Romania: il disboscamento delle foreste vergini che riguarda l’intera Europa

La Romania ospita le più vaste foreste vergini di tutta l’Europa nel cuore dei Monti Carpazi. Nonostante siano riconosciute come Patrimonio dell’Umanità ed inserite nella World Heritage List da parte dell’UNESCO, i boschi secolari sono sotto costante minaccia da parte dell’essere umano. Il disboscamento illegale è uno dei problemi ambientali che più preoccupano la nazione. Secondo il rapporto di Greenpeace Romania del 2018 soltanto l’1% degli alberi tagliati illegalmente viene rintracciato dalle autorità, cioè circa 200.000 m3  dei 20 milioni di metri cubi di legname che sparisce annualmente dai boschi romeni.  

Cosa si intende per foreste vergini? 

Il termine “foresta vergine” si usa per indicare quelle foreste incontaminate dalla presenza umana, “primordiale, intatta e centenaria” secondo la definizione della FAO. Attualmente ci sono 1,3 milioni di ettari in Europa che si adattano a questa definizione. L’89% delle foreste vergini si trova in aree protette, ma solo il 46% di esse è soggetta ad una adeguata protezione. Questo vuol dire che la raccolta, il taglio e il trasporto del legname possono mettere a rischio la loro natura selvaggia e arrecare danno alle specie in via di estinzione e alla biodiversità dell’habitat. 

La situazione in Romania e SUMAL 

Si stima che agli inizi del XX secolo la Romania possedesse 2 milioni di ettari di foreste vergini. A causa delle eccessive deforestazioni per ottenere terreni coltivabili e legname, gli ettari sono sensibilmente diminuiti anno dopo anno fino ad arrivare a 218.500 ettari nel 2005. Per poter proteggere con maggiore efficienza e garantire una miglior tutela, le foreste di Izvoarele Nerei, Le Gole di Nera-BeușnițaDomogled – la Valle del Cerna, CoziaCodrul Secular ȘincaGroșii ȚibleșuluiCodrii Seculari Strîmbu-Băiuț e Codrul Secular Slătioara sono state incluse nel Patrimonio Mondiale UNESCO. 

Inoltre, il Ministro dell’Ambiente ha recentemente firmato l’ordine ministeriale per la creazione del Catalogo Nazionale delle Foreste Vergini. Purtroppo nulla di tutto ciò è abbastanza per porre fine alle pratiche che danneggiano il prezioso territorio. La legislazione a riguardo è incompleta, non esiste un vero e proprio piano manageriale e il disboscamento illegale è largamente accettato dalle autorità anche a causa della corruzione. Una grande parte del legname rubato finisce per essere venduto in Europa generando un mercato molto redditizio.

Nel 2014 è nato SUMAL, un sistema che è in grado di fornire informazioni riguardo la quantità di legno che viene tagliato, trasportato e commercializzato. Purtroppo il Governo, a partire dal 2017 ha rinunciato a pagare le varie spese per farlo funzionare in modo adeguato e moltissime ONG ed organizzazioni ambientalistiche si battono per il suo utilizzo. Analizzando le sue svariate funzioni possiamo notare che la sua banca dati sarebbe accessibile a chiunque e i proprietari –sia statali che privati- sono tenuti ad essere registrati sulla piattaforma. SUMAL, adattandosi al Regolamento Europeo sul Commercio del Legname, sarebbe capace di fornire immagini satellitari in tempo reale, 24h su 24, sul traffico del legno a partire dal momento in cui viene tagliato fino a quando viene venduto a terzi. Il sistema andrebbe installato presso i depositi e sulle strade forestali e tutti i veicoli verrebbero scannerizzati integralmente. Qualora venissero riscontrate delle irregolarità il sistema avviserebbe in modo automatico le forze dell’ordine e la Guardia Forestale. L’app “Inspectorul Pădurii” (= l’Ispettore dei Boschi) permette, tramite SUMAL, di capire se un mezzo trasporta un carico illegale di legname. Basta soltanto scrivere la targa del mezzo in questione e, se non è registrato sul sistema, contattare il 112. Ovviamente questa app è a disposizione di tutti i cittadini che desiderano essere informati sul legname tagliato e sulle sue sorti.  

