Verità o complotto

Nel XXI secolo il mondo è ancora lo scenario di calamità e crisi mondiali. L’evoluzione della nostra società e i traguardi della tecnologia non sono bastati a garantire la pace e la sicurezza che i nostri antenati avevano predetto. Epidemie, disastri ambientali, attacchi terroristici e guerre imminenti minacciano costantemente la nostra sopravvivenza. Il crollo dei sistemi sanitari e l’economia mondiale che traballa non fanno altro che aumentare la diffidenza tra la popolazione. Sembra lo sfondo perfetto per servirsi della fragilità delle democrazie mondiali e far emergere un partito unico con il “complesso messianico“, ed ecco che le teorie cospirative si intrecciano.

Il presidente Trump accusa la Cina di aver creato intenzionalmente il coronavirus, ignoti accusano gli Usa di aver propagato il virus nel continente asiatico. Altri incolpano le organizzazioni internazionali di voler ridurre la popolazione e addirittura c’è chi crede che il virus in realtà non sia mai esistito e si tratti solo di una tattica politica della paura. Esiste ancora la speranza di un ritorno alla normalità e una ripresa economica e sociale in una civiltà immersa nell’incertezza e travolta da ideali cospirativi?

I complotti nella storia 

Nel corso della storia i complotti politici hanno continuamente modificato il destino di grandi civiltà e imperi. Veri e propri stratagemmi militari pianificati a sangue freddo. Avvelenamenti e serie di omicidi violenti, con i pretesti di liberare popoli e dichiarare giustizia in nome della legge del più forte e di accordi clandestini. Ricordiamo la congiura contro Cesare nel 44 a.C. a mano di una ventina di senatori “tradizionalisti” tra i quali il proprio figlio adottivo, Marco Giunio Bruto. La lunga carneficina tra i Tudor per il trono di Enrico VIII, Il Re francese Luigi XVI ghigliottinato insieme a tutta la sua famiglia durante la Rivoluzione francese o l’uccisione dell’arciduca erede al trono Francesco Ferdinando d’Asburgo-d’Este a Sarajevo in protesta contro la Serbia, attentato precedente alla prima guerra mondiale. 

La strategia politica 

Con il passo del tempo i cambiamenti nella sfera politica hanno affermato sempre di più l’importanza del consenso popolare e l’unione del pensiero collettivo. Le elezioni elettorali hanno bisogno solo di propaganda, ma soprattutto di un’ideale talmente forte da attirare le masse. All’epoca del biennio rosso, la precarietà dei lavoratori li spinse alle lotte sociali e a sostenere il partito politico che rispecchiasse le proprie necessità. Dopo la prima guerra mondiale il collasso europeo e il fallimento delle politiche liberali la gente ricercava una politica rinnovata che le garantisse stabilità. 

Ecco che s’incontrano un popolo che ha bisogno di una rinascita e un partito che ha bisogno di una posizione. Entra in atto una violenta campagna politica e una serie di teorie cospirazionistiche contro gli ebrei, ma non era la prima volta. Purtroppo il popolo ebreo è conosciuto come il“cospiratore in serie”. In principio venne  accusato di mangiare bambini, aver causato la peste nera nel 1300, pianificare il dominio e la schiavitù mondiale, di aver fatto cadere l’economia tedesca degli anni ’30, di essere complici del crollo delle torri gemelle, di finanziare segretamente organizzazioni terroristiche, addirittura di aver finanziato Hitler perché si svolgesse l’olocausto. 

Nel 1900 si riconosce un ambito molto simile del concetto di complotto, detto “Teoria del complotto”. Si tratta della tendenza di accettare o elaborare delle cause alternative a quelle accertate, basate su ipotesi poco concrete, su eventi o insieme di eventi, cioè complotti immaginari finalizzati a diffondere nell’opinione pubblica che esistano veramente. 

In politica è evidente che questa tecnica è ancora in vigore, qualche bugia o la nascita di qualche sospetto contro l’opponente fa comodo quando si vuole guadagnare l’approvazione delle persone. Pensiamo alle ultime elezioni presidenziali in America. La candidata Hilary Clinton e il marito, l’ex Presidente Clinton, vennero diffamati sui social. Accusati di essere coinvolti con organizzazioni internazionali apparentemente dedicate alla pedofilia e alla realizzazione di rituali magici. Una denuncia nei loro confronti poteva poteva aver luogo in piattaforme più discretamente, senza compromettere la sua candidatura.

Le polemiche non finirono lì, anche la vittoria di Trump produsse scalpore, giacchè l’idea che le votazioni fossero state truccate dal servizio segreto russo sembrava una buona opportunità eleggere qualcun altro. 

