Contigliano, l’ex zona rossa sul Cammino di Francesco

Contigliano è l’arrivo a casa quando si torna dai viaggi, e la partenza quando si iniziano. È quella via brulicante di pedoni e macchine che confluiscono in una rotatoria snodo di province e regioni. Svoltando a destra, nel rettilineo che costeggia l’Ostello di Villa Franceschini e il Kyalami Ranch dei nostri campi estivi, si raggiunge la superstrada che congiunge Rieti all’Umbria. La superstrada dei pullman per le gite e delle vacanze con gli amici. Contigliano è l’adolescenza, il percorso obbligato della scuola. La formazione di tutti i ragazzi dei paesi intorno. E il divertimento delle cantine sotto le stelle d’agosto, nei giorni dell’Assalto al Castello.

Via della Repubblica, la scuola in Piazza degli Eroi e la salita per la porta del centro storico sembrano essere rimaste le stesse. Il passaggio del virus però le ha ridefinite, prima infettate e poi sanificate. Percorrendole con passi e parole, tracciamo il racconto di quei giorni duri che dal 30 marzo al 13 aprile le hanno immobilizzate. Ma che oggi tornano a vivere, dietro i volti coperti nei negozi aperti e nelle panchine assolate.

Ci accompagna Serena, studentessa all’ultimo anno del politecnico di Torino. La quarantena l’ha relegata a casa sua, a Contigliano. E ora qui, in tempi di DAD, finirà l’università. Non è stato facile riabituarsi a vivere in questa piccola realtà, dopo anni lontana, perdendo l’indipendenza ormai acquisita. Ma la libertà degli spazi verdi che Contigliano offre, non l’avrebbe avuta in via Salluzzo 24. Provenendo dal Piemonte, essendo passata per la stazione centrale di Milano, nei primi giorni del ritorno a casa ha avuto paura di essere un vettore di contagio. Invece, il contagio l’ha circondata.

La zona rossa e il cluster dell’ALCIM

Nella sera del 30 marzo Contigliano è stata dichiarata zona rossa, la terza nel Lazio dopo Fondi e Nerola. Già dalla mattina, però, le notizie circolavano. In particolare ad annunciarla fu un articolo del Messaggero, poi rimosso a seguito della smentita del sindaco Paolo Lancia. La riluttanza, probabilmente, dipese dal fatto che Contigliano è un punto centrale negli snodi viari: chiudere qualsiasi punto d’accesso avrebbe causato enormi difficoltà ai collegamenti non solo di Contigliano, ma della provincia in generale. Si sarebbero avute così ripercussioni anche economiche.

Ma nel tardo pomeriggio arrivò la conferma. I contiglianesi già sapevano e temevano che il contagio li avrebbe a quel punto coinvolti tutti. Invece alla fine il cluster è stato esclusivamente la casa di riposo ALCIM. La scelta della zona rossa è stata determinata dalla presenza di molti operatori della struttura residenti e domiciliati a Contigliano: senza bloccare il paese avrebbero potuto circolare e contagiare molte più persone.

L’ALCIM che ora è un Covid Hospital, e che verrà trasformato in una RSA, per tutti i contiglianesi è la “Casa dei Ragazzi”. In passato orfanotrofio, negli anni ’80-’90 è diventata una casa di riposo. Tutti sono passati di lì, per il ritiro del catechismo. Chiunque ci è stato, ha mangiato lì. Chiunque vi ripone un legame affettivo. Per di più “ci lavorano persone che conosci, ci sono persone che conosci; vederlo trasformarsi in un Covid Hospital è stato molto toccante”. A gestirlo durante l’emergenza sanitaria è stata, ed è tutt’ora, una ditta appaltatrice esterna, Heart Life.

Le restrizioni e i divieti: l’esercito al confine e il problema delle exclave

Nel bel mezzo di un temporale, mentre i funzionari pubblici negli uffici scrivevano le sorti della red zone di Contigliano, un arcobaleno bellissimo ha avvolto il paese tutto. Un segno di speranza, dice Serena, per noi che “andrà tutto bene”. Il grigiore delle camionette dei militari ha però poco dopo spento i colori dell’arcobaleno. Il momento più brutto Serena ce lo ha stampato sulle foto dell’esercito piantonato all’uscita della superstrada, dopo il sotto-passaggio: “che poi quel punto è quello in cui da ovunque arrivi, una volta attraversato sei a casa. Mi stavano chiudendo la porta di casa”.

Il via alle restrizioni ha segnato nei primi giorni grosse difficoltà al comune reatino. Morfologicamente Contigliano non è facile da perimetrare, ha delle exclave: San Filippo e Montisola. Per raggiungere San Filippo, si percorre la via Tancia, una strada provinciale con altri comuni. Inoltre, molti degli abitanti di Contigliano lavorano nelle industrie del vicino capoluogo reatino. Tantissime le richieste dei singoli e tantissime le difficoltà negli acquisti, bloccati persino in rete da banner che escludevano la consegna nelle zone rosse, Contigliano compreso.

