qualsiasi cosa si parli, corpo, lavoro o famiglia, il futuro deve essere nelle loro mani.

 

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