Tra Ostia e il Colosseo, l’adolescenza romana dei protagonisti di Skam Italia

Il 15 maggio scorso sono giunte a conclusione le vicende dei ragazzi del liceo Kennedy di Roma.
Stiamo naturalmente parlando dei protagonisti della serie Skam Italia.

Un fenomeno scandinavo

Skam è una web serie norvegese del 2015 che ha varcato immediatamente i confini nazionali diventando presto cult.
L’intuizione vincente della creatrice della serie Julia Andem è stata l’utilizzo dei nuovi media per contribuire allo sviluppo della storia. Spesso, infatti, è stato proprio il ricorso al “contorno” social, fatto di interviste, post e contenuti extra a costruire la puntata della settimana. Inoltre, ogni personaggio dello show aveva un profilo personale Instagram dove esponeva i suoi pensieri, le preoccupazioni e i sogni del momento, e con cui teneva informati i fan della sua evoluzione.

Questo format innovativo e “transmediale” è certamente la chiave del successo del teen drama scandinavo che è stato tale da aver dato vita a un vero e proprio franchise. Dopo Skam France e Druck – il rekame tedesco della serie –, infatti ecco che nella primavera del 2018 è arrivato anche Skam Italia.

Skam Italia

Ambientata all’ombra del Colosseo, tra i fori romani e i luoghi più noti della periferia della capitale, la versione italiana di Skam sfrutta a pieno le ambientazioni della Città Eterna. I momenti di festa e di svago sono le occasioni ideali per esplorare le vie tipiche della movida di Roma: ma anche le strade meno conosciute e i posti più nascosti vengono mostrati sotto un’ottica inedita.
E’ un po’ quest’ultima la modalità scelta da Skam per raccontare la storia dei suoi protagonisti. Senza andare alla ricerca frenetica dell’eccesso e della trasgressione – su cui serie cult del recente passato come l’inglese Skins avevano costruito il proprio successo – la serie di origine scandinava, al contrario, fa della semplicità della narrazione il suo punto forte. E’ la quotidianità delle situazioni e il registro colloquiale, a rendere il tutto più realistico.

I temi affrontati sono molteplici, anche impegnativi, e spaziano dall’esplorazione della personalità dei personaggi all’affermazione della loro identità, che sia sessuale o religiosa. Tutti presentati con un approccio familiare che rimanda a esperienze comuni vissute durante gli anni dell’adolescenza, oltre ai momenti seri non mancano anche quelli più frivoli, se non addirittura comici.

I protagonisti della serie

Come nella versione norvegese, però, il cuore dell’intera serie rimangono i personaggi, un gruppo di adolescenti che frequenta ancora il liceo. E’ attraverso le loro storie che le tematiche prendono un volto e si riempiono di emozioni e sentimenti.

C’è Eva, per esempio, che è il personaggio principale della prima stagione che tra gelosie, indecisioni e incomprensioni vive la sua prima relazione seria con Giovanni. Amico di entrambi è Martino, un ragazzo estroverso e solare che si ritrova in una spirale di confusione e insicurezza nella stagione successiva. Quando inizia ad esplorare meglio la sua sessualità arriva persino a rompere i legami con i suoi amici, allontanandosi dal gruppo per paura e diffidenza. Tra mille dubbi e preoccupazioni, infatti, il suo percorso di crescita lo porta ad affrontare l’eventualità che sia attratto da un nuovo studente, Niccolò. Sarà solo grazie a Filippo, ragazzo dichiarato e orgogliosamente omosessuale, se Martino alla fine riuscirà ad accettarsi così com’è con maggiore serenità e a ritrovare la sua spensieratezza.

Sorella di Filippo è Eleonora la quale è probabilmente il membro più maturo del gruppo; eppure le sue certezze sono messe a dura prova quando comincia a frequentare un ragazzo più grande di lei, Edoardo.
Infine, protagonista dell’ultima stagione, che è da poco andata a concludere l’intera serie, è Sana. Ragazza italo-tunisina – che tiene a sottolineare spesso di essere nata a Pescara – è una musulmana praticante, indossa il velo con convinzione e vive la sua fede con devozione. E’ proprio il difficile equilibrio tra i precetti dell’Islam e le rinunce a cui è costretta a mettere a rischio il rapporto con le sue amiche e il resto della società in cui vive tra sguardi di sospetto ed esplicite forme di razzismo.

I motivi del successo e perché vederla

E’ difficile che nessuno, nel corso della propria adolescenza, non abbia preso mai una sbandata per un ragazzo al liceo, o mentito alla propria amica; tenuto nascosto un segreto o rivelatone un altro senza volerlo. Skam fa rivivere i momenti più imbarazzanti e quelli più duri e difficili a chi ormai da tempo si è lasciato alle spalle gli anni delle scuole superiori. E dà tanti ottimi consigli, senza paternalismo alcuno, a chi invece quei momenti li sta ancora vivendo.

Le storie sono molte e diverse tra loro ma la costante è sempre la stessa: l’adolescenza che amplifica le sofferenze tanto da farle apparire insuperabili, che accentua le ferite che sembrano impossibili da guarire, e che esalta i momenti di gioia portandoli al limite dell’euforia.

Ma la ragione per cui è facile affezionarsi ai protagonisti ed empatizzare con ognuno di loro è la fragilità che li accomuna. Tutti commettono degli errori, nessuno è perfetto. C’è chi sbaglia in buona fede, e chi invece perché mosso dalla paura, o dalla rabbia. C’è Martino che è più impulsivo dove Sana riesce ad essere razionale; ma anche lei, alla fine, non sarà immune da gesti dettati dall’emotività.  Questo perché i protagonisti sono adolescenti, tutti a loro modo immaturi, sulla stessa barca all’esplorazione in mare aperto e in cerca di risposte per giungere ad una versione di sé migliore e più completa.

E mentre i ragazzi tra limiti e difetti imparano sbagliando, scelgono la strada per il futuro, frequentano la scuola e si innamorano, il mondo degli adulti appare lontano e distaccato. Sono poche, e quasi mai utili, le indicazioni che arrivano dai più grandi che siano professori assenti o genitori distanti.
E allora è solo grazie all’amicizia, con quei legami capaci di resistere anche alle peggiori incomprensioni e agli inutili rancori, che i protagonisti di Skam riescono a superare le difficoltà dell’adolescenza e a crescere.

La serie si conclude emblematicamente con la maturità, che non è solo un esame scolastico, ma un processo di crescita e completamento del percorso di ricerca personale di ogni personaggio, ormai pronto per affrontare la vita.

Direttore responsabile: Claudio Palazzi

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