La città di Tabucchi

“E il giovane cominciò a cantare una canzone italiana, O sole mio, di cui Pereira non capiva le parole, ma era una canzone piena di forza e di vita, bella e limpida, e lui capiva solo le parole o sole mio, e non capiva altro, e intanto il giovanotto cantava, si era alzata di nuovo un po’ di brezza atlantica e la serata era fresca, e tutto gli parve bello, la sua vita passa di cui non vuole parlare, Lisbona, la volta del cielo che si vedeva sopra le lampadine colorate, e sentì una grande nostalgia, ma non vuole dire per che cosa, Pereira”.

Con queste parole il dottor Pereira, protagonista del libro Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi, descrive Lisbona: una calda e colora città. Antonio Tabucchi mette sempre al centro dei suoi libri la città di Lisbona, città in cui ha vissuto e di cui era follemente innamorato. Ma come dargli torto? Lisbona tanto calda d’estate, quasi da far venire le allucinazioni, colpisce da subito il turista con i suoi colori che vanno dal celeste, al verde, rosa, ogni casa è colorata e ornata all’esterno con le decorazioni tipiche del portogallo come l’azulejos. Non si può fare a meno di restarne affascinati.

Tra i mezzi presenti nella città caratteristici sono i Tram, risalenti agli anni del dopo guerra, passano per tutto il centro e per il quartiere dell’Alfama. Prendendo il tram 28 si può fare direttamente un salto nel passato e allo stesso tempo fare un bellissimo tour della città, evitando le salite ripidissime o le tante scale che la caratterizzano.

Lisbona attraverso gli occhi di Pereira
Lisbona, quartiere dell’Alfama

Passeggiando per la città

Ho visitato la bellissima città di Lisbona nel marzo di quest’anno.

Ho seguito i percorsi fatti da Pereira, passeggiando nel quartiere dell’Alfama, e visitando il Café Brasileira, la cui facciata è nella copertina del romanzo. Café dove anche Pessoa passava innumerevoli giornate e proprio davanti al bar si può trovare una sua statua. Passeggiando per le strade del centro storico ci si sentirà come in uno stato di trans, incapaci di capire se si sta sognando.

Lisbona attraverso gli occhi di Pereira
Sostiene Pereira

Dal Miraduro de Santa Luzia si potrà godere di una vista è spettacolare, osservando dall’alto la città che si affaccia sul fiume Tago.
Il centro storico è famoso, inoltre, per il medievale Castello di São Jorge, fortezza costruita dai Mori nel XII secolo.

Miraduro de Santa Luzia
Miraduro de Santa Luzia     

Scendendo dal centro storico si può arrivare a La Praça do Comércio conosciuta come Terreiro do Paço, poiché qui si ergeva il Palazzo della Ribeira distrutto dal terremoto di Lisbona del 1755. Dopo il terremoto la piazza fu completamente ricostruita. Al centro venne situata la Statua di re Giuseppe I di Joaquim Machado de Castro (1775) dietro al quale vi sono gli Archi che collegano la piazza con il corso principale Rua augusta.

Rua Augusta
Rua Augusta

Lisbona nel secondo Novecento

Il romanzo Sostiene Pereira tratta principalmente di quello che avvenne a Lisbona durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale e anche gli anni che la seguirono: la città fu sotto dittatura Salazarista, dittatura che fu una tra le ultime a cadere.

Iniziò nel 1932 Antonio de Oliveira Salazar nota anche come Estado Novo (Nuovo Stato), fu un regime autoritario che governò il Portogallo dal 1933 al 1974.
La dittatura portoghese venne instaurata in seguito alla crisi economica e politica che colpì il Portogallo negli anni ’20 e ’30. Salazar divenne Primo Ministro nel 1932 e implementò una serie di riforme per stabilizzare l’economia e rafforzare il controllo del governo sul paese.
Durante il regime, furono adottate politiche autoritarie e repressive. Il governo esercitava un controllo rigoroso sulla società portoghese attraverso la censura dei media, la repressione delle opposizioni politiche e la limitazione delle libertà civili. L’opposizione al regime era perseguitata e le organizzazioni politiche e sindacali indipendenti furono vietate.
L’economia del Portogallo durante il periodo della dittatura era incentrata su un modello di autarchia, con un forte intervento dello Stato nell’economia e una politica di protezionismo. Questo ha portato a una certa stabilità economica, ma anche a un certo isolamento dal contesto internazionale.

La fine della dittatura

La dittatura portoghese giunse al termine il 25 aprile 1974 con la Rivoluzione dei Garofani, un colpo di Stato militare che portò alla caduta del regime. La rivolta fu sostenuta dalle forze armate e ottenne un ampio sostegno popolare. Questo evento portò alla transizione del Portogallo verso la democrazia e all’instaurazione di un governo parlamentare.
In conclusione, la dittatura portoghese a Lisbona fu un periodo di governo autoritario e repressivo che durò per oltre quarant’anni. Il regime si caratterizzò per il controllo centralizzato del potere, l’oppressione politica e il limitato rispetto delle libertà civili. La dittatura giunse al termine con la Rivoluzione dei Garofani, che segnò l’inizio di una nuova era democratica nel paese.

 

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