Il primo aprile 2021 l’uscita su Amazon Prime Video di Lol: chi ride è fuori, non è stato affatto un “pesce d’aprile”. Lol: non ci resta che ridere
Il nuovo reality disponibile sulla piattaforma streaming, presentato da Fedez e Mara Maionchi è davvero tutto da ridere, anche se non si dovrebbe. Dieci comici italiani sono messi alla prova, chiusi in una stanza per sei ore con un unico obiettivo: rimanere seri e cercare di far ridere i loro avversari.
Cosa si cela dietro questo nuovo reality? Lol: non ci resta che ridere Direttore responsabile: Claudio Palazzi
Il nuovo comic show diventato virale
Con regia di Alessio Pollaci e la partecipazione di Frank Matano, Caterina Guzzanti, Angelo Pintus, Ciro e Fru dei The Jackal, Elio, Lillo, Katia Follesa, Michela Giraud e Luca Ravenna, questo comic show ha raggiunto un successo (forse) inaspettato.
Subito dopo la messa in onda dei primi quattro episodi, i social si sono riempiti di foto, video e meme riferiti a scene del format. Per comprenderli, non restava altro da fare se non iniziare a guardare Lol.
C’è da dire che questo comedy show italiano è stato ispirato dal format giapponese HITOSHI MATSUMOTO PresentsDocumental, ma il suo grande successo è dovuto anche ad altri fattori.
Innanzitutto i partecipanti, che si conoscono tra di loro, rappresentano quelle che si potrebbero chiamare “la vecchia e la nuova guardia” della comicità italiana. Tutti sono ben noti, tra apparizioni sui social e sui palchi dei teatri, e in questo modo hanno permesso di riunire diverse tipologie di audience. Dai più giovani, che si muovono soprattutto sui social network, a coloro che hanno seguito i programmi e gli spettacoli dei comici, ma ancora il grande pubblico di Amazon Prime Video.
La spensieratezza è il fulcro del programma. In questo periodo di instabilità e pesantezza, un nuovo format di soli sei episodi (ognuno della durata di 30 minuti circa) riesce a unire famiglie e amici all’insegna delle risate. Nonostante i partecipanti non possano ridere, il pubblico non può che non lasciarsi andare, specialmente per i tentativi dei comici di rimanere seri. Si tratta quindi di una serie del tutto vincente, sotto diversi aspetti, che mantiene gli occhi puntati allo schermo dall’inizio alla fine.
Breve storia del comico
Il comico ha origini lontane, già nell’antica Grecia le opere del drammaturgo Aristofane erano collocate sotto tale genere. Si pensi poi che la prima raccolta di barzellette, il Philogelos, risale a 1500 anni fa. Durante il Medioevo gli unici che potessero utilizzare la comicità come un’arma erano i giullari, che si esibivano nonostante ridicolizzassero i potenti del tempo.
I veicoli principali della comicità sono stati per molto tempo il teatro e le rappresentazioni di strada. Questo genere è stato poi molto impiegato, specialmente dall’Ottocento in poi, ma nessuno è mai riuscito a fornire una definizione precisa e onnicomprensiva del comico.
Il comico si è sviluppato attraverso tante innovative modalità d’espressione, interessando tutti gli ambiti artistici, editoriali e oggi, mediali.
Vi è un aspetto molto importante del comico, da tenere sempre a mente. Esso cammina sempre controcorrente rispetto agli altri, andando a smascherare l’inganno attraverso i suoi contrari. La realtà viene scomposta in tanti piccoli tasselli, i quali vengono completamente capovolti, dimostrando così la verità.
L’Italia comica novecentesca
Uno dei primi teorici del comico in Italia, più specificatamente dell’umorismo, è stato Luigi Pirandello. Nell’omonimo saggio del 1908 egli fornisce la sua personale visione del genere e spiega la sua teoria del sentimento del contrario. Per lui l’umorismo è un processo che va contro la retorica e cela in sé profonde contraddizioni, necessarie per portare alla luce il senso ultimo delle cose.
