Lo zuccherificio di Rieti è un edificio, ormai non funzionante, impiantato nel 1873 per la produzione di zucchero da barbabietola.
Fu il primo degli zuccherifici italiani che, grazie alla figura di Emilio Maraini, fu il principio dell’industrializzazione e dell’economia reatina.
Nel 1900 era il terzo zuccherificio in Italia grazie alla sua capacità di lavorazione giornaliera e fino alla metà del Novecento continuò ad operare, a ricevere finanziamenti e potenziamenti, ma vide l’alba del suo declino nel 1973, quando la Società Italiana Zuccheri concentrò la produzione su impianti più redditizi.
Tra gli anni novanta e duemila il sito è stato utilizzato in modo sporadico per alcune manifestazioni e solo nel 2004 la Coop Centro Italia presentò un ricorso, approvato solo nel 2019 dal Tribunale amministrativo regionale (tar) del Lazio.
Ma ad oggi, di quello che era uno degli zuccherifici più produttivi d’Italia, cosa resta?

Un edificio che cade a pezzi, un’area persino bonificata ma che rimane comunque inutilizzata.
Sarebbe uno stimolo, sia a livello sociale che economico, reinventare lo zuccherificio di Rieti per trarne fuori qualcosa di buono.
Le idee al riguardo sono chiare: si potrebbe dar luogo ad un’area commerciale o residenziale, oppure per esempio ad un complesso di uffici, il tutto per rinnovare un territorio ormai in disuso da anni.
Per il riutilizzo dell’area esiste un progetto elaborato da Coop Centro Italia, che riguarda la creazione di un parco commerciale di alto profilo, caratterizzato da ampi spazi in cui ci si può intrattenere, poiché non aperto al traffico.
Non si parla dunque di un classico e comune centro commerciale: qualità e dimensioni ne farebbero certamente un polo attrattivo per la città di Rieti e non solo, anche per chi viene da fuori.

Riguardo il progetto Coop però c’è chi è favorevole e chi invece si trova in disaccordo per una serie di ragioni.
Da una parte mettere in atto tale progetto porterebbe ad aumentare l’interesse per la città e certamente a far circolare l’economia.
D’altro canto invece, una delle associazioni che si è battuta contro l’utilizzo di quest’area, la Confcommercio, è convinta che la crisi abbattutasi sui commercianti sia nettamente peggiorata con il proliferare dei centri commerciale, ragion per cui l’area dovrebbe rimanere inutilizzata.

Difficilmente, viene detto, qualcuno avrebbe lasciato totalmente fermo uno dei più bei siti della produzione saccarifera per 40 anni circa.
In altre parti d’Italia e d’Europa probabilmente sarebbe stato tempestivamente valorizzato, trasformandolo e facendolo diventare un centro attivo per la comunità, che sicuramente sarebbe stato un’occasione imperdibile per la città di Rieti.
L’ex zuccherificio di Rieti, dunque, arriverà mai ad avere una nuova vita?

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