Gli italiani come turisti

Ferie estive dopo lo shock dovuto alla pandemia

L’attuale estate si configura come una situazione molto particolare, principalmente per ciò che concerne il settore economico e quello turistico. In Italia, in seguito al DCPM n.19 del 25 marzo, le strutture di tipo extra-alberghiero (B&B, affittacamere, appartamenti ad uso turistico ecc.) sono state considerate attività non essenziali, quindi hanno chiuso, mentre i servizi alberghieri sono rimasti aperti ma limitando le loro attività. Questo ha comportato gravi perdite cui si sono aggiunte quelle subite da tutte le attività che trovano alimento nella domanda portata dai turisti, in particolare quelle legate alla ristorazione ed ai trasporti.

Nei mesi estivi c’è stato un aumento delle entrate nel settore turistico, ma il calo rispetto agli anni passati risulta comunque notevole. La delicata situazione ha portato gli italiani ad approcciare alle ferie in un modo diverso dal solito, che verrà analizzato di seguito mediante un’indagine antropologica e sociale.

Per avere un quadro generale della situazione

Tramite le ultime ricerche statistiche dell’Istat, pur non essendo ancora disponibili i dati di luglio ed agosto in cui si è registrato un incremento delle entrate, è possibile rendersi conto di quanto il settore turistico sia in perdita durante il 2020. Facendo un paragone con i dati del 2019 si può notare come durante lo scorso anno l’Italia abbia registrato quasi 435 milioni di presenze, con una crescita dell’1,4% rispetto al 2018, di cui i turisti stranieri risultano in numero superiore a quelli italiani. Dagli anni ’50 al 2019 il settore turistico non è mai risultato in calo.

Considerando che il turismo rappresenta circa il 14% del PIL nazionale e che, nelle diverse mansioni e pensando il settore ad ampio raggio, conta 1 milione 647 mila occupati, è chiaro come il danno economico sia tangibile. Un altro fattore da tenere presente e di notevole importanza è che buona parte degli impiegati in questo settore ha un contratto a breve termine o precario, i due tipi di rapporto lavorativo, assieme ai liberi professionisti, che sono stati più colpiti dalla crisi dovuta al Covid-19.

L’indagine

Le informazioni che saranno trattate di seguito sono frutto di un’indagine sociale svolta tra persone con concetti di ferie estive diverse, a cui sono state fatte le stesse domande riguardanti la possibilità di viaggiare, le mete scelte ed i cambiamenti rispetto alle precedenti villeggiature. Il fine è capire in che modo il loro modo di pensare si è modificato in seguito alle misure di distanziamento ed alle limitazioni economiche dovute alla pandemia.

Vi è una parte delle persone intervistate che si è trovata costretta a rinunciare alla villeggiatura non per sua volontà. La maggior parte degli appartenenti a questa categoria ha subito uno shock economico considerevole a causa della pandemia. Le reazioni più frequenti sono di due tipi: rinviare il viaggio a quando si avranno maggiori fondi a disposizione oppure ridimensionarne l’entità, propendendo per gite fuoriporta all’interno della stessa regione o di quelle confinanti, in modo di poter risparmiare sugli alloggi e sui mezzi di trasporto.

Un’altra parte del campione aspetta di spostarsi quando le acque saranno più tranquille, quindi opta per posticipare i viaggi in inverno o primavera in attesa che cali il numero di contagi all’estero e ci sia una minore affluenza di turisti, con una conseguente minore possibilità che si creino assembramenti.

Il resto del campione ha avuto reazioni contrastanti. Una buona percentuale ha deciso di svolgere le vacanze con degli accorgimenti maggiori e limitando i contatti con altre persone, evitando locali e discoteche, e godendosi il divertimento in gruppi più ristretti rispetto agli anni precedenti. Tra questi rientra anche una buona parte di coloro che erano abituati a svolgere le vacanze all’insegna della movida.

Un’altra decisione molto popolare è quella di riaprire le seconde case o prenderne in affitto, in modo di limitare, per quanto possibile, il contatto con altre persone.

Infine una, fortunatamente, ridotta parte del campione sembra aver dimenticato il periodo difficile o voler riscattare i giorni in cui sono stati limitati gli spostamenti, agendo senza la minima precauzione perché si sente limitata dalle misure di distanziamento sociale vigenti, un esempio si comportamento di questo tipo può essere l’andare in discoteca senza mascherina. Atteggiamenti simili, oltre a favorire il proliferare del Covid-19, vanno contro il bene pubblico, potendo portare, in una situazione gravità maggiore, a costringere il governo ad iniziare nuovamente dalla Fase 1, il ché rappresenterebbe uno scenario disastroso a livello economico.

Mete e mezzi preferiti dagli italiani per l’estate 2020

La pandemia ha accentuato la tendenza degli italiani a spostarsi durante il mese di agosto, ma sono state evidenti le modifiche per quanto riguarda la scelta delle mete da visitare. Secondo uno studio della Coldiretti il 93% degli italiani durante questa estate ha deciso di rimanere all’interno dei confini nazionali. Confrontando le interviste con i dati statistici, le località più gettonate rimangono quelle marittime ma con un notevole aumento del turismo in montagna e nei piccoli borghi, dato positivo per quelle aziende agrituristiche italiane in cui, grazie al numero contenuto di camere ed ai grandi spazi all’aperto, è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza in seguito alla pandemia. Un altro aspetto invitante, secondo le ricerche della Coldiretti, è la riscoperta del patrimonio enogastronomico nazionale, al quale viene devoluto più di 1/3 del budget degli italiani.

Il calo turistico è alquanto generalizzato. Pesa soprattutto l’assenza di stranieri, che si fa sentire nelle città d’arte, spostando i picchi di incassi nelle isole, in particolare quelle del centro Italia che hanno visto un picco di visitatori provenienti dalle regioni vicine, e nelle località marittime più note. Secondo un’indagine di CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) svolta tra i propri associati, la Puglia è la meta più gettonata dell’estate 2020, seguita da Toscana e Sicilia, mentre la Sardegna è penalizzata dalla cancellazione di un numero elevato di voli. Per coloro che hanno scelto i luoghi montani, tra le mete più gettonate risulta il Trentino Alto Adige.

Per ciò che concerne i mezzi di trasporto, nonostante le precauzioni per il distanziamento sociale in treno ed aereo, si è verificato un boom dei viaggi on the road, con un picco degli affitti dei camper del 120%.

Rinunce e sussidi statali

Al fine di limitare le rinunce alle ferie estive il Decreto Rilancio (art.176 del DL n.34 del 19 maggio 2020) prevede un contributo fino a 500 euro, da utilizzare per soggiorni in alberghi, campeggi, villaggi turistici e bed & breakfast in Italia, che può essere richiesto e speso dal 1 luglio al 31 dicembre 2020. Per richiedere tale bonus è necessario avere uno dei due mezzi che permettono di accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione: lo SPID (Sistema Pubblico d’Identità Digitale) oppure una Carta d’Identità Elettronica. La procedura dettagliata per presentare la domanda è disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

In conclusione l’estate 2020 è stata ricca di cambiamenti per i lavoratori in ferie e per lo stato, che abituato ad incassi considerevolmente maggiori provenienti dal settore turistico, si è ritrovato con un calo del PIL ed un aumento della disoccupazione nazionale. Per ciò che concerne lo svolgere le vacanze in sicurezza e con le dovute precauzioni, il tutto è nelle mani del buonsenso degli italiani.

Direttore responsabile: Claudio Palazzi

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