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La metro B1 di Roma offre un collegamento che attraversa la città eterna da Sud a Nord-Est, un servizio essenziale per i residenti che spesso e volentieri si trovano a dover percorrere grandi distanze ogni giorno.
Tuttavia, le notizie dei mal funzionamenti della linea B sono all’ordine del giorno e, un servizio di trasporti che è diventato essenziale, crea non pochi disagi per le migliaia di persone che fanno affidamento su questo mezzo per condurre la propria vita. Si stima che ogni giorno, a Roma, prendano la metro circa 345.000 persone.
Dopo anni e anni di realizzazione, la metro B (già nel 1984 si parlava di un prolungamento della linea metropolitana da Termini a Rebibbia) nel 2015 inizia ad essere operativa così come la si conosce oggi e non mancano altri progetti che ne prevedono un ulteriore prolungamento.

È proprio nel 2015 che si prevedevano, secondo i piani, 308 corse di treni al giorno per senso di marcia: nelle ore di punta la metro sarebbe dovuta passare ogni 7 minuti e nelle diramazioni ogni 12 minuti.
Spesso accade che i progetti vengano disattesi: i tempi d’attesa sono più lunghi di quanto stimato, e non solo. Infatti, nelle stazioni metropolitane della B è frequente imbattersi in contesti di degrado: la sporcizia è all’ordine del giorno, le stazioni che accolgono i passeggeri sono vandalizzate ed imbrattate e, non essendoci un controllo della sicurezza, si possono fare incontri pericolosi, tra tossicodipendenti e ladri.
Per toccare con mano la situazione della metro B di Roma diventa necessario ascoltare i pareri di chi, quotidianamente, fa uso di questo mezzo.

Incontriamo Rebecca, che alla stazione Annibaliano sta aspettando la metro, come fa -ci racconta- quasi tutti i giorni per andare all’università.
La prima domanda è la più generica e basilare: “è efficiente il servizio della metropolitana B?”.
Rebecca risponde senza esitare: “assolutamente no. Di sicuro ‘efficiente’ non è un aggettivo che si può utilizzare per la metro. Se il piano originale era quello che passasse ogni 7 minuti, non solo non viene rispettato, ma, rispetto ad altre città europee dove la metro passa in continuazione, 7 minuti sono già un’infinità.” Aggiunge che è importante fare una distinzione, tra la metro per Rebibbia e la linea Jonio (B1): “la prima passa piuttosto regolarmente, a meno che non ci siano lavori in corso o
altri problemi, il che è molto frequente. La metro per Jonio, invece, non è assolutamente soddisfacente: ci sono pochi treni, tanti ritardi, mediamente si aspetta il doppio del previsto, sono diverse le volte che ho aspettato anche più di 20 minuti. Diventa una questione di fortuna quella di prendere la metro in tempo.”

Naturale chiederle, a questo punto, se abbia mai avuto disagi per le tempistiche non rispettate. E come li affronta. “Conoscendo la dinamica della metro e non potendo certo affidarmi al caso – risponde -, per arrivare puntuale all’università mi sono sempre mossa per tempo, calcolando gli infiniti tempi attesa ed i ritardi che un servizio efficiente non dovrebbe fare”. Ma, aggiunge, “questa strategia non sempre funziona, l’imprevedibilità della metro spesso mi ha fatto fare ritardi ad appuntamenti e alle lezioni”. Rebecca ci racconta di quando ha rischiato di non sostenere un esame
importante, a causa di questi quasi infiniti tempi di attesa, e poi del disagio provato “con la metro che si è fermata, una volta, nelle viscere della terra, il che vi assicuro non è per niente piacevole.
Un’altra volta, mentre aspettavo, un treno si è bloccato sui binari e l’intera linea è stata chiusa: anche in questo caso la metropolitana di Roma non ha brillato per efficienza, perché i bus sostitutivi non passavano. Una situazione davvero incresciosa.”
Altre problematiche incontrate? “Probabilmente -dice Rebecca – può essere annoverato tra i ‘disagi’ anche l’infinità di persone che si accalcano l’una sull’altra nei vagoni agli orari di punta, a causa dei pochi treni che passano. Più di una volta non sono nemmeno riuscita a salire.”

Ma ormai la giovane universitaria è un fiume in piena. E l’elenco dei disservizi che snocciola è lungo: dai tornelli “che spesso non funzionano” alle “poche macchinette dove fare i biglietti e che spesso non accettano la carta di credito.”
Anche quando le chiediamo del personale, la studentessa osserva che la linea B è figlia di un dio minore: “posso dire, riferendomi alle stazioni di Annibaliano e Libia, i dipendenti in servizio sono pochi, se non addirittura quasi del tutto assenti. Se dunque hai bisogno di qualcosa ti devi arrangiare, non hai altra scelta. Nella metro A, che comunque passa per il centro, il personale è molto più presente.”
Insomma, un quadro a tinte fosche e con poche prospettive di miglioramento, secondo Rebecca, nonostante il previsto aumento dei treni annunciato dal Comune. Lei, che da frequentatrice assidua di metropolitana aveva ovviamente già sentito la notizia, risponde allargando le braccia: “non sarà quella la soluzione. Innanzitutto il tratto della B verso Rebibbia è più frequentato, quindi, se aggiungeranno treni, secondo me, saranno concentrati in quella direzione, lasciando l’altro troncone così com’è”. Ma “la questione principale – conclude – è che in una città come Roma ci sono solamente 3 linee di metropolitana ed è assurdo. In città europee anche più piccole, la metro si
estende un po’ ovunque, i treni sono molto più numerosi e, ovviamente, i tempi di attesa minimi.”

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