Direttore responsabile: Claudio Palazzi

Immaginate che il mondo sia governato da una congrega di sodomiti e satanisti chiamata “Cabal”. Immaginate che queste persone abbiano messo in piedi un traffico di bambini e che stiano usufruendo di un elisir di lunga vita a base di adenocromo, un composto estratto dal sangue delle giovani vittime. Immaginate che questa setta di pedofili rettiliani sia composta da alcuni esponenti del Partito Democratico, su tutti Hillary e Bill Clinton, da grandi nomi dell’economia globalista come Bill Gates o George Soros, da alcune celebrità di Hollywood come Tom Hanks e nientemeno che da Papa Francesco. QAnon: genesi e successo di una narrazione cospirazionista
Infine, immaginate che Donald Trump stia conducendo una battaglia segreta contro la Cabal e i suoi collaboratori dello “stato profondo” in vista della “tempesta”, che coincide con l’arresto di questi noti malfattori e con la loro reclusione nella prigione della base statunitense di Guantanamo, e del “grande risveglio”, una specie di giorno del giudizio in cui la setta verrà processata. Ora potete smettere di immaginare. Questa è la narrazione cospiratrice di QAnon, sostenuta in molte delle sue parti da milioni di utenti in rete, bollata come frutto di una potenziale organizzazione terroristica dall’FBI e mai smentita, se non avallata, da Donald Trump. Ma che cos’è QAnon e come nasce? QAnon: genesi e successo di una narrazione cospirazionista
L’utente “Q”

Il 28 ottobre del 2017 sul canale di estrema destra 4chan è comparso un post di un utente “Q”. Q si definisce come una vera e propria gola profonda venuta a contatto con dei documenti segreti in cui si delineava la presenza di una vera e propria setta composta da esponenti Democratici, da alcuni membri di Hollywood e dell’economia globalista. Il post annunciava l’“estradizione” e l’imminente arresto di Hillary Clinton. Nel tempo Q ha rafforzato la sua figura di gola profonda fornendo particolari sulla lotta del “campione” Trump contro il “deep state”, lo stato profondo che con oscure trame decide le sorti dell’umanità. Si sono rincorse diverse ipotesi su quale fosse l’identità di Q.

L’utente Q pubblica in forma anonima ma utilizza un codice che permette a chi lo segue di distinguerlo dagli altri utenti anonimi, noti come “anons”. Nel novembre del 2017, Q è passato da 4chan al sito 8chan. Ad agosto del 2019 8chan è stato chiuso per poi riemergere su un nuovo sito web, 8kun, creato dal proprietario di 8chan, l’imprenditore di estrema destra Jim Watkins, padrone di un’azienda suinicola nelle Filippine. Per questo motivo in molti sostengono che l’identità di Q coincida con quella dell’imprenditore o di un componente della sua famiglia. Ma nonostante il ruolo di questi canali dell’alt-right, la destra alternativa americana, il disegno di Q ha trovato proseliti soprattutto sui social e su YouTube.

Il lato oscuro dell’informazione in rete

L’abilità di chi mira a diffondere questo tipo di teorie sta nel modellare la propria narrazione in base al target di utenti che si vuole raggiungere, modificando, se necessario, alcune parti della narrazione col fine di rendere i contenuti più fruibili e meno radicali. Recentemente QAnon è arrivato anche in Europa con l’obiettivo di inglobare ogni teoria “contro”, offrendo verità alternative. Il caso QAnon evidenzia un problema globale. È il lato oscuro della democratizzazione dell’informazione: il web amplia le possibilità di fare e ricevere informazione ma la questione di fondo è l’incapacità degli utenti di filtrare quest’informazione in rete. Nel caso dell’informazione, spesso in formato video, sui social o su YouTube il problema è ancora più complesso. Se infatti l’utente parte da una condizione di totale libertà nella scelta dei contenuti da fruire, questa apparente democratizzazione di base viene smentita dal funzionamento degli algoritmi.

I suggerimenti rischiano di imprigionare l’utente in quella che in gergo tecnico viene chiamata bolla informativa. Se quindi un utente entra in contatto con contenuti confezionati da QAnon il rischio di cadere nel rabbit hole, è così che viene chiamato l’ingresso nel mondo di QAnon, potrebbe essere molto alto. Ai calcoli degli algoritmi di Facebook si aggiunge poi un contesto storico in cui dilaga la post-verità, intesa come argomentazione caratterizzata da un forte appello all’emotività che non basandosi su fatti verificati tende a essere accettata come veritiera, l’iperconnessione e l’iperinformazione che hanno segnato i mesi più duri della pandemia. Non sorprende poi così tanto che QAnon da Marzo a Luglio sia passato da 230 mila a 1,4 milioni di utenti iscritti a propri gruppi. Addirittura, stando a un’inchiesta interna di Facebook, alla metà di agosto 2020 i gruppi QAnon avevano in totale tre milioni di iscritti.

Trump e i sostenitori di QAnon

Da qualche mese alle convention di Trump spuntano spesso gadget con la Q di QAnon, prontamente forniti da Amazon del miliardario Jeff Bezos, casualmente escluso dalla Cabal. Il rapporto tra le teorie di QAnon, Trump e il partito Repubblicano sembra essere a dir poco controverso. Più volte Trump, pur non accreditando direttamente queste teorie, ha teso la mano ai loro sostenitori etichettandoli come sinceri patrioti e giustificando la loro azione di difesa dall’ élite globalista e dalle idee della sinistra radicale.

Nel partito Repubblicano stesso ci sarebbero diverse correnti di pensiero. Oltre ad alcuni fanatici di QAnon, la fetta di partito più vicina a Trump sembrerebbe voler cavalcare alcuni punti di queste teorie anche solo per la consistenza del loro seguito, motivo per cui fanno allusioni ai contenuti senza aderire direttamente a questi gruppi. Il rischio è che nelle prossime elezioni per il rinnovo del Congresso possano spuntarla anche esponenti del partito che caldeggiano espressamente per le idee di QAnon. La speranza è che non si passi dalla teoria all’atto.

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