L’ORIGINE DELLA COMUNICAZIONE POLITICA

Che l’uomo sia “per natura un animale politico” lo afferma varie volte Aristotele nelle sue opere. “Natura”, “umano”, “animale”, “politico” (o “sociale”): quanti nodi in una sola formulazione. Ma in primo luogo essa significa che esiste un bisogno naturale all’associazione, partendo proprio dall’associazione tra due individui, dunque nell’impulso a vivere in coppia e di conseguenza nel formare una famiglia. La famiglia è fondamento, base e presenza sociale costante, ma la comunità politica è logicamente anteriore alla famiglia. È proprio nella comunità politica, nello spazio civile, che gli esseri umani possono esercitare le virtù, che si educano e che assumono abiti morali, è in quello spazio che escono dalle barbarie e che sviluppano le loro inclinazioni alla felicità. È proprio nello spazio civile ed etico insieme, che all’essere umano è conferita tutta la sua felicità. L’uomo è un animale politico anche perché è capace di scambio, di amicizia, perché è capace e bisognoso di mettere in comune con gli altri le sue conoscenze, capacità tecniche e lavoro ciò rappresenta il vettore della vita associata. SOCIAL NETWORK E POLITICA Direttore responsabile: Claudio Palazzi
L’ORIGINE DEI MEZZI DELLA COMUNICAZIONE POLITICA

Per la maggior parte della storia gli esseri umani hanno accumulato ed elaborato informazioni stabilendo relazioni comunicative faccia a faccia attraverso l’uso della parola, con forme simboliche o con altre forme di azione in luoghi condivisi, basti pensare agli uomini primitivi e, andando più avanti nel corso del tempo, alla civiltà egizia, greca o romana. C’è da aggiungere poi che tutte le più grandi civiltà del mondo, hanno sempre contribuito a lasciare la loro impronta nella storia, con lo scopo di diventare “immortali”, di farci conoscere gli usi e i costumi dell’epoca e la forma di governo che vigeva in quei tempi, grazie al lavoro di chi per mestiere ricopiava testi e manoscritti, i cosiddetti amanuensi. Bisognerà attendere il XII secolo per la nascita dei Pamphlets, essi nacquero in Francia e conobbero grande popolarità in tutta Europa, il termine può essere tradotto in italiano con la parola “libello” o “libretto” ed è qui che l’autore del Pamphlets prende posizione contro un altro autore o contro un potente o contro la società, usando toni polemici e satirici. È solo verso la metà del XV secolo che nasce la stampa a caratteri mobili, grazie a Gutenberg; nel 1793 i fratelli Chappe danno vita al telegrafo. A ciò seguirono con un crescendo sempre più rapido il telefono, la radio e la televisione. Per poi arrivare agli anni ’60 negli USA,  essi danno vita al più potente e rivoluzionario mezzo di comunicazione di massa: Internet.

LA COMUNICAZIONE POLITICA NEL XXI SECOLO

È proprio grazie all’invenzione americana di Internet che l’uomo ha compiuto grandi passi in avanti, soprattutto nel settore della comunicazione politica. Grazie alle varie “app”, nell’arco di pochissimi secondi, è possibile rendere “virale” una propria foto o un proprio video, consentendo ai vari utenti di “condividere” il proprio “post”. Ciò rappresenta, per i moderni politici, uno strumento di divulgazione particolarmente potente e veloce, con l’obiettivo di accaparrarsi più elettori possibili, spesso anche rendendo pubbliche delle notizie che poi si rivelano false andando inevitabilmente a compromettere la loro immagine e la loro posizione politica perdendo così di credibilità e fiducia da parte dell’elettore, il quale si sente spesso spaesato e confuso da questo mondo virtuale, a causa delle moltissime, costanti e sbagliate notizie che vengono diffuse, non consentendo al lettore ed elettore di discernere le notizie corrette dalle cosiddette “fake news”.

Spesso i “social network” vengono usati dai politici di ogni fazione, nessuna esclusa, per colpire l’altro, per cercare di screditarlo, per mettere in evidenza quelli che per loro sono gli errori commessi dai propri colleghi parlamentari o senatori, con lo scopo di prendere più “like” e consensi possibili. Parliamo dello stesso internet che spesso, proprio attraverso le condivisioni di post da parte dei noti personaggi politici, innesca un clima di odio spesso anche tra connazionali, basti pensare ai vari scontri che nel corso degli anni hanno coinvolto il nord e il sud d’Italia circa il tema del lavoro e della produzione enfatizzato soprattutto da un partito come la Lega Nord; basti pensare all’odio e all’intolleranza consolidatosi fortemente negli ultimi anni soprattutto per l’alta percentuale di immigrazione, spesso clandestina, venutasi a creare nel nostro paese, ed è qui che sorge nell’ “italiano medio” la necessità di difendersi dall’estraneo, da chi è diverso da noi per la religione, per la nazionalità o per il colore della pelle, di difendere i confini di una nazione da lui osannata e criticata fino allo stremo.

Tutto ciò spesso accade a causa di un scarsa e cattiva informazione ed educazione civica e politica. Ci si può rendere conto, attraverso semplici conversazioni tra gente comune, di come vi sia una vera propria disinformazione e ignoranza circa temi politici, costituzionali ed europeistici; questo appare come un assurdo paradosso: nel XXI secolo abbiamo a disposizione i più potenti e veloci mezzi di comunicazione, proprio come Internet, che però preferiamo usare nella maggior parte dei casi per omologarci alla massa piuttosto che pensare e agire in totale autonomia di giudizio, perché alla fine appare più semplice e rapido “condividere” anziché riflettere ed esprimere la propria opinione con fermezza, convinzione e rispetto.

CONCLUSIONI

In base a quanto suddetto, ci rendiamo conto di come l’essere umano nel corso dei secoli sia sempre stato attraversato dalla necessità di crescere, di migliorare se stesso e la società in cui viveva, sfidando limiti e ostacoli, con l’obiettivo di lasciare la propria impronta nella storia; l’essere umano che ha sempre dimostrato la grande necessità di comunicare, di poter esprimere la propria idea e il proprio pensiero e per fare ciò necessitava di grandi mezzi di comunicazione che potessero essere compresi da tutti, ma soprattutto accessibili a tutti; ed è proprio qui che l’uomo attua la sua più grande rivoluzione ossia quella di “ far sentire la sua voce” opponendosi al dominio di potenze europee e al dispotismo, basti pensare alla Rivoluzione americana del 1775 o alla Rivoluzione francese del 1789, entrambe hanno posto la parola fine al potere assoluto del singolo, alla censura e alla violenza e hanno dato vita alla democrazia, alla libertà di opinione, pensiero e di stampa. Rivoluzioni che ancora oggi rappresentano un punto fermo per tutte quelle popolazioni oppresse dai regimi dittatoriali che utilizzano i nuovi mezzi di comunicazione per tenere sotto stretto controllo la propria nazione.

 

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