Le teorie del complotto 

L’11 settembre 2001 il gruppo terroristico Al-Qaeda, colpì gli Stati Uniti. Quattro aerei di passeggeri di linea si schiantarono sulle torri nord e sud del World street center costando la vita di 2977 persone. L’impatto sulla popolazione fu devastante, era impensabile che la nazione più potente al mondo non fosse riuscita a sventare un’attentato terroristico. Se l’America non era al sicuro, allora non lo era nessuno.

Alcuni opinionisti scelsero la versione cospirativa, cioè che le autorità americane fossero in qualche modo responsabili nella tragedia e che gli aerei non avevano provocato il crollo.

I complottisti elaborarono alcune tesi che secondo loro dimostravano che non si era trattato di un attentato. La prima riguardava le immagini del crollo. Il fumo che circondava le torri dava l’idea che si trattasse di una normale demolizione a distanza. La temperatura a 800° della struttura in acciaio era troppo bassa rispetto ai 1500° necessari per fondere l’acciaio e provocare il crollo. Inoltre non riuscivano a capire perché il deterioramento dei piani non fosse stato  uniforme, né perché la terza torre fosse crollata se era stata colpita solo da alcune macerie delle altre torri. 

Per la prima tesi gli esperti ritennero che la nuvola di fumo fosse causata da una normale fuoriuscita d’aria dalla struttura portante, causato dall’impatto. Anche se per fondere l’acciaio ci volevano 1500°, bastavano 300° per deformarlo e 500° per ammorbidirlo. 800 ° erano bastavano per debilitare l’impianto fino al collasso. Non tutti i piani erano distrutti perché gli incendi non avevano coperto l’intera planimetria di ogni piano. Infine la terza torre, la World Trade Center 7, era stata colpita dalle macerie della Torre Nord ma a causare il crollo furono gli incendi iniziati da quasi sette ore. La conseguente dilatazione termica dell’acciaio strutturale e il conseguente cedimento della colonna primaria provocarono il definitivo collasso dell’edificio. 

Un’ultima tesi invece rimase aperta. Si riteneva che il lato più caldo si sarebbe dovuto piegare lateralmente ma dato che il carico statico dell’edificio era completamente verticale non c’era nessuna forza che incideva nei suoi lati.

Il progettista John Skilling dichiarò di aver considerato l’eventuale impatto con un boeing 707 (più piccolo del Boeing767) e che il successivo incendio non avrebbe potuto causare il crollo. Ma la struttura doveva resistere all’impatto di un aereo che volasse alla velocità di 600 miglia orarie (965 km/h). E in nessun edificio del mondo venivano inserite misure per garantire la stabilità strutturale per più di due-tre ore, in caso di un incendio di tali proporzioni. 

Quali effetti lascerà il complottismo

Il complotto è un’arma letale. Principalmente fu utile per far cadere governi con l’uso della forza. La supremazia delle società di massa diede vita ad un nuovo campo di battaglia per i complotti, la mente umana. Allo stesso modo che un commerciante cerca di convincere un cliente a comprare i propri prodotti, un partito politico cerca di pubblicizzare il proprio ideale, ma non sempre con i giusti principi e le giuste intenzioni. 

Le incertezze della guerra fredda mantennero l’intero pianeta in bilico per troppo tempo. Si credeva che la caduta del muro di Berlino facesse finire i periodi d’incertezza, ma la gente ha costruito i muri immaginari in luoghi che non esistono. Se le autorità ignorassero i reali problemi e applicherebbero manovre economiche errate, l’intero sistema potrebbe crollare. E se il popolo non riesce a distinguere i problemi reali dalle fantasie e le teorie ipotetiche allora probabilmente non riuscirà a scegliere il governo idoneo e l’equilibrio generale sarebbe a rischio. A cosa servirebbe allora che il potere fosse nelle mani del popolo se non fosse capace di analizzare coerentemente la realtà che lo circonda.

Con lo sviluppo dei mass media la corsa alle teorie del complotto non si limitarono alla politica o al misticismo. Ora le polemiche non servono soltanto a guadagnare voti, ma ad avere più follower o avere più iscrizioni su youtube. Quel mondo fantastico creato appositamente per convincere gli elettori è diventato una realtà parallela. La curiosità cresce talmente attorno alle teorie che i telespettatori molte volte non riescono a distinguere le ipotesi di cospirazione dalle vere cospirazioni. E se fossero proprio le teorie cospirative il complotto per distrarci dai problemi reali?

Direttore responsabile: Claudio Palazzi

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