Nell’ambito teatrale, uno dei maggiori esponenti è stato Dario Fo, vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 1997: “perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”. Fo ha dedicato la sua vita al teatro, cominciando con gli spettacoli delle marionette e successivamente con la propria compagnia teatrale, Fo Rame. E proprio come un giullare che smaschera i potenti, Fo ha saputo magistralmente portare in scena gli aspetti sociali a lui contemporanei che voleva denunciare.
Un altro intellettuale controcorrente è stato Cesare Zavattini, in arte Za. Inizia la sua esperienza satirica all’interno del giornale Bertoldo (Rizzoli) e specialmente attraverso la successiva ricerca multimediale, cercherà di portare le sue speranze nelle case di tutti gli italiani. Ogni sua parola, ogni suo sentimento, è all’insegna di una comicità quasi velata, che cerca però di risvegliare l’animo degli italiani.
Non può mancare Achille Campanile che con il suo comico di parola, scardina i sensi comuni fino a mostrare come quelli stessi significati in realtà non esistano. Grande scrittore e critico, amante delle barzellette tanto da scrivervi un Trattato. Egli è riuscito a mostrare, in modo ironico, gli usi e i costumi dell’Italia del Novecento (che Campanile ha attraversato quasi completamente).
I principi della risata
In Italia vi è stato un novero di attori comici che hanno segnato la nostra cultura artistica, lasciando un segno indelebile; eccone alcuni.
Totò, pseudonimo di Angelo de Curtis, è considerato uno dei maggiori interpreti del teatro e del cinema nostrano. I suoi ruoli non solo comici, ma anche drammatici, hanno dimostrato la sua magistrale arte di interpretazione, unica.
Eduardo de Filippo è considerato uno dei maggiori autori teatrali, sia in Italia che all’estero. Venne nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Pertini nel 1981 e venne anche nominato per il Premio Nobel per la letteratura. Nel 1931 fonda con i fratelli il Teatro Umoristico “I De Filippo” che debutta nel 1931 a Roma proprio con la commedia più nota dell’artista: “Natale in casa Cupiello”.
Aldo Fabrizi, Alberto Sordi e Anna Magnani sono tre attori che sono riusciti a rappresentare il vero senso della romanità all’interno del cinema italiano. Dalla città di Roma anche Gigi Proietti, uno dei maggiori attori teatrali italiani, grazie a cui si deve il teatro shakespeariano Silvano Toti Globe Theatre.
La comicità è una cosa seria
Del comico, dunque, esistono tante sfaccettature: la satira, il grottesco, la commedia, i fumetti, le barzellette. Possono rappresentare delle armi di difesa, di superiorità intellettuale; possono essere un elemento di critica, autocritica e sovversione; o ancora delle modalità velate per parlare della verità.
Non bisogna però fermarsi al semplice suono emesso come reazione emotiva, perché la comicità è una cosa seria. Molti intellettuali hanno fatto del comico il loro punto di riferimento per le proprie ricerche, altri lo hanno utilizzato come strumento per cambiare la società.
Il punto in comune è che il comico è stato impiegato come schema interpretativo della realtà. Il comico va controcorrente, così come i suoi interpreti; esso è parola ribelle e come tale, si carica di una notevole forza, pronta a scardinare la realtà.
“Rido per non piangere”, una frase detta e ascoltata moltissime volte che reca in sé una delle attitudini del comico. Si ride per qualcosa che percepiamo come vicina a noi, ma allo stesso tempo diversa. La verità che viene espressa attraverso burle, doppi sensi, parole al contrario, fa paura a chi la ascolta, ma non si può non accettarla se non attraverso il riso.
Lol: chi ride è fuori potrebbe non essere considerato alla stregua di grandi nomi italiani che hanno segnato la nostra cultura, ma di certo fa del comico il suo assunto principale e non rinuncia, a modo suo, a essere ribelle.