Catania: la città tra fuoco e acqua

Catania non è solo una città, è il mare che la costeggia, è la montagna che la sovrasta. Catania non sono solo arancini e cannoli, sono le granite mangiate a colazione e il seltz bevuto al chiosco. È la festa di Sant’Agata ogni febbraio, la Fera o’Luni tra le vie del centro storico, è storia e tradizioni. Catania sono le mie radici, per questo voglio raccontarla non da turista, ma da abitante. Catania: la città tra fuoco e acqua

La storia di Catania è legata ai tanti popoli che l’hanno dominata e hanno lasciato la loro impronta: prima greci e romani, poi normanni, svevi, aragonesi e borbonici, fino ad arrivare all’annessione al regno d’Italia. Purtroppo, però, non è rimasto molto di ciascun periodo, per via delle frequenti eruzioni vulcaniche e dei terremoti.Catania: la città tra fuoco e acqua

piazza stesicoroA Piazza Stesicoro è possibile vedere i resti dell’antico anfiteatro romano, sommerso varie volte dalla lava dell’Etna, ma recuperato grazie agli scavi archeologici del 1904. Tra i catanesi, è famosa una leggenda che vuole che una scolaresca si sia persa all’interno dell’anfiteatro e non abbia più fatto ritorno.  Del periodo svevo, invece, rimane Castello Ursino, fatto costruire da Federico II come simbolo dell’autorità imperiale in una città maldisposta verso il sovrano. Dopo un periodo di decadenza, intorno al 1930 fu trasformato nel Museo civico di Catania. Catania: la città tra fuoco e acqua

Nel Rinascimento, sotto il regno aragonese, venne iniziata la costruzione del Monastero dei Benedettini, che venne distrutto, come molti altri monumenti della città, dal terremoto del 1693. La ricostruzione è iniziata nel 1702 e terminata nel 1840 con il completamento dei chiostri. Oggi è sede della facoltà di Scienze Umanistiche di Catania, ma è anche possibile visitare le sue antiche biblioteche, le sale con mosaici romani e i chiostri esterni. Catania: la città tra fuoco e acqua

monasteroIl terremoto del 1693 rase al suolo la città di Catania e, nel piano di ricostruzione del duca di Camastra, era prevista la creazione di una strada che andasse dal Duomo verso l’Etna. Oggi questa è via Etnea, la via principale di Catania, dove è possibile ammirare palazzi e chiese in stile Barocco, come la Basilica della Collegiata o Palazzo San Demetrio ai Quattro Canti. Un’altra via caratteristica della città di Catania è via Crociferi, contornata da chiese. Basti pensare che in circa 200 metri sono presenti quattro chiese! Poco prima di Piazza Duomo, si entra in Piazza Università, dove sono presenti quattro lanterne simboleggianti le antiche leggende della città. La piazza è circondata da due palazzi: Palazzo San Giuliano e Palazzo dell’Università, la sede del Rettorato dell’Università di Catania.

palazzo dell'universitàProseguendo, dopo pochi metri, ci ritroviamo in Piazza Duomo. Qui è racchiusa l’essenza di Catania: c’è il Duomo, dedicato a Sant’Agata; l’Elefante, il simbolo della città; inoltre, da lì si può andare verso il mare e verso la Piscarìa, il famoso mercato del pesce frequentato da locali e turisti. Gli edifici che si affacciano su Piazza Duomo sono, come molti altri della città, di stile Barocco. Il più importante è senza dubbio il Duomo di Sant’Agata, realizzato sulle rovine delle Terme Achilliane, di epoca romana. Anche questo edificio fu, in parte, distrutto dal terremoto del 1693 e ricostruito nell’epoca borbonica. All’interno, oltre ai monumenti funebri di celebri catanesi, tra cui Vincenzo Bellini, c’è la cappella dedicata a Sant’Agata, la protettrice della città.