Romsilva, l’ente nazionale per la gestione delle foreste, ha dichiarato che negli ultimi sei anni sono state aggredite 185 guardie forestali e sei di loro sono state uccise per essersi opposti a questo sistema del tutto illegale. L’ente gestisce quasi la metà delle foreste romene insieme a 22 parchi nazionali; molte associazioni ambientalistiche ritengono responsabile Romsilva in quanto i suoi operatori avrebbero prelevato legname dai boschi secolari ignorando il fatto che fossero aree tutelate. Si tratta di un vero e proprio sistema mafioso che domina tutto il settore del disboscamento, basato sull’avidità e sulla corruzione. L’azienda austriaca “Holzindustrie Schweighofer”  è stata criticata da varie ONG come beneficiaria di pratiche illegali; l’azienda è la più importante e grande del settore, occupandosi di della trasformazione del legno e della sua vendita in molti Paesi dell’ Unione Europea.

Per molto tempo il principale fornitore di Schweighofer è stata proprio Romsilva. Nel 2013 sono state avviate indagini contro l’ex management di Romsilva per accuse di corruzione insieme all’ex ministro dell’agricoltura e all’ex premier, Victor Ponta. Schweighofer è stata revocata la prestigiosa certificazione Forest Stewardship Council (FSC) per il legname prodotto in maniera sostenibile e dal 2018 sono partite le indagini per comprendere le dinamiche dell’azienda. Le accuse sono di associazione a delinquere, frode fiscale e ovviamente disboscamento illegale. Anche altre grandi aziende sarebbero implicate in questo settore come KronospanLosan e Massiv 

Le guardie forestali, essendo scarsamente equipaggiate e malpagate, spesso si uniscono al furto, alcuni per paura, altri per aver accesso a una piccola somma di denaro in cambio di silenzio. La situazione è precipitata dopo l’ennesimo caso di violenza. Due guardie forestali hanno perso la vita nel 2019. A ottobre dello scorso anno i taglialegna illegali hanno ucciso il ranger forestale Liviu Pop, 30 anni, che stava intervenendo su una segnalazione di disboscamento illegale nella regione del Maramures. Pochi giorni dopo un suo collega, Raducu Gorcioaia, ha subito la stessa sorte. Migliaia di manifestanti si sono riuniti a Bucarest e nelle maggiori città romene ed europee per protestare contro l’accaduto e tre organizzazioni non governative hanno presentato una denuncia alla Commissione Europea. Nel mese di febbraio la Commissione ha inviato alla Romania una diffida formale, arrivando a minacciare sanzioni se il governo romeno non avrebbe fermato il traffico di legname, invitando il paese ad attuare correttamente il regolamento UE sul legno.  

Conclusioni 

È necessario uno sforzo per salvare le preziose foreste antiche e primordiali della Romania, ribattezzata anche come “il polmone verde d’Europa”. Il disboscamento sta danneggiando gravemente anche l’ecosistema del paese. Nei boschi secolari vivono linci, lupi, orsi e piante uniche altrove già estinte come i faggi centenari, ognuno dei quali è in grado di assorbire fino a 9 tonnellate di anidride carbonica, l’equivalente del consumo di un’autovettura per percorrere 90.000 km. l giro d’affari del mercato nero è stimato ad un miliardo di euro all’anno, una perdita dal valore importante per il fisco di un paese già martoriato dalla crisi economica.

Direttore responsabile: Claudio Palazzi

1 commento

  1. Grazie per questa panoramica su un grave problema ambientale che ci riguarda così da vicino ma che, alla fine, viene pressoché ignorato dai principali siti d’informazione giornalistica: di conseguenza, esso risulta sconosciuto ai più; mi auguro che l’articolo sia un primo passo verso la diffusione della questione trattata

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