File interminabili ai supermarket del posto. New jersey. Altoparlanti della protezione civile che ovunque facevano rimbombare la stessa frase “rimanete a casa”. Nomi di persone in fila per i tamponi riecheggianti dai microfoni degli operatori sanitari. È questa l’atmosfera di un paese chiuso, blindato, dove l’unico punto di contatto con il mondo esterno si ha al confine. Serena ci racconta che al bivio con la via Tancia, davanti lo storico alimentari Alessandrini, la gente si scambiava oggetti di vario tipo. Persino un frigorifero! Essere una zona rossa non ha niente a che vedere con la quarantena vissuta dal resto d’Italia: potersi spostare con le dovute regole, è un lusso che chi è completamente bloccato non può permettersi. Riaprire i confini, è stato importante.

Il modello Contigliano: assistenza economica e test drive-in

Nella gestione dell’emergenza, Contigliano e l’amministrazione comunale sono stati visti dai giornali e commentatori come un ottimo modello in quanto a strumenti messi in campo dal punto di vista dell’assistenza economica e della gestione del profilo sanitario. Per ciò che concerne il primo aspetto, il comune ha stanziato dei fondi per la ripresa delle attività e di sostegno ai lavoratori autonomi. Michele e Beatrice, due commercianti del posto non sono però dello stesso avviso.

Il primo ritiene che i supporti forniti dagli enti locali siano in generale di facciata, poco utili e volti a rafforzare l’immagine politica. Al contrario Beatrice sostiene che siano un passo, seppur minimo, significativo a fronte anche delle inefficienze che si registrano nella burocrazia italiana in materia di agevolazioni. Per la sanificazione dei locali, il comune ha messo a disposizione, per esempio, una percentuale.

Per il secondo profilo, in Piazzale degli Eroi si sono svolti i test drive-in per i tamponi: pochi però sono stati quelli che ne hanno usufruito, in media solo chi aveva bisogno di fare la terza o quarta prova, o controlli.

La ripresa del luogo e delle attività commerciali

Nella fase della ripresa occorrerà puntare sulle attrattive del luogo. Contigliano è toccato dal Cammino di Francesco, ora in standby. D’estate c’è l’Assalto al Castello che vanta sempre un numero elevato di partecipanti, e tante altre manifestazioni che quest’anno non ci saranno. Così si andrà a compromettere il ritorno economico delle piccole attività. Michele pensa che le persone avranno paura di frequentare il posto, Beatrice si dice più fiduciosa e sottolinea come avere timore sia sintomo di elevata disinformazione.

Entrambi riscontrano difficoltà, ma appaiono ottimisti. Beatrice afferma “se la situazione continua così e smette l’allarmismo, con le dovute cautele potremmo ricominciare a vivere. C’erano già tanti problemi prima del coronavirus, non è stato questo in sé il problema. Un buon punto di partenza sarebbe tornare alla normalità, e veicolare gente”, e Michele “la mia speranza è dettata dal non volersi arrendere, c’è stato di peggio! Bisogna rimanere uniti, il paese lentamente sta incrementando la popolazione. Qualcosa di positivo c’è”.

Per Serena la speranza “è ripartire meglio di come ci siamo fermati, e che tutto questo tempo abbia dato modo di ripensare il paese. Farei una campagna di comunicazione e marketing per il turismo. Punterei tutto sul Cammino di Francesco. Siamo fortunati, siamo in una valle verde, anche storicamente importante. C’è tanto da vedere, da scoprire. Tante cose sono dimenticate. Io ho fatto anche il Cammino di Santiago, un paese come questo da attraversare te lo sognavi. Però qui non ci si crede tanto. Sono contro il turismo di massa alla Spello o Civita di Bagnoregio, snatura i luoghi. Però deve essere valorizzato, curato di più, abbellito. Già lo è in confronto all’Abbruzzo, ma rispetto all’Umbria siamo indietro. E qui sono 5 km in linea d’aria”.

La nostra avventura si conclude con un brindisi alla bellezza dei nostri borghi, spesso sottovalutati e lasciati in disparte. Un po’ come ultima spiaggia. Da guardare con occhi di passanti che soggiornano e vanno via. Hanno bisogno di essere apprezzati, hanno bisogno di essere considerati. Sono le nostre radici, i nostri polmoni verdi, ricchi di storie e tradizioni che la frenesia del mondo globalizzato oscura. Ma c’è tanto. Sanno rialzarsi, fremono di volontà di lottare e crescere.

Se passate da Terni, da Rieti o dalla bassa Sabina seguite le indicazioni per Contigliano. Lo splendore del borgo e l’accoglienza vi ristoreranno. Se siete bloccati ancora in casa, lo troverete scorrendo il video tributo all’Italia di Steve McCurry.

Foto di Riccardo Fabi

Direttore responsabile: Claudio Palazzi

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