duomoIl culto di Sant’Agata è molto sentito dai catanesi, a tal punto che nei giorni dal 3 al 5 febbraio, moltissimi fedeli e turisti invadono le vie del centro storico per celebrare la loro protettrice. In quei giorni, la Vara della Santa esce dalla sua cappella per essere visibile ai fedeli ed essere portata in processione. Momento molto sentito dai catanesi è l’acchianata di San Giuliano, in cui i devoti trasportano il feretro di Sant’Agata su questa salita ripidissima ed anche pericolosa. Durante i giorni di festa, vengono preparati alcuni dolciumi legati alla storia della patrona, come le alivi di Sant’Agata, pasta di mandorle colorata di verde, o le minnuzze, le caratteristiche cassatelle. Catania: la città tra fuoco e acqua

Al centro di Piazza Duomo, troviamo U’ Liotru, l’elefantino simbolo della città. Non si sa precisamente quando fu scolpito, ma si è certi del materiale, la pietra lavica, simbolo anch’essa di Catania e del suo vulcano. La leggenda narra che il nome Liotru derivi da Eliodoro, nobile catanese che si dedicò alla magia. Secondo questo mito, fu lui a scolpire la statua dell’elefante e a cavalcarla mentre compiva le sue magie.

liotruA Catania, sono presenti anche edifici più moderni, costruiti nell’800 e ‘900. Tra questi, troviamo il Teatro Massimo Vincenzo Bellini, dedicato, come la Villa comunale, al famoso compositore catanese. Il giorno dell’inaugurazione del teatro, fu eseguita la Norma di Vincenzo Bellini, da cui prende nome il piatto di pasta tipico di Catania.

Anche il Giardino comunale Vincenzo Bellini fu inaugurato alla fine del 1800. I turisti, ma anche molti catanesi, sono soliti fare lunghe passeggiate nella Villa. All’interno, oltre al giardino all’italiana, c’è un chiostro in stile liberty, ma anche un lungo viale costeggiato dai busti di catanesi celebri, come Giovanni Verga o Federico de Roberto.

teatro massimoCatania è una città ricca di piazze, chiese e monumenti da visitare, ma non è solo questo. Catania è fuoco e acqua, mare e montagna. Quello che viene da tutti considerato un vulcano, l’Etna, per i catanesi è ‘a muntagna o Mungibeddu. Chi vive nelle vicinanze, è abituato alle strade piene di curve che si devono percorrere per raggiungere i crateri. Ciò che colpisce di più del grande vulcano, non è il panorama che si vede dall’alto, ma il paesaggio attorno. Chi visita i crateri del vulcano, si trova circondato da colline di sabbia vulcanica e grandi pietre laviche, come se si stesse sulla luna. È un paesaggio surreale, qualcosa di insolito per gli occhi di un turista, ma non per quelli di un catanese. I locali, infatti, sono soliti organizzare scampagnate ai piedi del vulcano o visitarlo durante l’inverno, così da poter vedere la neve, che molto raramente appare a bassa quota nella città.  Catania: la città tra fuoco e acqua

etnaSe da un lato di Catania c’è l’Etna, dall’altro c’è il mar Ionio. La spiaggia di Catania, chiamata la Playa, è una lunga distesa di sabbia, ma basta percorrere qualche chilometro in auto, per trovare grandi scogliere e, ancora oltre, spiagge piene di ciottoli. Il mare di Catania è origine di romanzi e antichi miti, come quelli legati ad Aci Trezza e ai suoi faraglioni. Nell’Odissea, infatti, si narra che Ulisse, imprigionato con i suoi dal ciclope Polifemo, lo accecò e fuggì. Polifemo, rimasto ormai ceco, per la rabbia scagliò delle grandi pietre che sono proprio i faraglioni di Aci Trezza. Inoltre, questa località vicino Catania è lo scenario principale de I Malavoglia, famoso romanzo di Giovanni Verga.

Aci trezzaCatania è una città ricca di tradizioni, di storie da raccontare, di antiche leggende che solo i catanesi conoscono. È il rosso del fuoco dell’Etna e l’azzurro del mare, è arte, letteratura e musica. È una città che si è sempre rialzata, dopo ogni terremoto o eruzione dell’Etna. Catania, per chi la vive, è simbolo di forza, di storia e, soprattutto, di allegria.

Direttore responsabile: Claudio Palazzi

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